Dalla Germania la proposta, concreta, per salvare il mondo dell’auto: lavorare “solo” 4 giorni, in pratica una settimana ridotta, garantendo introiti alla filiera e, soprattutto, il posto agli occupati. La soluzione davanti a un futuro non certo roseo arriva dal paese di Beethoven?
A muovere questa proposta il sindacato Ig Metal, una sorta di CIGL tedesca. Il suo capo, Jorg Hofmann, ha recentemente dichiarato che per salvare l’industria dell’auto bisogna rinegoziare l’orario degli operai, specie di fronte ai prossimi colloqui salariali con i principali costruttori dell’automotive e del mondo della componentistica.
Ovviamente, la crisi seguita alla pandemia ha in un certo senso accelerato i processi, visto che già prima di gennaio non si poteva certo parlare di industria a gonfie vele.
Con i tagli all’orizzonte, c’è chi ha agito di rimessa proponendo la sua risposta, che tra l’altro sembra essere stata ben accolta dalle Case e dalle associazioni di categoria. Sempre rimanengo in Germania, non sono un mistero le voci secondo cui sia Daimler AG, sia Volkswagen sia pronta a ridiscutere pesantemente l’occupazione dei suoi stabilimenti, con migliaia di tagli.
Tra digitalizzazione, pandemia, costi sempre più alti e un’elettrico che ancora, oggettivamente, sfonda a far breccia nel cuore degli automobilisti, almeno per ora, l’idea della settimana ridotta, così come lo smart working, per molte aziende la soluzione a tutti i mali dopo averne sperimentato l’efficienza durante il lockdown, sembra essere vincente.
Che diventi un esempio, da copiare in altri paesi, tra i quali l’Italia, è ancora prematuro. Qualcuno, però, la pietra nel lago l’ha buttata…