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Crisi del settore auto: Nissan taglia 9.000 posti di lavoro e riduce la quota in Mitsubishi

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Un piano di emergenza per salvare la redditività di Nissan: taglio di 9.000 posti di lavoro

Dopo le difficoltà che hanno colpito numerosi gruppi automobilistici, tra cui Volkswagen, ora anche Nissan affronta una ristrutturazione profonda per gestire la crisi del settore auto, annunciando un piano d’emergenza che comporta il taglio di 9.000 posti di lavoro – circa il 7% della forza lavoro globale – e una riduzione volontaria del 50% dello stipendio per l’Amministratore Delegato Nissan, Makoto Uchida. Le misure arrivano dopo il bilancio semestrale del gruppo, che ha evidenziato un calo dei ricavi consolidati e un crollo del 90% dell’utile operativo, con un margine operativo ridotto allo 0,5%.

I dati finanziari e l’impatto del taglio di 9.000 posti

Il costruttore giapponese ha pubblicato i dati finanziari relativi ai primi sei mesi dell’anno fiscale, registrando ricavi netti consolidati pari a 5.980 miliardi di yen (circa 36,1 miliardi di euro), in calo di 79,1 miliardi rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il dato più preoccupante è l’utile operativo, sceso drasticamente da 303,8 a 32,9 miliardi di yen (195 milioni di euro).

Anche i volumi di vendita globali sono diminuiti, totalizzando 1,6 milioni di unità, influenzati principalmente dalle maggiori spese di vendita e dalle difficoltà di ottimizzazione dell’inventario, in particolare negli Stati Uniti. A questo si aggiunge il rallentamento del mercato cinese, dove Nissan fatica a competere nella crescente domanda di veicoli elettrici, dominata dai costruttori locali.

Riduzione della capacità produttiva e taglio della forza lavoro

Per migliorare la redditività nel momento di crisi del settore auto, Nissan ha annunciato un piano che prevede una riduzione della capacità produttiva globale del 20%, puntando a tagliare 300 miliardi di yen di costi fissi e altri 100 miliardi di costi variabili. Il taglio di 9.000 posti di lavoro rientra in questo progetto di ristrutturazione, che coinvolge anche la partecipazione di Nissan in Mitsubishi Motors, ora ridotta dal 34% al 24%.

Previsioni ridotte e una nuova direzione per Nissan

Di fronte a questo quadro difficile, Nissan ha aggiornato per la seconda volta le previsioni per l’anno fiscale, abbassando la stima di produzione da 3,45 a 3,2 milioni di unità e riducendo le proiezioni di utile operativo annuale del 70%, da 500 a 150 miliardi di yen. “Stiamo affrontando una situazione grave e dobbiamo adattarci“, ha dichiarato Uchida, aggiungendo che l’azienda ha riconosciuto l’urgenza di creare una struttura più snella e resiliente per competere in un mercato in rapida evoluzione. Nissan introdurrà, inoltre, la nuova posizione di Chief Performance Officer a partire da dicembre, figura che avrà il compito di supervisionare il rilancio di vendite e utili, un passo significativo verso una ripresa a lungo termine.

Alessandro Pittau

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