L’eterna lotta per lo scettro di regina del segmento B sembra destinata a durare in eterno. Non ci sarà mai un vincitore, e se mai ci fosse non sarebbe una scelta condivisa da tutti gli appassionati.
Si può dire che sul gradino più alto del podio trovi posto la vettura che ha un numero maggiore di vendite? Oppure si può credere che sia la più affascinante la top car del segmento? Chi può dirlo? Non vedremo mai un’auto compatta svettare di una lunghezza sulle altre: i distacchi saranno sempre al fotofinish. E lo stesso vale anche se parliamo di due vetture concepite in periodi differenti: la “vecchietta” Punto ha perso l’aggettivo Grande prima ed Evo poi, ma non ha molto da invidiare alla giovane sorella d’oltralpe Clio. La Fiat con un progetto nato prima della crisi (nel 2006) riesce a cavalcare ancora un mercato che ormai è molto meno radicato di un lustro fa.
Three is megl che two
E proprio dai motori vogliamo iniziare: la Losanga francese ha sempre creduto, come tutti i costruttori d’altronde, alla bontà della configurazione a 3 cilindri, mentre i nostri torinesi hanno preferito il bicilindrico un po’ in onore della vecchia 500, un po’ pensando che gli attriti e le masse da spostare di soli due pistoni fossero inferiori. Scelta vincente sulla carta, meno sulla realtà, dove le vibrazioni, ma soprattutto il rumore creano un tale disorientamento che sembra di avere nel cofano il motozappa del nonno. Il bicilindrico ha avuto un successo inferiore alle attese: ottimo per le 500 e 500C magari sulle curve dalla CISA in direzione Viareggio scappottati con il vento tra i capelli. Lì il sound è di quelli giusti, raggiungendo l’apice del vintage con una sonora doppietta prima di ogni scalata, ma montato sulla Punto o peggio sulla Mito è anacronistico. Comunque i 145Nm a 2.000 giri sono belli pronti e spingono la Punto che ferma l’ago della bilancia a 1150kg (1075 dichiarati). La moderna Clio, con massa di 1115kg (1.009 dichiarati), con 10Nm in meno (135 sviluppati a 2.500giri), ma 5 cv (90cv) in più sembra meno reattiva della sua avversaria.
Motori a benzina, ma consumi da diesel
Cinque porte, tre porte o entrambe?
Le auto all’interno sono molto simili. Quattro adulti stanno comodi, in cinque brevi spostamenti sono fattibili, ma un lungo viaggio è stancante, sulla Clio di più per i numerosi fruscii aerodinamici dai montanti anteriori. Più comode e versatili le cinque porte della Clio le cui maniglie sono talmente ben integrate nel montante stile Alfa 147 che in tanti ci hanno chiesto se si trattasse della versione tre porte, che però non verrà prodotta.
Spigliate, comode, non sportive, ma sempre sicure
Alla guida l’italiana è sempre molto spigliata, anche con i cerchi lillipuziani non disdegna le curve, la francese gode di un comfort maggiore, senza per questo penalizzare il feeling. Ci saremmo aspettati un volante più diretto in stile Peugeot 208. Il rollio è presente su entrambe, ma in fondo si tratta di versioni dalla vocazione poco sportiveggiante. La punto 2013, rispetto alla Grande Punto, ha una taratura più turistica delle sospensioni che crea movimenti indesiderati del retrotreno e in caso di panic stop potrebbe impensierire un guidatore poco esperto. Nelle emergenze la sicurezza, però, non è mai messa in discussione complice anche l’ESP non disinseritile per entrambe. Da lodare la Clio che monta il regolatore e limitatore di velocità anche sul modello base, ci saremmo aspettati, vista la freschezza del progetto anche una frenata automatica attiva o sistemi con avviso di superamento corsia, opzionali su alcuni modelli di questo segmento. La Punto pecca invece di airbag laterali e ginocchia, disponibili solo a pagamento.
Non costano poco, ma si mantengono con poco
La Clio è quindi una vettura moderna e funzionale, pensata sia per le famiglie, che per i giovani più tecnologici. La Fiat, nonostante gli anni non cede il passo, si rinnova nel tempo e offre un motore all’avanguardia (anche se molto rumoroso). Per entrambi costi di gestione e consumi irrisori, grazie alla cilindrata lillipuziana. Ideale per coppie giovani (la Punto anche per i neopatentati), come seconda auto o perché no come unica auto di famiglia, senza il rimorso di non aver scelto il diesel.
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