Stessa culla, destini diversi. Se Microlino ha fatto parlare di sè, non ultima la per la nostra vittoria della prima Microlino Cup, una nuova avversaria si staglia all’orizzonte. Si chiama City Transformer CT-2 e l’abbiamo conosciuta da vicina nella giornata inauguarale del Salone Auto Torino 2024, conoscendo i suoi creatori e salendoci sopra per capire con i nostri occhi come è fatta e come funziona.
Prima di tutto, le presentazioni. Tutto risale al 2017, quando al Salone di Monaco la start-up israeliana City Transformer mostrò per la prima volta al mondo il suo prototipo di microcar, o quadriciclo come vuole chiamarlo la legge, a larghezza “variabile”. La magia, infatti, sta tutta qui, ma ci arriviamo con calma. Passano 7 anni e il progetto trova importanti finanziantori, tra cui la banca Santander, e si sviluppa. In Italia sarà, a partire dal 2026, prodotta dalla torinese CeComp, la stessa che produce la scocca della svizzera Microlino. Un destino che le accomuna, e non solo. Per fogare ogni dubbio, la City Transformer CT-2 costa 19.500 euro Iva compresa, un prezzo direttamente concorrenziale con la piccola italo-svizzera. I pre-ordini della CT-2 sono già aperti.
City Transformer CT-2: com’è fatta e quali sono le sue prestazioni
Venendo ai dati tecnici, la CT-2 è omologata come quadriciclo pesante, ha due posti disposti uno dietro l’altro, può contare su ben 450 litri (ma si punta ad estenderli a 500 litri seppur rinunciando al secondo posto), una potenza nominale di 20 CV (picco a 30 CV) e la sua velocità massima è di 90 km/h. Fin qui confrontando la sua scheda tecnica con quella di Microlino nessuna sorpresa, ma qui viene il bello.
La particolarità è data dalle due configurazioni con la quale può muoversi la CT-2: City, quando le ruote sono contenute entro il profilo della carrozzeria (con una larghezza poco sotto il metro) e Performance, quando le ruote sporgono (larghezza 1,3 metri).
In altre parole, nel traffico 30 centimetri fanno realmente la differenza e là dove le altre microcar non possono procedere, lei può sgusciare tra le auto e ovviamente sfruttare una sottile porzione d’asfalto quando è ora di parcheggiare, occupando uno spazio paragonabile a uno scooter. Quando serve spingere, avere le ruote “larghe” conferisce ovviamente maggiore stabilità e un maggiore piacere di guida.
Per completare i dati tecnici, la City Transformer CT-2 è lunga 2,5 metri, è alta 1,53 metri e il passo è di 1,8 metri. Quando la CT-2 è larga un metro, il diametro di sterzata è di soli 8,2 metri. Saliti a bordo, quanto meno si rimane sorpresi di trovare il volante di un iCockpit Peugeot tra le mani, con i suoi pulsanti parzialmente cambiati. La larghezza si imposta da un comando dedicato a sinistra, a destra si imposta la modalità di guida. L’abitacolo è ben realizzato, c’è il climatizzatore (non paragonatela a Citroen Ami o FIAT Topolino, qui è tutto più “figo”).
Si gode di buona visibilità grazie all’altrettanto buona superficie vetrata e non c’è quel senso di costringimento dato dal sedile singolo, nel senso che c’è sufficiente spazio a lato del corpo e anche i più alti stanno comodi. Bene il bagagliaio, siamo su livelli di una Alfa Romeo Junior su poco più di 2 metri di auto, e bene il lunotto che si apre separatamente dalla ribaltina inferiore, a seconda dell’operazione di carico da effettuare.
Ovviamente stiamo parlando di una microcar elettrica, e non potrebbe essere altrimenti, con batteria da 15 kWh: si ricarica dalla presa domestica in 4 ore e mezzo. Autonomia? I simpatici fondatori assicurano fino a 180 km, che possono scendere a 120 se si imposta il riscaldamento o l’aria condizionata fredda d’estate (altro “lusso” che non si trova sulle microcar di Stellantis).