La Citroen XM è una berlina di lusso prodotta dalla casa automobilistica francese Citroën tra il 1989 e il 2000. Citroen ha venduto 333.775 XM durante gli 11 anni di produzione del modello. Circa sei mesi dopo il suo lancio, la XM ha vinto il prestigioso premio europeo Car of the Year 1990 oltre ad altri 14 premi importanti.
Alla fine del 1984 in Citroen prese il via il progetto Y30, finalizzato alla realizzazione dell’erede della CX, berlina dalle linee innovative, ma in commercio oramai da 10 anni e quindi non più freschissima.
Lanciata il 23 maggio 1989, la XM era la moderna idea di Citroen per un’ammiraglia, ma in questo caso si preferì lasciare ampia libertà di movimento agli stilisti. A tale proposito, non venne chiamata in causa solo l’équipe del Centro Stile Citroën di Vélizy, ma anche altri tre esponenti del design automobilistico: lo Studio Innovazioni di Carrières-sous-Poissy, la carrozzeria Bertone di Grugliasco (TO) e Marcello Gandini.
Per quanto riguardava l’abitacolo, l’incarico fu assegnato a Bob Matthews, il cui progetto fu preferito ad altre tre proposte per la pulizia delle sue linee ed il fatto che si sia pensato in maniera particolare anche al comfort dei passeggeri posteriori, per i quali Matthews scelse di rialzare leggermente il divano posteriore in modo da permettere una miglior visuale anche a chi avrebbe preso posto in questa zona.
Le radici sono comuni con la Peugeot 605 e la Citroen XM può essere considerata un oggetto da collezione, come hanno fatto sia la DS che la CX. La particolarità della sua linea era la completa assenza di curve e l’utilizzo a profusione di spigoli che la rendevano più anticonformista rispetto alla 605. La vetratura fasciava completamente la vettura, tanto che la XM possedeva ben 13 vetri, uno dei quali, interno, proteggeva i passeggeri dal freddo durante l’apertura del portellone.
Ci sono stati molti progressi sul lato della progettazione, molto probabilmente pensati per contrastare le principali critiche della sua antenata CX. Per migliorare l’assetto la Citroen XM dispone quindi di una gestione elettronica attiva della sospensione; poi mentre la CX arrugginiva, la XM aveva una scocca parzialmente zincata. Inoltre, la CX aveva motori sottodimensionati, la XM, invece, offrì l’opzione di un motore V6 da 3 litri, il primo V6 in una Citroen da quando la SM (con motore Maserati) cessò la produzione a metà degli anni ’70.
La XM si trovava quindi ad armi pari con quasi tutte le concorrenti europee di dimensioni simili: progettata per competere contro veicoli come l’Audi 100 e le BMW 5 Series, che rappresentavano il 14,2% del mercato europeo. Senza dimenticare la Ford Scorpio e l’Opel Omega.
La ripartizione degli spazi era marcatamente più efficace nella Citroen XM rispetto al passato, sia in larghezza che in altezza e per spazio delle gambe. La lunghezza è di 4.709 mm, mentre la larghezza e altezza sono 1.793 mm e 1.392 mm. Il passo è, anch’esso, parecchio lungo: 2.850 mm.
L’architettura meccanica della Citroen XM prevedeva la classica accoppiata costituita dal motore anteriore trasversale e dalla trazione anteriore. Al suo debutto, la XM era prevista in cinque varianti motoristiche:
La vettura era fornita con cambio manuale a 5 marce, ma a richiesta era possibile avere un cambio automatico a 4 rapporti.
Le sospensioni autolivellanti idropneumatiche sono le caratteristiche peculiari di questa particolare auto. Questo sistema utilizza sensori nello sterzo, freni, sospensioni, pedale dell’acceleratore e trasmissione per capire le condizioni della strada e della guida.
Il sistema Hydractive è sì capace di adattarsi al fondo stradale e al tipo di guida, ma risulta spesso inaffidabile. Molti problemi sono causati dalla scarsa qualità dei blocchi di messa a terra. Questi si corrodono (specialmente nel vano motore), causando tutti i tipi di guasti intermittenti che sono difficili da diagnosticare.
Quando il sistema Hydractive funziona, il risultato è una corsa sul “tappeto magico” e una migliore maneggevolezza rispetto alle classiche molte elicoidali delle auto sportive più piccole e leggere. Quando non funziona l’assetto diventa duro e irregolare, sebbene non peggio di qualsiasi altra berlina sportiva ad elevate prestazioni. Alcuni modelli di produzione della Citroen XM non erano dotati del sistema Hydractive, ma avevano una sospensione convenzionale.
Una funzione singolare presente su alcune versioni era il “DIRAVI”, “Direction à rappel asservi” che significa letteralmente “sterzo con ritorno controllato”, precedentemente presente sulla SM e sulla CX. Questa opzione era disponibile solo per il mercato di esportazione francese e solo per i modelli 3.0 V6. Un’utile funzione del DIRAVI è la sua capacità di far ritornare il volante in posizione centrale, anche quando l’auto è ferma. Ciò è particolarmente utile quando si parcheggia, inoltre questa funzione aiuta anche quando guida in linea retta sulle autostrade. Non ci è un vero collegamento meccanico tra ruote e volante e il feedback è artificiale, con una strana sensazione. La maggior parte degli estimatori Citroen si abitua comunque al DIRAVI in pochissimo tempo.
Come abbiamo detto l’XM condivide il pianale con la Peugeot 605, ma a differenza di questa, la XM aveva un terzo volume più allungato, pensata per essere desiderabile in alcuni mercati europei. E anche per questo motivo era caratterizzata da un coefficiente di penetrazione aerodinamica molto basso (Cx di 0,28) che favoriva le prestazioni e contribuiva a ridurre i consumi.
Durante i primi due anni di produzione e nonostante il suo prezzo di partenza fosse ben più alto della sua progenitrice, la Citroen XM ottenne buoni risultati in termini di vendite; nei primi due anni vennero immessi sul mercato oltre 130.000 esemplari, ma ben presto il trend ebbe ad invertirsi bruscamente, a causa del manifestarsi di precoci e gravi difetti, evidenziati dalla stampa automobilistica, che gettarono molte ombre sull’immagine del modello.
A metà del 1994, la XM è stata rivista al fine di migliorare la competitività, piuttosto scarsa prima di allora. Anche il restyling però non ha avuto un impatto sostanziale sulle vendite. La Citroen XM ha sofferto di un basso valore di rivendita, che ha influito sulle vendite di auto nuove. Verso la metà degli anni ’90, era evidente che l’immagine della francese era meno desiderabile della BMW Serie 5.
Tutti i modelli ultimi sono stati dotati di airbag (decretando la fine del classico volante a raggio singolo), di pretensionatori delle cinture, vi è stata l’adozione di un sistema di sterzo posteriore passivo simile a quello della Citroen Xantia.
Per mitigare le perdite nel 1991, al Salone di Francoforte, fu presentata anche la XM Break, ossia la versione station wagon, che grazie ai suoi quasi 5 metri di lunghezza divenne la più grande tra le familiari in produzione in quel periodo. Le motorizzazioni previste per la grossa giardinetta erano le stesse della berlina, con l’eccezione del 2.0 a carburatore.
La mesta uscita di produzione venne decretata nel novembre del 2000, dopo aver totalizzato poco più di 330.000 esemplari nel giro di ben undici anni. Nel gennaio del 2001 venne messa in commercio la C5 che, ponendosi per dimensioni tra la XM e la Xantia, non poteva ricoprire appieno il ruolo di ammiraglia della Casa francese, riproposto solo nel 2005 con l’uscita della C6.
Sebbene le vendite totali non siano state molto entusiasmanti, oggi la Citroen XM è oggetto delle attenzioni di molti appassionati e un po’ dappertutto stanno sorgendo Club di modello che valorizzano una vettura ottima e al contempo decisamente sfortunata.
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