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Che fine hanno fatto gli e-fuel, la salvezza per la mobilità futura?

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L’industria automobilistica deve prendere decisioni decisive ora per garantire che il parco auto diventi neutrale in termini di CO2. Attualmente, la quasi totalità degli italiani preferisce i motori a combustione, come dimostrano le statistiche di immatricolazione delle nuove auto, che vedono una predominanza di veicoli alimentati a Diesel o benzina, spesso con un supporto elettrico (Mild, Full e Plug-in Hybrid). L’auto elettrica, sebbene in leggera crescita, rappresenta solo una minoranza e difficilmente raggiungerà quote significative nelle nuove immatricolazioni del futuro prossimo.

La transizione voluta dall’Europa

L’UE ha stabilito obiettivi ambiziosi per diventare a zero emissioni. Tuttavia, senza un cambiamento significativo, con questo ritmo di immatricolazioni elettriche, l’attuale parco di motori a combustione rimarrà praticamente invariato. Alcuni progressi sono già in atto, come l’uso del carburante HVO in alcuni motori Diesel. Tuttavia, è urgente guardare in faccia la realtà e trovare soluzioni per alimentare i motori a benzina senza combustibili fossili e riducendo le emissioni di CO2.

Il ruolo cruciale degli e-fuel

La produzione di massa di e-fuel è fondamentale per raggiungere questi obiettivi. Senza investimenti anticipati, resteranno un sogno irrealizzabile a causa dei loro alti costi energetici e di produzione. La strategia migliore è iniziare a mescolare carburanti sintetici con quelli fossili in quantità crescenti, consentendo alle aziende di investire e sviluppare processi produttivi più efficienti.

La produzione di carburanti elettronici richiede una grande quantità di elettricità, necessaria per generare idrogeno verde e catturare CO2 dall’aria. Questo processo, sebbene essenziale, è meno efficiente rispetto all’uso diretto dell’energia per la ricarica delle auto elettriche.

Il segreto è la “transizione dolce”, ma siamo già in ritardo

Una quota a livello europeo potrebbe facilitare l’introduzione degli e-fuel, rendendo il passaggio più accettabile anche per chi è scettico riguardo all’eliminazione del motore a combustione. Tuttavia, l’implementazione deve iniziare subito per evitare ritardi che potrebbero compromettere gli obiettivi di neutralità carbonica.

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