Per una Ferrari che, due su due, Australia prima e Bahrain ora, se ne torna a casa con tanti dubbi e poche conferme, c’è la splendida conferma di un ragazzino di 21 anni che si sta prospettando come il futuro campione della categoria. Ok, è facile esaltarsi dopo una prestazione così ma tutti noi appassionati, tra sabato e domenica, ci siamo resi conto di aver assistito alla nascita di un qualcosa di magico, qualcosa che, probabilmente, ci porteremo dietro da qui ai prossimi anni.
Senza scomodare paragoni troppo importanti, il Gran Premio del Bahrain è stato pur sempre il suo 23° GP, Leclerc in Bahrain è sembrato una spanna sopra tutti. Sopra Vettel, schiacciato dai suoi fantasmi ma, attenzione, ancora in grado di dire la sua con la testa a posto, sopra Hamilton, tanto da costringere l’inglese a chinare il capo ed ammettere, nel retro podio, che lui, Charles, ha una grande carriera davanti a sé…detto da un cinque volte campione del mondo, conscio di essere ripreso dalle telecamere, è già un pezzo di storia consegnata ai posteri.
Insomma, la promessa della Ferrari Driver Academy sta entrando nei cuori di tutti, ferraristi e non. Sull’onda emotiva del guasto che l’ha condannato a non vincere, ma basta aspettare una o due gare, ci siamo già dimenticati di Vettel e abbiamo incoronato il giovane monegasco, che sembra immune alla pressione che invece danneggia l’altro lato del box Ferrari.
In tutto questo, la Ferrari è stata amaramente costretta, causa proplema tecnico (Binotto ha parlato nel dopo gara di guasto a un cilindro) a tarpare le ali al suo giovane Cavallino rampante, ma tutti, e non l’hanno scoperto oggi, si sono resi conto che il campione del futuro ce l’hanno già in casa.
Indicativo l’aneddoto raccontato da Leo Turrini su Race Anatomy, la consueta analisi post GP sui canali Sky, quando racconta che, diversi anni fa, il povero Jules Bianchi, destinato a prendere il sedile di Raikkonen in Ferrari, indicò proprio un sedicenne col ciuffo quando gli venne chiesto chi, per lui, fosse destinato a diventare il campione del futuro…quel ragazzino era Charles Leclerc.
Un altro paragone cade a fagiolo, pensateci: quando Hamilton arrivò in McLaren nel 2007, lui sì al debutto assoluto dopo la vittoria in GP2 nel 2006, vincendo non prima della sesta gara, in Canada, si capì fin dal principio che Alonso si era ritrovato, nella squadra che l’aveva voluto dopo i due titoli mondiali in Renault, un compagno molto scomodo. A fine anno Alonso se ne andò, e, a parte i due mondiali sfumati con la Ferrari, la sua carriera da quel momento prese un’altra piega…
Con questo non vogliamo dire che Vettel è spacciato, anzi, deve solo tornare quello che è, che sa essere, ma in F1 gli equilibri si spostano in fretta e altri errori come quello, banale, del Bahrain, difficilmente gli verranno perdonati.
Se il ventunenne di belle, bellissime speranze, si confermerà su questi livelli anche nelle prossime gare, e non avrebbe senso pensare il contrario, assisteremo a una delle più belle stagioni degli ultimi anni. Tenetevi forte, lo spettacolo è appena cominciato…
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