La notizia che tutti gli automobilisti si aspettavano è arrivata: il taglio delle accise è stato prorogato fino al 18 novembre 2022. Il Consiglio dei Ministri in uno degli ultimi atti prima del passaggio di consegne al nuovo esecutivo ha dato il via libera a questo provvedimento la cui scadenza, dopo una serie di rinnovi, era stata fissata per il prossimo 31 ottobre.
Caro carburanti: prorogato il taglio delle accise fino al 18 novembre 2022
La proroga al taglio delle accise è stata varata con un nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, nell’attesa dell’insediamento del nuovo Governo. La decurtazione di circa 30 centesimi al litro sui carburanti continuerà quindi ad esserci proseguendo sulla scia dei precedenti decreti, con una logica emergenziale fatta di continue proroghe di brevi periodi per affrontare l’aumento dei costi dei carburanti. Il modus operandi è fortemente criticato dalle associazioni dei consumatori che chiedono interventi strutturali e di lungo periodo. Spiccano le affermazioni del presidente di Assoutenti Furio Truzzi, il quale ha detto:
“Il taglio delle accise è una misura ormai superata e non più adatta ad affrontare l’emergenza prezzi in Italia, soprattutto alla luce della nuova risalita di benzina e gasolio alla pompa. La questione carburanti va affrontata con nuovi e più efficaci interventi, e ci auguriamo che il prossimo Governo sappia trattare il tema in modo più incisivo. Ricordiamo infatti che la crescita dei listini di benzina e gasolio ha effetti diretti sull’inflazione e sull’economia, determinando il rialzo dei prezzi di tutti i prodotti trasportati”.
Più dirette le parole proferite da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che commentando la nuova proroga sottolinea le preoccupazioni per ciò che ci attende nelle prossime settimane:
“Per i carburanti, infatti, secondo il dato settimanale di martedì del Mite, non solo il gasolio ha sfondato nuovamente la soglia di 1,8 euro al litro, ma ha registrato il terzo maggior rincaro settimanale di sempre, oltre 9 centesimi al litro, pari a 4 euro e 68 centesimi a rifornimento. Un aumento dovuto al taglio della produzione di appena 100.000 barili di petrolio al giorno decisa a settembre dai Paesi Opec+. È evidente che a novembre, quando la riduzione salirà a ben 2 milioni di barili, saranno guai. Il nuovo governo, però, non potrà limitarsi a rinnovare fino a fine anno la diminuzione di 25 centesimi delle accise, ma dovrà ampliarla, anche retroattivamente”.
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