Doppio rene nuovo o doppio rene “classico”? Sembra che ormai il dibattito sulla BMW Serie 4 si limiti a tutto questo, ma in realtà dietro a questa scelta stilistica si nasconde un mondo interno dedicato al nuovo modello, che ha scelto di abbandonare il passato e di far parlare di sé, in un modo o nell’altro.
Dopo il primo contatto in anteprima abbiamo messo alla prova la versione più performante prima di arrivare alle sportivissime M, colei che il badge della Casa di Monaco di Baviera lo espone comunque in maniera orgogliosa, anche se con un altro spirito. Parliamo della M440i xDrive, la versione con il 3.0 biturbo, 6 cilindri in linea, da 374 CV e 500 Nm di coppia. Scopriamo com’è e come va nel nostro test drive.
La BMW Serie 4 è lunga 4,76 metri (ben 12,8 centimetri in più rispetto alla precedente), larga 1,85 metri, alta 1,38 metri, con un passo di 2,85 metri. Partiamo subito dal doppio rene, che si ispira ai modelli del passato, come la storica BMW 328 del 1936 o ancora la BMW 2002. Heritage, quindi, che può piacere o meno, e che vi consigliamo di vedere dal vivo prima di approvare o bocciare definitivamente. Possiamo sicuramente affermare che più si sale di sportività con le versioni, più il doppio rene convince: già nella 440i il frontale è molto più apprezzabile, ma raggiunge il suo massimo nelle M4.
L’esemplare da noi provato nella colorazione Artic Race Blue metallic, inoltre, ce l’ha messa tutta per abbellire al massimo il frontale, dove si trovano ampie prese d’aria, inserti in grigio a contrasto e bei fari con tecnologia Laser. La fiancata propone sbalzi corti, portiere lunghe e cerchi da 19 pollici Double Spoke, in grado di snellire la vista laterale, anche se i 20 pollici sarebbero ancora più efficaci, ma non sono presenti a listino (solo la M4 al posteriore li monta come optional). Dietro ci sono gruppi ottici a LED a forma di L in posizione orizzontale che si avvicinano molto alla targa, scarichi a vista e un estrattore in contrasto con la carrozzeria, piacevole alla vista poiché è in nero lucido, ma molto facilmente segnabile e soggetto allo sporco. Peccato anche per le prese d’aria, per la maggior parte finte.
All’interno della BMW 440i il parallelismo con la Serie 3 si fa più evidente. Pochi i tasti fisici così come si evidenzia la presenza dei due schermi “presi in prestito” dalla sorella a 5 porte. Il display del quadro strumenti è da 12,3 pollici mentre di serie, in posizione centrale sulla plancia, c’è il touch da 10,25 pollici, basato sul sistema operativo BMW 7.0, con controllo vocale e comandi gestuali.
Non mancano Apple CarPlay e Android Auto wireless, per una perfetta integrazione con il mondo degli smartphone. A tal proposito, una volta configurato il mirroring con il cellulare, all’ottimo sistema di infotainment della Serie 4 non avrete più niente da chiedere, se non per i settaggi dell’illuminazione ambientale o di qualche altra impostazione. Ormai il futuro va verso quella direzione, con i sistemi nativi, soprattutto per quanto riguarda la navigazione, che piano piano scompariranno. Molto apprezzata l’ergonomia del volante dalla corona molto spessa, anche se esteticamente preferivo il design dei “vecchi” volanti M Sport, più snelli e compatti al centro.
Per quanto riguarda comfort e qualità, la Serie 4 prevede il clima a tre zone di serie, i sedili elettrici sportivi (optional) che sono praticamente uguali a quelli che potete trovare di serie sulla M4. Questi sono molto confortevoli e ben contenitivi, oltre a dare un tocco di grande sportività all’abitacolo, smorzato dall’eleganza della pelle Vernasca Cognac che riveste la maggior parte degli interni. Una configurazione più elegante che sportiva, più apprezzabile da un cliente maturo e perfettamente in linea con il target anche a livello prestazionale, come vedremo in seguito.
Bene lo spazio e la comodità per i passeggeri anteriori, ma se dietro le gambe trovano il giusto alloggiamento, quello che crea fastidio se si è più alti di 1,70 cm è lo spazio per la testa, che tende a toccare. Il bagagliaio, infine, ha di serie i sedili posteriori che si abbassano con il frazionamento 40:20:40, raggiungendo una capacità di 440 litri, non male per una coupé, niente di eccezionale per le dimensioni complessive.
Circa 100 cavalli in meno rispetto alla M4 (480 CV), ma ha uno spirito diverso, come scopriremo a breve. La 440i, inoltre, propone la trazione integrale e un sistema mild hybrid che le permette di essere omologata a libretto come veicolo ibrido, con tutte le agevolazioni del caso.
Come già accennato, il motore è il 3.0 6 cilindri in linea da 374 CV e 500 Nm di coppia, abbinato esclusivamente al cambio automatico ZF a 8 rapporti e alla trazione integrale xDrive. Non appena si sale a bordo dell’auto e si chiude la portiera il porgi cintura ci dà il benvenuto a bordo. La posizione di guida è ampiamente regolabile e soddisfa ampiamente anche me, che amo sedermi il più in basso possibile.
Questo è merito anche di un baricentro più basso (-21 mm) rispetto alla Serie 3, che, unito a un posteriore più largo (+23 mm) e un perfetto bilanciamento dei pesi (50:50), conferma che la Serie 4 ha un’indole più sportiva rispetto alla sorella a 5 porte.
I numeri di questa 440i confermano: da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi per una velocità massima autolimitata di 250 km/h. L’accelerazione è, infatti, veramente bruciante e l’allungo non è da meno, con un’erogazione senza strappi, particolarmente fluida e costante, fino al limitatore. Il Mild Hybrid svolge un ruolo veramente di nicchia, ma si fa sentire negli start & stop anticipati (a circa 20 km/h in rilascio l’auto si spegne), nel veleggiamento a velocità costante e nelle partenze brusche, dove dona un ulteriore boost.
Il cambio a 8 marce con paddle al volante come sempre non tradisce le aspettative, garantendo velocità e intuitività, sia in manuale sequenziale, sia in automatico. Chiaro che, più aumentano i cavalli, più si pretende velocità da questo ZF, che sa ripagare le aspettative in maniera egregia, grazie a una buona logica di funzionamento.
Pecca, soprattutto se rapportato alle tarature dei modelli passati, lo sterzo, che risulta un po’ vuoto al centro e non troppo diretto nel complesso. Parliamo di un comando comunque ben realizzato, ma non come ci aveva abituato la Casa tedesca negli anni passati, anche per quanto riguarda il feedback restituito in curva.
Questo elemento, unito all’assetto mai troppo rigido, ci fanno preferire una guida da gran turismo rispetto a sportiva pura. La Serie 440i ama accompagnarvi tra le curve ad una andatura allegra ma non troppo. Il comparto delle sospensioni è capace di assorbire bene le buche e anche in Sport Plus con assetto ottimizzato – una delle molteplici modalità di guida, interamente personalizzabili a piacimento – il comfort non viene mai meno. Detto questo, è sottinteso che le prestazioni non mancano, ma è il feeling che vi dà la vettura durante la guida sportiva che comunica di godersi la guida a velocità inferiori con quel filo di tranquillità in più. La “colpa” di questo spirito meno corsaiolo è data anche dal peso, non proprio piuma, di 1.740 chilogrammi, che si sentono principalmente nei cambi di direzione repentini.
Silenziosità, morbidezza e comodità accolgono il guidatore fin dai primi chilometri e anche in autostrada si viaggia senza rumori con un filo di gas, coccolati dai sistemi di assistenza alla guida e consumi più che onesti se consideriamo le potenze in gioco (nel nostro test abbiamo registrato percorrenze superiori ai 10 km/l). Prima di parlare degli ADAS, bisogna menzionare la gestione della trazione, integrale nel caso della 440i xDrive, che più che mai è in grado di garantire sicurezza ed efficienza. Sotto la pioggia o con fondi a bassa aderenza, la nuova “4” vi restituisce una guida incollata all’asfalto senza eccessi di sovrasterzo o sottosterzi pericolosi, per una guida molto neutra e una gestione dell’ESP degna di nota. Per osare di più si può sempre disattivare il controllo di trazione.
Una piccola nota dolente: dall’interno, il doppio scarico della BMW Serie 4 è piuttosto “strozzato”, o meglio convogliato male dalle casse, ma in realtà le note dei terminali con valvola attiva in Sport e Sport Plus sono discrete, condite anche da qualche piacevole borbottio.
Infine, per quanto riguarda i sistemi di assistenza alla guida, la Serie 4 coupé propone di serie l’avvertimento di collisione anteriore con intervento frenante, il Lane Departure Warning che include il ritorno di corsia (con assistenza allo sterzo) e il sistema Speed Limit Info. Molto scenografici i segnali luminosi sul volante che indicano quando riprendere in mano il comando attraverso i colori verde, giallo e rosso. Il Driving Assistant Professional presente sulla vettura da noi provata aggiunge una serie di funzioni tra cui Steering e Lane Control Assistant con la nuova Active Navigation, che utilizza i dati di navigazione per rilevare eventuali cambi di corsia necessari. Il Parking Assistant optional ora include anche l’assistente per la retromarcia, mentre la tecnologia Parking Assistant Plus include il BMW Drive Recorder, che può registrare fino a 40 secondi di video dell’ambiente esterno al veicolo.
Il listino prezzi della BMW Serie 4 parte da 50.750 euro per la 420i, mentre la 440i xDrive parte da 78.000 euro. Come da sempre ci abituano le Case tedesche, BMW compresa, la lunga lista degli optional finisce per far crescere non di poco il prezzo di listino finale.
La versione da noi provata, infatti, parte da circa 78.000 euro, ma sale fino al prezzo di 91.800 euro, per via di una serie di equipaggiamenti tra optional e pack, tra i quali troviamo la vernice Artic Race Blue metallic (1.100 euro), i cerchi Double Spoke da 19” (1.000 euro), la Pelle Vernasca Cognac con cuciture decorative (1.600 euro), il Comfort Package (apertura bagagliaio comfort, regolazione elettrica sedili, sistema apertura keyless a 2.400 euro), il Pacchetto Innovation (driving assistant, Head up display, Fari Laser, Live cockpit, Driving Assistant, Connected package a 4.999 euro), i Sedili anteriori M (1.000 euro), il Parking Assistant Plus (520 euro), il tettuccio apribile (1.230 euro) e l’impianto audio Harman Kardon (950 euro).
In attesa della nuova Classe C Coupé, l’unica concorrente premium della Serie 4 è l’Audi A5, più precisamente la 45 TFSI, anche se è meno potente, poiché la S5 di ultima generazione è rimasta solo in versione TDI.
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