La rinascita di Bizzarrini, marchio italiano acquistato da Pegasus Brand, passa da quella che non è sbagliato definire al confine tra una supercar e una hypercar: la Bizzarrini Giotto. Il nome deriva dal fondatore dell’azienda, Giotto Bizzarrini, mentre la sua linea è opera di Giorgetto Giugiaro, coadiuvato dal figlio Fabrizio.
Si tratta di un’auto che è una renterpretazione, in chiave moderna, delle leggendarie Bizzarrini del passato: l’iconico frontale per esempio è stato disegnato pensando al muso della 5300 GT, con le due prese d’aria che l’hanno caratterizzata. La storia della 5300 GT parla di un’altra collaborazione fra Bizzarrini e un giovane Giugiaro, che agli inizi degli anni 60’ contribuì al design. Alla veneranda età di 85 anni recentemente compiuti, l’ennesimo capolavoro stilistico del maestro italiano.
La Bizzarrini Giotto è costruita per mettere in risalto il suo motore posteriore-centrale, attraverso delle prese d’aria laterali che quasi sembrano abbracciare la carrozzeria; un elemento di design che mette in luce la grande potenza di questa supercar a trazione posteriore, spinta da un motore V12 prodotto insieme a Cosworth. Si tratta appunto di un dodici cilindri naturalmente aspirato, implementato unicamente per la Giotto, e con una cilindrata di esattamente 6.626 cc, in tributo alla data di nascita di Giotto Bizzarrini, nato il 6 giugno 1926. I designer si sono concentrati sulla performance, senza però lasciare da parte l’occhio e l’aerodinamica: lo dimostra lo splitter anteriore derivato dalla Formula 1, che imprime un’altissima deportanza al veicolo.
La tradizione di Bizzarrini è sempre stata quella di trovare soluzioni all’avanguardia anche in fatto a materiali per ridurre il peso: la scelta di utilizzare la fibra di carbonio per la carrozzeria è molto azzeccata in questo senso. La Giotto si potrà guidare anche in strada, essendo normalmente omologata per lo standard Euro 7, a partire, probabilmente dal 2025; intanto aspettiamo i test su strada nel 2024 per vedere la Bizzarrini Giotto nel suo habitat naturale.
Autore: Flavio Garolla
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