Se l’Unione Europea ha deciso di mettere fine alla vendita di auto con motori Diesel e benzina, la speranza di alcuni nel prolungare la vita di queste vetture non si affievolisce. Speranza alimentata dagli eFuels, vale a dire i biocarburanti, con il Biodiesel già disponibile in Italia in alcune stazioni di servizio marchiate ENI. Insomma, meglio investire sull’elettrico o iniziare a pensare seriamente ai Biocarburanti per questa fase di grande transizione che sta interessando il mondo dell’auto?
Il Biodiesel in circolazione in Italia è disponibile in alcune delle stazioni di servizio ENI, si chiama HVOlution ed è un biocarburante che viene prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali, e da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. Stando a quanto dichiarato dall’ENI, il Biodiesel HVOlution sarebbe capace di dare un concreto contributo all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti anche pesanti. Utilizzo, erogazione e distribuzione sarebbero anche tutto sommato semplici, in quanto utilizzabile con le attuali infrastrutture ed in tutte le motorizzazioni omologate, di cui mantiene invariate le prestazioni. Questo progetto nacque nel 204 e trova, a quanto pare, compimento nel momento migliore, nel momento in cui si sta manifestando sempre più la necessità di queste nuove tipologie di carburanti.
ENI diede vita al progetto trasformando le raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie, divenute dal 2022 palm oil free. La tecnologia Ecofinin consente di trattare materie prime vegetali di scarto ed olii non edibili per produrre biocarburante HVO (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato). Di cui Eni Sustainable Mobility è il secondo produttore in Europa. Questo biocarburante è composto al 100% da HVO puro, in grado di tagliare le emissioni dal 60 al 90%, nell’intero ciclo di vita. Il combustibile è stato testato con svariati utilizzi quali la movimentazione di passeggeri a ridotta mobilità negli aeroporti ed i veicoli commerciali della logistica.
Stando a quanto riferisce ENI, HVOlution addizionato al gasolio è presente al 15% nell’Eni Diesel+ già dal 2016, in oltre 3.500 stazioni di servizio in Italia. Per riuscire in questo progetto, ENI ha siglato accordi che permettono di valorizzare scarti e rifiuti utilizzandoli come feedstock per produrre biocarburanti. In diversi paesi africani come Kenya, Mozambico e Congo, sta sviluppando una rete di agri-hub in cui produrre olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali ed aree degradate. Proprio recentemente dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni. Mentre a Venezia è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. L’obiettivo di ENI è quello di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle bioraffinerie entro il 2025.
Tenendo conto dell’attuale parco auto, sono svariate le vetture compatibili con l’utilizzo del Biodiesel HVOlution. Al momento si tratta di auto di ultima generazione, le Diesel del Gruppo Volkswagen, quindi tutti i TDI, sia da 2 litri che da 3 litri, sia 4 cilindri che V6. Sono compatibili anche diversi Diesel Toyota come il van Proace oppure i nuovi pick-up Hilux prodotti a partire dal primo quadrimestre 2023. Non sono esclusi anche i Diesel di Peugeot e Citroen.
Sono ben 50 le stazioni di servizio ENI presenti in Italia che possono erogare il nuovo Biodiesel HVOlution. Per sapere l’elenco basta visitare il sito web www.enistation.com filtrando la ricerca spuntando nel filtro di ricerca la voce “HVOlution”. I prezzi del Biodiesel sono del tutto comparabili a quelli del Diesel+ erogato dalla stessa stazione di rifornimento, oggi intorno ai 1,914 euro/litro.
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