In Francia avrebbero deciso di penalizzare le auto elettriche cinesi. I politici di mezz’Europa temono il propagarsi dell’industria automobilistica cinese ma non riescono a trovare una vera e propria soluzione, ecco perchè la svolta potrebbe arrivare dal governo francese. Da Parigi starebbero per penalizzare le auto elettriche cinesi erogando degli incentivi che cerchiamo di spiegarvi in queste righe.
Molti Paesi europei vorrebbero penalizzare e contrastare il mercato delle auto elettriche cinesi, ma nessuno, o quasi, lo fa veramente. Ad affrontare questa situazione è la Francia, dove potrebbero essere erogati degli incentivi auto che penalizzano la concorrenza cinese. Questi incentivi saranno basati sulle emissioni totali nel ciclo di vita di un’auto, inoltre verrà calcolato l’impatto ambientale dei vari componenti. L’esecutivo Macron per invogliare gli automobilisti francesi a cambiare auto, scegliendo un modello a basse emissioni di produzione quanto meno europeo, avrebbe deciso di finanziare l’aggiornamento del parco circolante della auto d’oltralpe con una ratio differente rispetto a quanto fatto fino a oggi poiché a decretare l’importo degli incentivi non saranno più le emissioni allo scarico, ma anche quelle dell’intero ciclo di vita.
A quanto pare, la nuova normativa francese in merito agli incentivi auto prevede che ogni nuova vettura elettrica venduta verrà valutata in base a sei criteri:
Al termine di questo lungo processo, all’auto verrà assegnato un punteggio da 0 a 100 e solo raggiungendo una quota superiore a 60 si potrà beneficiare degli incentivi. Non tutte le auto saranno valutate allo stesso modo, ad esempio le citycar con meno di cinque posti ed un’autonomia massima di 180 km saranno valutate in maniera differente, ma a riguardo non sono state pubblicate le tabelle.
Questa decisione del governo Macron è stata presa poiché, a quanto pare, una batteria prodotta in Cina emetterebbe fino a 3 volte più CO2 di una prodotta in Francia, al tempo stesso un’auto compatta prodotta in una fabbrica cinese emetterebbe il 45% in più di CO2 rispetto ad un’auto assemblata in Francia considerando anche il trasporto verso i nostri lidi. Quindi è logico interpretare questa decisione che sa tanto di protezionismo volto a tutelare i brand francesi ed europei in generale, chiudendo le porte all’invasione cinese, un po’ come già fatto col tanto discusso Inflaction Act degli Stati Uniti d’America.
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