Storiche

Aston Martin DB5, i 60 anni della GT più iconica di sempre

Tempo di lettura: 6 minuti

In pochi, al lancio della nuova GT di Casa Aston Martin, la DB5, datato 1963 si immaginavano che quella Gran Turismo elegante e raffinata potesse diventare una delle automobili più amate e iconiche di sempre. Grazie ad una linea senza tempo disegnata dalla matita della milanese Touring, una scocca Superleggera nuovamente realizzata dalla carrozzeria italiana e un comportamento dinamico di prim’ordine, negli anni ’60 Aston Martin DB5 divenne una delle sportive più apprezzate, rivale di Ferrari, Maserati e Jaguar.

La consacrazione di Aston Martin DB5 è però arrivata nel 1964, con il debutto al cinema di quest’icona al fianco dell’agente segreto più famoso di tutti i tempi, James Bond, nel primo film del franchising Goldfinger. Con l’agente 007, interpretato all’epoca da Sean Connery, si instaurerà un rapporto arrivato ai giorni nostri, arrivando all’ultimo film del franchise, No Time to Die del 2021. Questa partecipazione nel mondo del cinema ha reso l’Aston Martin DB5 la Gran Turismo più iconica di sempre. La sua eredità è portata avanti dalla nuova DB12, erede non solo spirituale di DB5 arrivata sul mercato quest’anno. Per celebrare il legame tra DB5 e DB12, Aston Martin ha deciso di ricordare la sua storica DB5, affiancandola alla nuova GT con motore V8 della Casa di Gaydon.

La nascita della Aston Martin DB5, dalla DB4 all’icona del 1963

Com’è nata allora la più amata delle Aston Martin? Aston Martin DB5 ha visto la luce nella vivace e vibrante Inghilterra degli anni ’60, la patria degli Swingin’ Sixties. Il Regno Unito era, all’epoca, il centro del mondo per una nuova cultura più divertente, brillante e sbarazzina, dai Beatles alla nascita della minigonna, dalla MINI al fenomeno della Jaguar E-Type, elegantissima e relativamente economica sportiva che rivaleggiava l’allora ammiraglia di Casa Aston Martin, la DB4 del 1958.

La Casa posseduta e gestita da David Brown, diventato proprietario di Aston Martin pochi anni prima, aveva lanciato la rivoluzionaria DB4 da pochi anni. A causa dei rivali sempre più agguerriti e con auto ancora più moderne, la Casa britannica pensò ad un’evoluzione della sua DB4, che aveva venduto bene ma era attaccata da rivali più giovani e moderne. Il debutto ufficiale avviene al Salone di Francoforte del settembre 1963, con la nuova Aston Martin DB5 che riprendeva il family feeling della DB4, ma con novità importanti a livello estetico, tecnico e di dotazioni.

Prodotta per soli due anni, dal 1963 al 1965, nell’allora sede Aston Martin di Newport Pagnell, nel Buckinghamshire, Aston Martin DB5 si fece apprezzare subito per le linee, evoluzione elegante e raffinata della DB4 opera di Federico Formenti per Touring Superleggera. Prodotta principalmente in versione coupé, la Aston Martin DB5 è stata anche la prima a “vestire” il nome Volante, oggi sinonimo delle cabrio a marchio Aston Martin. Sebbene siano state prodotte delle Cabriolet “normali”, nel 1965 sono state prodotte 37 Aston Martin Short Wheelbase Volante, delle cabrio su base DB5 che per prime portarono il nome Volante sul mercato. Nonostante i poco più di due anni di produzione, Aston Martin DB5 si è costruita una reputazione e una fama che, ancora oggi, la rende per molti la GT più iconica di sempre.

Lusso, motore sei cilindri e prestazioni da sportiva: cosa rende Aston Martin DB5 la GT ideale

Il merito della fama di Aston Martin DB5 è in gran parte da attribuire alla partecipazione di questa splendida vettura alle pellicole del franchising di 007. Non è solo James Bond ad aver regalato alla DB5 quell’aura di GT ideale. Sono le sue caratteristiche le hanno permesso di diventare un’icona dell’automobilismo mondiale, e successivamente di essere scelta come l’auto dell’agente segreto al servizio di Sua Maestà.

Della sua estetica abbiamo già accennato. Le linee tipiche di Touring Superleggera, con superfici tese e volumi morbidi ma aggressivi, uniti a stilemi tipici degli anni ’60 come le “codine” al posteriore e i cerchi a raggi di serie, rendono DB5 elegante e raffinata. L’enorme mascherina cromata anteriore, diventata con DB4 prima e DB5 poi un marchio di fabbrica di Aston Martin, e la piccola ma aggressiva presa d’aria sul cofano, invece, donano una bella aggressività ad un’auto così elegante e regale. L’unione tra sportività e lusso continua all’interno.

Qui, l’abitacolo basso, la posizione di guida sdraiata, il sottile volante in legno e i bellissimi indicatori con numeri bianchi su sfondo nero del quadro strumenti Smiths si sposano alla perfezione con l’abitacolo interamente rivestito in pelle, il tetto apribile, i vetri elettrici, l’aria condizionata e persino l’estintore, veri e propri lussi nel 1963. Ciò che rende Aston Martin DB5 una vera GT non è tanto il lusso, quanto l’unione tra l’opulenza interna con prestazioni e guidabilità da sportiva.

A livello meccanico, infatti, Aston Martin DB5 non ha nulla da invidiare alle rivali più moderne di Ferrari, Jaguar o Maserati. Come per l’estetica, anche il telaio è realizzato da Touring, usando il suo celebre metodo Superleggera. In poche parole, al telaio principale in acciaio è saldato un telaietto secondario formato da sottili ma resistenti tubi in acciaio, ai quali poi sono montati i pannelli in alluminio della carrozzeria. Questa soluzione permette alla lussuosa DB5 di avere un peso relativamente ridotto per le dimensioni e il lusso a bordo, fermando la bilancia a circa 1.500 kg in ordine di marcia, un buon risultato per il periodo e per la dotazione.

Sotto il cofano, invece, troviamo un piccolo gioiello, il sei cilindri in linea aspirato realizzato dall’ingegnere ed ex-pilota polacco Tadek Marek. Basato sul motore della DB4, questo sei cilindri in linea bialbero è un’evoluzione dello straight-six Lagonda, ha blocco e testata in alluminio e una cilindrata portata da 3.7 a 4.0 litri. La potenza della “normale” DB5, alimentata da tre carburatori SU, è di 286 CV. Per la sportiva DB5 Vantage, invece, arriva un triplo carburatore Weber e alberi a camme più aggressivi, per una potenza che sfora il muro dei 325 CV. Le prestazioni sono da sportiva vera, con uno 0-100 km/h coperto in 8 secondi e una velocità massima di oltre 235 km/h per la DB5 “normale”. Il cambio è un manuale ZF a quattro o cinque marce, mentre a livello di handling DB5 ha un assale rigido posteriore, che rende l’auto piuttosto complessa al limite.

Aston Martin DB5 e James Bond: con 007 diventa mito

Ovviamente, non si può non associare questa macchina ad uno dei personaggi di maggior successo nel mondo del cinema: James Bond. Non c’è dubbio che la decisione dei produttori EON Productions di mettere l’agente segreto più famoso del mondo al volante della nuova DB5 nella serie di film di James Bond abbia cementato il suo posto nella hall of fame automobilistica. Fin dal primo film, Goldfinger del 1964, la Aston Martin DB5 non è solo stata una semplice comparsa, ma un vero e proprio personaggio dei film di 007. Da Sean Connery a Roger Moore, da Pierce Brosnan a Daniel Craig, Aston Martin DB5 è comparsa al fianco dell’agente segreto più famoso del mondo sia in versione “di serie” sia con una generosa dotazione di gadget “da spia”.

Un esempio? La targa rotante, il sedile eiettabile, delle mitragliatrici nascoste dietro le frecce anteriori o la paratia posteriore antiproiettile. Nelle sue numerosissime apparizioni nel franchising di James Bond (sono ben sette i film di 007 in cui è comparsa: Goldfinger, Goldeneye, Il domani non muore mai, Casino Royale, Skyfall, Spectre e No Time to Die), l’Aston Martin DB5 è diventata un vero e proprio marchio di fabbrica non solo di James Bond, ma del Regno Unito e del mondo dell’auto. Oltre al più famoso agente segreto del mondo, la DB5 è stata scelta come automobile personale anche da alcune celebrità degli anni ’60 come i membri dei Beatles come Paul McCartney e George Harrison o il leggendario frontman dei Rolling Stones Mick Jagger.

Anche il comico Peter Sellers acquistò il modello, mentre molti altri nomi illustri, da Robert Plant e Jay Kay a Ralph Lauren, non hanno saputo resistere al fascino della vettura negli anni successivi senza dimenticare il proprietario del brand Aston Martin, Lawrence Stroll, fiero proprietario di una DB5. Proprio Stroll ha aggiunto una dichiarazione per il festeggiamento dei 60 anni della DB5.

“L’era di David Brown ci ha regalato tante grandi auto sportive Aston Martin.”, ha dichiarato il magnate canadese, Presidente di Aston Martin e padre del pilota di F1 proprio per Aston Martin, Lance. “Nessuna è più riconoscibile, venerata e desiderata della DB5, che ha gettato le basi della nostra identità di marchio di lusso britannico sinonimo di stile, prestazioni ed esclusività. È giusto, in occasione dei suoi 60 anni”, continua Stroll, “prendersi un momento per guardare indietro e riflettere sull’incredibile impatto di quest’auto nei nostri 110 anni di storia. Siamo incredibilmente orgogliosi che la dinastia delle DB continui ancora oggi con la DB12, che, come i modelli che l’hanno preceduta, è una celebrazione di tutto ciò che amiamo delle auto sportive britanniche costruite a mano, con una nuova iniezione di tecnologia all’avanguardia e di prestazioni ai massimi livelli.”

L’eredità di Aston Martin DB5 fino alla nuova DB12

Prodotta in soli 1.033 esemplari (887 DB5 berlina, 123 Cabriolet e 12 Shooting Brake su misura), oggi l’eredità di Aston Martin DB5 è portata avanti dagli esemplari originali, ricercatissimi dai collezionisti e venduti a prezzi superiori ai 500.000 euro, ma soprattutto dalle eredi della dinastia di Gran Turismo della Casa di Gaydon. Dalla DB6 subito successiva, la dinastia delle “David Brown” ha ripreso negli anni ’90 con la DB7 del 1994 fino alle moderne DB9 del 2003, DB11 del 2016 e all’ultima nata, la DB12.

Prima Aston Martin moderna dotata esclusivamente del motore 4.0 V8 di origine Mercedes-Benz e prima Gran Turismo della Casa dalla DB7 Vantage del 1999 ad abbandonare il motore V12, oggi Aston Martin DB12 è definita dalla stessa Casa come la prima Super Tourer. L’anima sportiva della GT inglese viene accentuata, e il motore V8 biturbo portato a 680 CV e 800 Nm permette di avere prestazioni da Supercar (0-100 km/h in 3,6 secondi e 325 km/h di velocità massima). A 60 anni di distanza, chi vuole lusso, raffinatezza e sportività può ancora trovare la risposta in casa Aston Martin.

Giulio Verdiraimo

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