Erano anni d’oro per Alfa Romeo, diversi da quelli della rinascita che attualmente la Casa del Biscione sta vivendo dopo i tempi bui dei primi anni 2000. Stiamo parlando dei primi anni ’90, con l’arrivo della 155 sui mercati, da molti alfisti criticata per essere stata la prima ad abbandonare la trazione posteriore, e soprattutto con i trionfi nel motorsport, categoria DTM. Ebbene, da quel bel progetto nacque anche una costola chiamata 155 GTA Stradale, auto che vide la luce in un unico esemplare oggi messo all’asta.
Alfa Romeo 155 GTA Stradale: la sua storia
L’auto nacque per volontà di Alfa Romeo di celebrare i successi sportivi nel 1992 nel Superturismo italiano con Larini, del Turismo spagnolo con Campos e del BTCC con Tarquini, un anno primo di quello che rappresentò il punto più alto con il trionfo in DTM con lo stesso Larini, ma questa è un’altra storia. Nacque quindi una vettura prestata dalla pista alla strada dove il motore divenne quello della Delta Evoluzione, si fece grande ricorso alla fibra di carbonio e il risultato fu una vettura appunto unica, per DNA e per scelta.
Il progetto venne supervisionato dall’Ing. Sergio Limone, già padre della Lancia 037, usando come “base” la già prestazionale 155 Q4, la più sportiva della gamma 155. L’obiettivo era rispondere alla scelta di Mercedes e BMW di portare su stradale le corrispettive versioni delle loro berline da competizione, rispettivamente la 190E 2.5-16 e M3 E30, due mostri sacri per gli appassionati.
Dall’idea di portare su strada l’accesa rivalità tra tedeschi e italiani nacque appunto un solo esemplare mai seguito dalla volontà di dare un vero seguito al progetto, in primis per ragioni di budget dovuti ai costi di adattamento della meccanica, non sostenibili con una serie che sarebbe stata comunque limitata. Il prototipo venne così esposto al Motor Show di Bologna nel 1994 e prese parte al Gran Premio d’Italia di 24 anni fa in qualità di Medical Car per ospitare il famoso Sid Watkins, medico FIA scomparso qualche anno fa.
L’auto (numero di telaio ZAR16700000005892) montava un motore di derivazione Delta, come abbiamo detto, ma specificatamente tarato sul regolamento gruppo N, mentre il kit estetico prevedeva alettoni più voluminosi utili a incrementare la deportanza e allo stesso tempo l’aspetto feroce della berlina italiana. Dentro dominava la pelle nera, con sedili anteriori di stampo sportivo.
Dopo il suo utilizzo a Monza nel 1994, l’auto passò di mano in mano attraverso vari proprietari fino all’ultimo, il quale ha deciso appunto di donarla all’asta a Bonhams, dove verrà battuta per una cifra compresa tra i 180.000 e 220.000 euro verso fine mese, a Padova.
La vettura appare decisamente ben tenuta (40.000 i chilometri), con la sola eccezione dello spoiler posteriore ricostruito recentemente. L’auto, per chi è appassionato di auto storiche, è apparsa sulla copertina di “Ruote Classiche” (maggio 2018) dove l’Ing. Sergio Limone la racconta come se fosse sua figlia, una figlia sfortunata ma di cui andare orgogliosi.
Bene, cari alfisti, se avete 200.000 da spendere sapete cosa fare nei prossimi minuti, ad esempio potreste cliccare qui…