L’Alfa Romeo Giulia è stata l’auto di cui si è più parlato nel 2016, il primo pilastro della rinascita di Alfa Romeo e, soprattutto colei che ha rinvigorito fortemente la diatriba su chi è migliore: i marchi teutonici o i prodotti del Bel Paese?
La nuova Alfa Romeo Giulia ha oggettivamente delle caratteristiche di primo livello, che la portano a concorrere, ad armi più che pari, con le avversarie di segmento e alcuni elementi maggiormente soggettivi, come il design, che ci portano a parlare di passione e scelte dettate dal cosiddetto “cuore Alfa”.
Noi abbiamo provato la versione dotata del 2.2 diesel da 180 CV che, in attesa dell’arrivo delle versioni “Veloce”, è l’unica scelta insieme alla 150 CV e alla sportivissima “Quadrifoglio”. Vediamo come va nel nostro test drive.
La Giulia si caratterizza per gli sbalzi molto ridotti, il lungo cofano con l’abitacolo arretrato, i parafanghi muscolosi, soprattutto al posteriore dove c’è la trazione, che torna dietro dopo tanti anni di astinenza. Per quanto riguarda le dimensioni, la Giulia è lunga 464 cm, larga 186 cm e alta 144 cm.
I fari posteriori sono a LED e garantiscono una marcia in più alla parte posteriore, mentre i proiettori anteriori, disponibili in diverse versioni, sono dotati di tecnologia Xenon di ultima generazione, impreziositi dai LED diurni.
L’identità estetica è forte, composta da pochi dettagli che la distinguono e disegnano le linee guida dei modelli futuri del Biscione: una linea scavata sui fianchi, che segna le porte e abbraccia le maniglie, e naturalmente il leggendario trilobo frontale, una delle firme più famose e riconoscibili nel mondo dell’auto. Inoltre, a rafforzarne il carattere, la Giulia in allestimento Business Sport e nella tinta bianco Alfa che abbiamo messo alla prova era equipaggiata con i cerchi in lega da 18” bruniti a 5 fori (1.000 euro).
Belli e sportivi gli esterni, accattivanti ed eleganti gli interni. Molto scenici e perfettamente abbinati i rivestimenti in tessuto nero e pelle rossa, capaci di rendere più premium l’abitacolo, mentre, seduti al posto di guida, si percepisce la presenza di una strumentazione non invasiva, ben orientata verso il conducente. Il tunnel è diagonale, la plancia leggermente ondulata, e il volante – ricco di comandi integrati, incluso il tasto di accensione – ha un diametro perfetto.
La qualità percepita a bordo è molto buona; ottimi assemblaggi e materiali utilizzati, con un lato tecnologico all’avanguardia. Il quadro strumenti a colori da 7″ offre al guidatore tutte le informazioni essenziali sulla vettura, mentre al centro della plancia spicca il display da 8,8 pollici del sistema di infotainment Connect 3D Nav, non touchscreen, gestito da una rotella posta sul tunnel centrale, una soluzione totalmente in linea con la concorrenza. L’unico neo è il rotary pad che, a differenza di alcune concorrenti, non permette la scrittura. Molto utili anche le 3 prese USB disposte in varie zone dell’abitacolo.
Per quanto riguarda ergonomia e spazi, davanti la vettura non è spaziosissima, ma i vani non mancano, mentre dietro i sedili posteriori sono perfetti per due adulti, con il terzo che si trova in una posizione un po’ più scomoda. Infine, il bagagliaio presenta una capienza di 480 litri, che possono aumentare abbattendo i sedili, operazione semplice grazie alle levette posizionate direttamente nella parte posteriore del bagagliaio.
Abbiamo messo alla prova la Giulia dotata del 2.2 diesel da 180 CV, secondo step di potenza dopo la 150 CV. 380 Nm di coppia e il cambio manuale a 6 marce (la A/T ha 70 Nm di coppia in più) completano le informazioni che ci bastano per sederci al posto di guida. La Giulia da 180 CV completa lo 0-100 km/h in 7,2 secondi e raggiunge la velocità massima di 230 km/h.
Prima di premere il pulsante di accensione apprezziamo l’ottima posizione di guida, ampiamente regolabile, con una seduta bassa, il volante verticale e la leva del cambio corta, sempre a portata di mano.
La selezione del profilo di guida rimane fedele al classico DNA, che però diventa una rotella e si rinnova. Dynamic, Natural, infatti le conoscevamo già, mentre arriva l’Advanced Efficiency, modalità di risparmio energetico, introdotta per la prima volta su un’Alfa Romeo.
I 180 CV spingono bene, l’allungo è regolare – forse fin troppo – e la silenziosità è molto buona, grazie all’insonorizzazione e all’ottimo lavoro svolto sull’aerodinamica, che ha praticamente eliminato i fruscii, garantendo un gran comfort di marcia nelle percorrenze autostradali.
Per l’avantreno è stato sviluppato un comparto di sospensioni con doppio braccio oscillante e asse di sterzo semi-virtuale, un’esclusiva Alfa Romeo in grado di garantire accelerazioni laterali degne di nota. Sull’asse posteriore, invece, è stata scelta una soluzione a quattro bracci e mezzo (denominata AlfaLink) e il risultato è un assetto che rappresenta una delle note più piacevoli di questa Giulia: morbido il giusto, ma preciso e capace di fornire la giusta fiducia e confidenza quando si entra in curva, pur affrontando molto bene pavé e buche della città.
Quello che colpisce di più però è lo sterzo, leggero, ma di una precisione impressionante. Grazie a quest’ultimo, il feeling con l’auto è subito ottimo e i cambi di direzione sono immediati, coadiuvati dal già citato assetto. Si capisce presto che la Giulia ha potenzialità molto alte e che la 180 CV non è altro che la punta di un iceberg che rappresenta la capacità complessive, sfruttate appieno nella versione Quadrifoglio. Quando si decide di forzare l’andatura, infatti, la berlina del Biscione non si scompone minimamente, anzi, rimane ben imbrigliata dai controlli elettronici, un po’ troppo invasivi anche in Dynamic. Anche l’impianto frenante è all’altezza della situazione, con un pedale subito pronto, dalla corsa corta e modulabile per ottimi spazi di frenata.
Il cambio manuale a 6 marce, invece, ha una leva corta e perfettamente ergonomica, mentre gli innesti non regalano quel feedback che avremmo voluto. Le cambiate, infatti, sono sì precise, ma avremmo preferito una maggiore “pastosità” del meccanismo.
Infine, per quanto riguarda i consumi, la Giulia ha un ciclo misto omologato di 4,2 l/100 km, dato non distante dai 5,5 l/100 km registrati durante il nostro test.
In definitiva avremmo preferito un’erogazione più esuberante e un cambio più consistente, ma nulla che l’automatico ZF a 8 marce non possa risolvere. E se desiderate una guida ancora più appagante vi consigliamo di ragionare sulla scelta di equipaggiare il Q2 (Pack Performance con ammortizzatori attivi +2.200€).
Dopo aver provato l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio che esalta per le doti dinamiche, ciò che rende piacevolmente sorpresi dalla versione diesel è l’equilibrio complessivo. Nonostante sia una vettura dall’indole sportiva (ripartizione dei pesi 50:50, leggerezza, motore longitudinale e trazione posteriore), risulta molto versatile e sfruttabile in ogni situazione. Il reparto chassis colpisce maggiormente, lo sterzo, il più diretto della categoria, risulta anche preciso e pronto, un riferimento.
Piace anche l’assetto e il setup delle sospensioni: i moti di cassa son molto ridotti, rollio e beccheggio limitati ai minimi termini, proprio come si addice ad una sportiva, ma nonostante il temperamento sportiveggiante, l’assorbimento è esemplare, anche con i cerchi da 18 pollici e gomme a spalla ribassata, le asperità si sentono a malapena e il colpo è sordo e di qualità. Una sensazione creata ad arte dalla combinazione di un’architettura sospensiva raffinata, la migliore del segmento con quadrilateri a bracci virtuali anteriori e multilink-Alfalink posteriori, e da un setup perfezionato delle boccole.
L’Alfa Romeo Giulia “entry level” 150 CV parte da 35.500 €. La versione oggetto del nostro test è stata la Business Sport 180 CV con cambio manuale e un prezzo di 42.000 €. Con il bianco Alfa, i cerchi da 18” a Turbina, il tetto apribile (1.700€), navi da 8.8” DAB (1.000€) e TFT da 7”, Pack sport Plus, Pack Driver Assistance Plus (telecamera posteriore specchi elettrocromici, sensori di parcheggio ant. e post., abbaglianti attivi, blind spot monitoring), Convenience Pack (luci esterne scenografiche e keyless system) e Pack Clima, supera di poco i 50.000 euro.
In linea con le avversarie, che però offrono meno pacchetti “blindati” ed una più spinta personalizzazione, oltre alle versioni SW e “Allroad”, che, per ora, la Giulia non offre.
Le principali concorrenti dell’Alfa Romeo Giulia sono: la rivale di Monaco, la BMW Serie 3 (da noi provata), la confortevole Mercedes Classe C e la tecnologica Audi A4. Però la recente Alfa Romeo della nuova era punta a “rubare” clienti anche alle outsider Infiniti Q50, Jaguar XE e Lexus IS, una missione non impossibile vista l’indole sportiva, l’efficienza dei motori e la qualità percepita, che è cresciuta molto rispetto ad un passato, che di mese in mese sembra sempre più lontano.
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