Il mondo dell’auto non è solo ruote, sgasate e motori, è un complesso intreccio di persone, mezzi, stabilimenti e finanze, insomma un sistema economico, ragion per cui il disallineamento di un piccolo tassello potrebbe avere conseguenze ben più importanti. In questo limbo tra la Legge del Caos e Jenga (il gioco dei bastoncini da disporre a torre) la situazione socio-politica mondiale rappresenta il battito d’ali della farfalla o il gatto che salta sul tavolo mentre state sistemando il legnetto in cima alla torre. Oggi la torre a rischio è quella di Ford, o meglio, dello stabilimento di Saarlouis.
Nello stabilimento tedesco di Saarlouis viene prodotta la Ford Focus, la compatta dell’Ovale Blu, che, come le altre segmento C, è un modello a rischio di estinzione a causa di un mercato sempre più orientato verso i suv (lo dimostra anche il -30% di immatricolazioni registrato dalla Golf, l’auto più venduta d’Europa). Alla rovinosa diminuzione del 41% di immatricolazioni della Focus registrata nel 2021 non ha giovato la carenza dei semiconduttori né la guerra in Ucraina, anche perché l’impianto tedesco è stato uno dei più colpiti, vuoi per la necessità di materiale per il sistema Sync 4, vuoi per il rendimento del modello stesso.
Le affermazioni dell’amministratore della divisione europea di Ford di fatto anticipano il pensionamento della Focus, dovuto proprio al futuro incerto del sito di Saarlouis:
“Stiamo cercando alternative alla produzione di auto per garantire un futuro all’impianto e ai lavoratori. Sul tavolo c’è anche la vendita ad altri costruttori. Al momento, non prevediamo di costruire altri modelli a Saarlouis. La realtà è che la realizzazione di veicoli elettrici richiede meno persone”.
Partendo dal presupposto che la strategia annunciata da Ford è produrre, entro il 2026, 2 milioni di auto elettriche, di cui più di 1/4 in Europa, la situazione per i lavoratori diventa delicata. Come detto dal manager l’obbiettivo è preservare il posto di lavoro (e le famiglie) dei 4.600 dipendenti, ma l’inflazione galoppante e gli altri fattori non la rendono un’impresa facile, almeno per Ford, come si evince dall’opzione della vendita dello stabilimento.
A questo si aggiunge la minor manodopera necessaria a produrre le auto elettriche, il cui mercato di riferimento ad oggi è proprio quello del Vecchio Continente.
Fonte: Automotive News Europe
Autore: Nicola Accatino
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