La stagione di Formula 1 2002 fu una delle più soddisfacenti per i tifosi della Ferrari, i quali videro la vettura del Cavallino Rampante ed il suo primo pilota Michael Schumacher dominare incontrastati il Mondiale piloti e costruttori. Se i ferraristi ricordano il tutto con estremo piacere, gli altri appassionati non possono dire lo stesso, in quanto si ritrovarono a seguire un campionato mai in discussione, a tratti monotono per via dello strapotere italiano.
Ferrari domina letteralmente la stagione 2002 grazie ad una monoposto inequivocabilmente perfetta. Michael Schumacher, con una facilità mai vista, conquista così il terzo mondiale consecutivo (quinto della sua carriera) addirittura a luglio a Magny–Cours, con sei gran premi di anticipo sulla conclusione del campionato. Due gare più tardi arriva anche il titolo costruttori e la scuderia di Maranello vince 15 delle 17 corse in programma. Un dominio incontrastato, con indiscussi meriti che vanno riconosciuti a ciascun membro del dream team che ha raggiunto proprio in quell’anno il suo punto più alto.
Esattamente vent’anni fa, Schumacher aveva ben 4 titoli mondiali in bacheca. Aver vinto così tanto non intaccò la voglia di vincere del tedesco, che già dalla prima gara, come nelle due stagioni precedenti, guidò la Ferrari al dominio del campionato. In quell’annata miracolosa, solo la Williams provò timidamente ad opporsi grazie alle gesta di Ralf Schumacher e del colombiano Juan Pablo Montoya.
Dovette confrontarsi con un inizio alquanto difficoltoso la McLaren, ma le grane non mancarono anche in casa Ferrari, dove Rubens Barrichello (secondo pilota) dovette fare i conti con qualche grattacapo. Ci fu battaglia dall’inizio della stagione fino al Gran Premio del Principato di Monaco, poi di là il mondiale piloti fu in discesa per Schumacher, mentre quello dei costruttori fu leggermente più conteso. Da Montecarlo in poi, l’apporto di un ritrovato Barrichello (6 vittorie per Schumacher e 4 per Barrichello) mise la parola fine anche a questa competizione.
Il tedesco vinse quindi il suo quinto titolo mondiale con 144 punti, completando ogni gara sul podio e vincendone ben 11, confermandosi campione già il 21 luglio al Gran Premio di Francia con 6 gare d’anticipo, ed eguagliando dopo 45 anni il record di Fangio rimasto fino a quel momento inavvicinabile per chiunque. Doppietta ferrarista con il secondo posto iridato del brasiliano Barrichello (77 punti), seguito in terza piazza da Montoya a 27 lunghezze di distanza. Non mancarono però le polemiche in questa stagione, in quanto al Gran Premio d’Austria Barrichello a pochi metri dall’arrivo cedette la vittoria al tedesco per ordini di scuderia.
Fischi e dissensi accompagnarono la premiazione di Schumacher, il quale captato il tutto cedette il gradino più alto del podio ed il trofeo del vincitore al compagno di squadra e lo fece anche sedere nella postazione del vincitore in occasione della conferenza stampa. La decisione del numero 1 tedesco venne condannata dalla FIA, la quale multò la Ferrari con un milione di dollari, per aver violato le norme di comportamento sul podio ed in conferenza stampa, e varò una norma contro gli ordini di scuderia.
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