Categorie: Prove su strada

Test – Seat Mii 1.0 Ecofuel

Tempo di lettura: 5 minuti

Non deve essere stato semplice, per il gruppo Volkswagen, differenziare e caratterizzare a dovere tre vetture identiche come la Volkswagen Up!, la Seat Mii e la Skoda Citygo.

Effettivamente, in Casa VAG sono riusciti soltanto in parte nell’intento, puntando, presumibilmente, poco sulla reale differenziazione tra le tre vetture sul singolo mercato, quanto, piuttosto, sui differenti mercati su scala globale, contando di vendere, magari, più Citygo nell’est Europa, e più Mii nei paesi mediterranei. 

L’arma in più, oggi, anche per la piccola marchiata Seat, oltre che per le “cugine” VW e Skoda, è l’alimentazione a metano, disponibile sulla versione Ecofuel che abbiamo avuto in prova in Redazione, test drive che ci ha consentito di approfondire vantaggi e svantaggi di una vettura che si preannuncia, comunque, molto interessante, almeno a livello potenziale, per il nostro mercato.

La vettura in prova

La versione da noi testata nel dettaglio è la Seat Mii 1.0 Ecofuel Style 5 porte, sostanzialmente il top di gamma, seppur non in versione full optional, come avremo modo di esporre in seguito. Il primo impatto, ovviamente confrontando la vettura con le già menzionate “cugine” VW e Skoda, è che, nel caso della Mii, il design sia piuttosto riuscito. Certo, le linee restano, ovviamente, quelle che già conosciamo: non un concentrato di sportività e dinamismo, quanto piuttosto di compattezza e di “informalità” da city-car moderna, che rendono la Mii, delle tre, senz’altro la vettura più adatta, già di primo acchito, come è particolarmente evidente dal design del frontale (calandra trapezoidale e griglia a nido d’ape), ad una clientela giovane, così come avviene, del resto, nel family-feeling complessivo del brand spagnolo all’interno del gruppo VAG.
Nel complesso, si può dire che la caratterizzazione estetica sia piuttosto riuscita, anche per quanto concerne il design dei fari posteriori, che riprendono le linee ad “esse” del logo Seat, e dei cerchi in lega da 14″ montati nel nostro modello, denominati “Silva”. Il colore dell’auto in prova, il nero, peraltro, forse non è il più azzeccato per il modello, che noi abbiamo visto maggiormente valorizzato con il rosso o con il giallo, decisamente più sbarazzini e giovanili.

Alla guida: consumi (ovviamente) ridotti, ed anche un buono spunto

Una vettura con propulsione a metano, o meglio… a benzina ma anche a metano, la si acquista innanzitutto per un motivo, per risparmiare sul carburante. Effettivamente, il tricilindrico da un litro da 68CV, ovviamente Volkswagen, montato sulla vettura, adempie bene al proprio dovere: con una potenzia intermedia rispetto alle varianti “pure” a benzina (rispettivamente da 60 e 75CV), il propulsore è pensato per lavorare bene già a bassi regimi, e non a caso l’indicatore posto sul quadro vi inviterà a scalare verso l’alto spesso e volentieri.
Ovviamente, tale pensata non può che far bene ai consumi, dando comunque buone risposte anche in termini di agilità nei percorsi cittadini. La Mii Ecofuel percorre 100km con circa 3 kg di Metano, proposto dai distributori all’incirca ad 1 Euro al kg: non è difficile calcolare, dunque, come con 3 Euro si possano percorrere un centinaio buono di kilometri, risultato impensabile coi carburanti tradizionali. Il problema, di non semplice soluzione, resta, però, infrastrutturale: in Italia la rete di distributori di questo carburante naturale è ancora poco sviluppata, basti pensare che persino in una grande città come Torino ne esiste appena una manciata, e lo stesso è disponibile in una sola area di servizio tra Torino e Milano, e addirittura in nessuna tra Torino e Genova. Un problema non da poco, se si considera che, a fronte dei 72 litri (che corrispondono a 12kg) di capienza del serbatoio di metano, la Mii dispone di un piccolo, piccolissimo, serbatoio di benzina da soli 10 litri.
In pratica, se, per un motivo o per l’altro, sia la scarsa copertura geografica della rete, sia, magari, un problema di orari (ovviamente il rifornimento a metano non è previsto che avvenga in self service), ci si trovi a percorrere un tratto superiore ai 100 km, bisognerà preventivare continue soste dal benzinaio per rimpinguare il serbatoio di benzina verde. Tra l’altro, testando un consumo effettivo, al di là di quanto dichiarato dalla casa, ci sentiamo di poter parlare di poco più di 300km di autonomia nel ciclo misto con la propulsione a metano, e circa 120 con la propulsione a benzina, per un totale di non più di 450km di autonomia complessivi, contro i quasi 600 dichiarati dal gruppo Volkswagen.

Cittadina a tutti gli effetti, giusto così

Le circostanze appena evidenziate, insomma, dimostrano, come se ce ne fosse bisogno, l’assoluta, e quasi necessaria, vocazione cittadina di questa Mii Ecofuel. Meglio non preventivare lunghe percorrenze, considerate tutte le difficoltà logistiche, ma affidarsi a questa automobile per le esigenze cittadine, consapevoli di poterlo fare ad un costo nettamente inferiore a quello dei carburanti tradizionali. Si tratta, del resto, di un’automobile agile e leggerissima (poco più di 850kg, merito di una scocca progettata con cura dagli ingegneri del gruppo!), con un raggio di sterzata di ben 9.8 metri, caratteristiche perfette per un contesto urbano. Altro punto a favore della piccola spagnola è la visibilità, amplissima sia anteriormente, sia lateralmente, sia posteriormente, merito della forma “a cubo” e delle grandi superfici dei cristalli. Convince, meno, invece, la rigidità delle sospensioni, tarate, sorprendentemente, come quelle di una piccola sportiva, caratteristica che stona con l’uso prevalente che il cliente cittadino farà di questo modello. Il rovescio positivo della medaglia, però, è che la Mii trasmette sicurezza, da questo punto di vista, anche in autostrada e nei percorsi extra-urbani, nei quali, al di là delle considerazioni pregresse sui rifornimenti, sembra essere decisamente a proprio agio.

Interni spartani, ma spaziosità eccezionale

L’allestimento interno della Mii Ecofuel è decisamente minimalista e spartano. Una scelta precisa del gruppo VAG, e, oseremmo dire, anche efficace. Al di là del fastidiosissimo dettaglio, già riscontrato su Up! e Citygo, dell’assenza di un controllo centrale per gli alzacristalli elettrici (per aprire il finestrino lato passeggero bisogna sporgersi in maniera decisamente scomoda), all’interno della Mii tutto è al posto giusto, senza fronzoli, ma anche senza scivoloni. I sedili con poggiatesta integrato sono comodi, ed anche esteticamente gradevoli, e la disposizione dei comandi tra plancia e leve è razionale ed azzeccata. Sorprende, ma del resto anche questa caratteristica abbiamo potuto osservarla già sulle “cugine”, la spaziosità dei sedili posteriori, molto comodi per persone di altezza non eccessiva, e del bagagliaio, realmente “enorme” se relazionato alle dimensioni complessive della vettura ed agli standard di segmento. 251 litri a disposizione, che non sono minimamente intaccati dal serbatoio del metano, posizionato sotto il piano di carico.
Al centro, tachimetro con contagiri ed indicatore del livello di carburante, che consente anche di capire di quale propulsione la vettura si stia avvalendo: non c’è, infatti, un commutatore, ed è la centralina a scegliere, utilizzando la benzina soltanto per le partenze a freddo e soltanto qualora il metano sia esaurito.

Prezzi competitivi, ma gli accessori costano

Se chi acquista una Mii Ecofuel sorriderà sicuramente al momento del rifornimento, prima dovrà comunque mettere in preventivo una spesa discreta. La versione da noi testata, comprensiva di cerchi in lega da 14″, è proposta a poco meno di 14.000 Euro, più cara di oltre 2000 Euro rispetto alle versioni a benzina. La tecnologia, insomma, si paga, anche se il prezzo è in linea con le dinamiche di mercato e, con percorrenze importanti, è facile rientrarvi in fretta, considerato il prezzo spropositato dei carburanti tradizionali. Se si pensa, poi, che in molte Regioni italiane queste vetture sono esentate dal pagamento del bollo, si capisce in fretta che il risparmio c’è, e può essere anche notevole. Attenzione, però, agli accessori: la versione da noi testata dispone, di serie, di climatizzatore manuale, alzacristalli elettrici, chiusura centralizzata con telecomando, hill holder, radio CD con MP3 e maniglie e specchietti in tinta. Si pagano, invece, a parte, i cerchi in lega (360 Euro), i fendinebbia (150 Euro) ed il comfort pack (390 Euro, comprensivi di cruise control, computer di bordo e sensori di parcheggio posteriori), a cui aggiungere altri 380 Euro per Navigatore satellitare Navigon e sistema Bluetooth di bordo. Si fa, dunque, in fretta ad arrivare a quasi 15.000 Euro per una city-car… Non esattamente quattro soldi.

Se la vostra scelta, però, è di puntare su un carburante alternativo, questa potrebbe essere la soluzione giusta: un po’ di spesa in più all’inizio, per risparmiare in seguito. Sperando, ovviamente, che la rete di distributori italiana cresca in maniera capillare…

Redazione Autoappassionati.it

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