Categorie: Primo Contatto

Test Mercedes-Benz CLS 63 AMG Shooting Brake

Tempo di lettura: 6 minuti

In un periodo difficile quale quello che stiamo vivendo, paragonare la corsa alla conquista delle chiavi della nuova CLS Shooting Brake a quella per l’accaparramento di un pasto caldo dopo giorni di digiuno può apparire indelicato, se non addirittura offensivo. Eppure la passione, a volte, fa perdere il senso della misura: e così mi sembra di rivederlo quel mio sorriso sornione, quella smorfia compiaciuta di chi si avvia a incassare i proventi di una lotteria con in tasca il biglietto vincente; di chi stringe tra le mani le chiavi di una AMG.

Sì, perché la macchina che abbiamo deciso di strapazzare sulle colline del Chianti non è una CLS “qualsiasi”. Non lo è nelle linee – si tratta infatti della nuova versione Shooting Brake, ovvero della declinazione della ben nota coupé a quattro porte della Casa della Stella in chiave “station-wagon” – e non lo è nel motore: vero elemento scatenante la mia corsa contro il tempo, non appena raggiunto il luogo prestabilito per l’assegnazione delle vetture. 

Non serviranno molti dati ai più appassionati per fugare ogni dubbio di sorta: sotto il cofano un V8 biturbo da 5.5 litri assemblato a mano da operai specializzati, in grado di erogare ben 525 CV di potenza tra 5.250 e 5.750 giri/min. e oltre 700 Nm di coppia massima in un regime compreso tra 1.750 e 5.250 giri/min. Accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 4,3 secondi e velocità massima limitata elettronicamente a 250 km/h. Ora ogni perplessità è dispersa: le virgole nere lasciate sull’asfalto delle fertili colline tra Firenze e Siena non possono che essere ricondotte ai suoi pneumatici posteriori, ai generosi 285/30 ZR 19 che equipaggiano la nuova CLS 63 AMG Shooting Brake.


Alla vista: Fascino AMG

Grembialatura anteriore specifica con elemento trasversale nero lucido, mascherina del radiatore AMG a una lamella, cofano motore muscoloso e parafanghi anteriori di generose dimensioni con scritta cromata “V8 Biturbo“: non è certo richiesto l’occhio dell’appassionato per capire che, se il muso della CLS fa capolino negli specchietti retrovisori, è il caso di spostarsi e lasciarle strada libera. Il linguaggio formale del posteriore, poi, non è certo meno intimidatorio: l’imponente presenza dei secondi montanti posteriori – che si assottigliano verso il basso – abbinata ai “muscoli delle spalle” crea una forte impressione di sportività, da qualsiasi prospettiva si osservi la coda. Ciliegina sulla torta l’ampio estrattore in carbonio, ai margini del quale trovano spazio le “trombe del giudizio”: due doppi terminali di scarico cromati dai quali fuoriescono sonorità guerresche.

Che si tratti di bontà dei materiali, estrema cura delle finiture o atmosfera esclusiva, gli interni della CLS 63 AMG Shooting Brake soddisfano anche le più alte aspettative. I sedili sportivi auto-adattivi in pelle Nappa con funzione Memory, gli inserti in carbonio e alluminio e l’orologio analogico posto all’apice della consolle centrale creano un’aura inconfondibilmente AMG. La DRIVE UNIT AMG con leva del cambio automatico E-SELECT integrata e rivolta verso il guidatore – una caratteristica di questa versione – consente di configurare il programma del cambio, il settaggio dell’assetto e la soglia d’intervento dell’ESP. Degno di nota, infine, il volante Performance AMG a tre razze rivestito in pelle: caratterizzato da una struttura ergonomica e piacevole al tatto, presenta la parte inferiore e superiore della corona appiattita, impugnature in alcantara e comandi in alluminio color argento.


Alla guida: Toro scatenato

Aperta la portiera sinistra per prendere posto dietro al volante, scavalcato il fianchetto dell’avvolgente seduta, trovare la propria posizione di guida ideale a bordo della nuova CLS Shooting Brake è davvero un gioco da ragazzi, grazie alle innumerevoli regolazioni elettriche di cui dispongono lo sterzo e i sedili. Poi, quando tutto è pronto, è sufficiente inserire la bella chiave d’accensione nell’apposito alloggiamento, ruotarla di uno scatto e, con il piede sul freno, dare vita al poderoso 8 cilindri a V che scalpita sotto il cofano motore. Il risultato è un rombo sordo e impetuoso, ben avvertibile anche all’interno dell’abitacolo, che degrada presto in un brontolio sommesso e signorile; salvo poi resuscitare ogni qual volta con il piede destro si vada ad agire sul pedale dell’acceleratore. Se in Neutral si spinge la lancetta del contagiri fino alla zona rossa, il soffiare delle turbine si fa talmente forte da scuotere l’intero corpo vettura; i terminali di scarico, non da meno, sembrano voler arroventare qualsiasi cosa si ponga alle loro spalle – con scoppi in rilascio che non possono che fomentare le fantasie (perverse) degli appassionati.

Così, consapevoli di avere a che fare con qualcosa di davvero speciale, percorriamo il primo tratto di strada con il cambio in modalità «Controlled Efficiency» (C) e la taratura delle sospensioni più morbida. Poche centinaia di metri sono più che sufficienti per ritrovarsi a viaggiare in settima marcia su un tappeto volante: l’assorbimento delle asperità è davvero ottimale, nonostante i cerchi da 19″ e i pneumatici con spalla ultra-ribassata, e il comfort acustico ci permette di goderci in totale rilassatezza le belle note provenienti dal sofisticatissimo impianto audio Bang&Olufsen. La quiete dura poco, per nostra fortuna; la tentazione di premere quel pulsante «AMG» si è ormai fatta irresistibile quando, sulla strada che da Firenze ci condurrà al Castello di Casole d’Elsa (SI), ci imbattiamo in una sequenza di curve ad ampio raggio su strada semideserta. Così ecco con quel tocco magico veder passare il cambio in «Sport plus» (S+) e le sospensioni in un settaggio più rigido: scompare la funzione ECO start/stop finora attiva e la funzione di «doppietta automatica» si esibisce subito in una scalata multipla, non appena “maltrattiamo” il pedale destro. La CLS s’inserisce nelle curve veloci senza esitazioni, potente e rassicurante allo stesso tempo, grazie alla stabilità garantitale dalle generose dimensioni della carreggiata anteriore e posteriore – rispettivamente pari a 1.625 e 1.604 mm. I quasi 3 metri di passo, poi, digeriscono eventuali avvallamenti in totale nonchalance. Si ha la sensazione di andare forte a bordo di quest’auto nel misto da terza e quarta marcia, ed è meglio non guardare il tachimetro mentre ci si diverte: l’euforia del momento potrebbe svanire, pensando che si stanno facendo fuori i punti della patente come fossero popcorn al cinema!

Ci fermiamo a realizzare qualche scatto nelle vicinanze di Greve In Chianti (FI), per poi ripartire nuovamente alla ricerca di altre strade suggestive. Quelle in cui ci imbattiamo, questa volta, sono strade meno congeniali alla “nostra” station-coupé – accreditata di ben 5 metri di lunghezza per quasi 2 di larghezza, e che ferma l’ago della bilancia poco sotto i 2.000 kg. Si tratta infatti questa volta di un misto stretto, da seconda e terza marcia, con cambi di direzione repentini e angoli di sterzo molto più accentuati. Così decidiamo di ruotare ancora di uno scatto sulla destra la rotellina che ci consente di intervenire sul funzionamento del cambio SPEEDSHIFT, selezionando la modalità «Manuale» (M), e irrigidiamo ulteriormente le sospensioni pneumatiche sull’asse posteriore. È a questo punto che la cura AMG emerge in tutta la sua efficacia: rollio e beccheggio pressoché assenti consentono al guidatore di inserire in curva il muso della CLS senza esitazioni, confidando – a ragione – nella totale fedeltà dell’anteriore agli ordini impartiti dallo sterzo elettromeccanico parametrico. In uscita di curva, se non si è troppo avventati nel tornare sul gas, si possono scatenare in sicurezza gli oltre 500 CV e 700 Nm di coppia, sfruttando la massiccia dose di grip offerta dai pneumatici posteriori da 285 mm. Se si torna sull’acceleratore anzitempo, al contrario, ci si trova in uscita di curva a dover fare i conti con un drastico taglio dell’alimentazione da parte dell’elettronica; meglio, allora, se le strade e il traffico lo consentono, disattivare ogni controllo elettronico e provare a cimentarsi in gustosi sovrasterzi di potenza con gomme fumanti! Prima di farlo, tuttavia, è bene aver preso confidenza con le tempistiche del cambio in modalità «Manuale» (M): se in «Sport plus» (S+), infatti, è l’elettronica a gestire il passaggio al rapporto superiore; in «M», al contrario, la cambiata è lasciata nelle mani del driver – anche qualora la lancetta del contagiri vada a sbattere sul limitatore. Così, bisogna prendere confidenza con il leggero ritardo che intercorre tra il momento in cui s’impartisce l’input al paddle e l’effettivo istante in cui avviene la cambiata: pena il rischio di trovarsi girati in uscita di curva, laddove si fosse confidato nel passaggio al rapporto successivo per recuperare trazione e invece si fosse incappati in una spiacevole visita al limitatore di giri – con inevitabile perdita di potenza.

La nostra prova su strada si avvia al termine quando, dalle colline senesi, ci dirigiamo nuovamente a Firenze – questa volta, ahimè, in autostrada. Abbiamo trascorso ore di pura dissolutezza al volante della nuova CLS 63 AMG Shooting Brake: una vettura che ci ha saputo tenere incollati ai comandi dei paddle per ore, mai stanchi di ascoltare le splendide sonorità provenienti dai suoi tozzi terminali di scarico. Un’auto che ci ha stupito, regalandoci un’esperienza di guida degna di una supercar: non clinica e prestazionale quanto una supersportiva, certo, ma incredibilmente capace di divertire nella guida sportiveggiante, quando sembra scrollarsi di dosso qualche centinaio di chili e prendere le vesti di una C 63. Il prezzo, che complessivo di IVA e MSS sfiora i 126.000 Euro, è forse l’unica nota stonata nell’insieme; tuttavia si paga il prestigio di una vettura forte dei suoi contenuti, che saprà regalare ai suoi fortunati clienti tutto il fascino di una coupé di lusso a quattro porte, con in più la praticità di una station-wagon e il temperamento virile di un’autentica muscle car.

 

Vincenzo Attamante

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