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Tecnica: Alfa Romeo Giulietta Quadrifoglio Verde

Tempo di lettura: 7 minuti

La prima vettura Alfa Romeo a essere ornata con il quadrifoglio verde fu la ‘RL’ di Ugo Sivocci che vinse la XIV edizione della Targa Florio nel 1923. Da allora tutte le Alfa da competizione furono contraddistinte da questo emblema portafortuna noto in tutto il mondo, lo stesso che a partire dagli anni Sessanta caratterizzò alcune Alfa Romeo di normale produzione.

Le due nuove versioni ‘Quadrifoglio Verde’ di MiTo e Giulietta quindi s’inseriscono nella tradizione delle migliori Alfa Romeo raccogliendone l’eredità in termini di performance dinamiche, senza scendere a compromessi con l’efficienza, il rispetto ambientale e la comodità nell’uso quotidiano. Del resto, da oltre un secolo le Alfa Romeo sono dedicate a coloro che da una vettura si aspettano una risposta che supera il concetto di ‘utile mezzo di trasporto’ per sconfinare in quello delle più autentiche ’emozioni’.

Giulietta, un nuovo ‘Quadrifoglio Verde’ per i 60 anni del modello

 

Per celebrare i 60 anni di vita del modello, Giulietta si propone con una nuova versione Quadrifoglio Verde, pura espressione del DNA Alfa Romeo. Rispetto alle altre versioni in gamma, la nuova Giulietta Quadrifoglio Verde si distingue per un look deciso e dalla forte personalità, oltre che per una motorizzazione esclusiva ereditata dall’Alfa Romeo 4C: il nuovo 1750 Turbo Benzina con iniezione diretta e basamento in alluminio da 240 CV abbinato all’innovativo cambio 6 marce a doppia frizione a secco ‘Alfa TCT’ di ultima generazione.

All’esterno, la nuova vettura si contraddistingue per un assetto ribassato e dal leggendario simbolo ‘Quadrifoglio Verde’ posto sulla fiancata, vicino all’indicatore di direzione. Inoltre, per una maggiore distinzione all’interno della gamma Giulietta, la nuova Quadrifoglio Verde propone un trattamento sportivo in ‘antracite’ lucido per le calotte degli specchi, le maniglie delle porte, la griglia frontale e le cornici dei fendinebbia.
Il look aggressivo della nuova versione è accentuato dai grandi terminali di scarico specifici e dai cerchi in lega da 17” o 18” dietro ai quali si nota l’impianto frenante Brembo con pinze freno rosse fisse a 4 pistoni e dischi maggiorati di 320 millimetri.

Cura del dettaglio e alta qualità dei materiali scelti come espressione più evoluta dello stile Made in Italy. In particolare, all’interno spicca l’ambiente sportivo nero reso ancora più suggestivo dal nuovo strumento con logo QV e dai nuovi sedili sportivi avvolgenti con appoggiatesta integrato, dal look ricercato, impreziositi da un rivestimento in pelle e Alcantara. Sempre di serie il nuovo volante sagomato con rivestimento in pelle e cuciture bianche a contrasto mentre la cuffia del cambio e la leva del freno di stazionamento sono ricoperti di pelle con cuciture bianche e verde. Completano gli interni della nuova versione la pedaliera sportiva in alluminio, l’imperiale nero e i tappetini specifici.

Telaio, sospensioni e differenziale

La Giulietta viene realizzata sul telaio di base denominato C-Compact Evo con motore in posizione trasversale. La trazione è anteriore, e le sospensioni all’avantreno configurate secondo lo schema a ruote indipendenti con montante telescopico in alluminio tipo McPherson e non più quadrilatero come la 147, mentre al retrotreno è presente uno schema a ruote indipendenti del tipo Multilink a tre bracci in alluminio con barra stabilizzatrice. Un’altra novità consiste nel servosterzo elettrico dual pinion: il motore elettrico che realizza la servoassistenza non agisce sull’asse di sterzo, ma è ingranato direttamente sulla cremagliera, permettendo di coniugare il basso assorbimento di energia (tipico dello sterzo elettrico) con la precisione di quello idraulico, perché elimina la sensazione artificiale e l’impressione di “scarsa fedeltà” delle precedenti versioni di questo tipo di servocomando.

Su tutte le versioni è previsto, di serie, il sistema di controllo Alfa Romeo VDC con funzione di differenziale a slittamento limitato E-Q2 (“Electronic Q2”), senza il differenziale di tipo meccanico Torsen, peccato, sarebbe stato più efficace vista l’elevata coppia in gioco nelle “Quadrifoglio”. Il sistema sfrutta i sensori dell’impianto frenante per realizzare un comportamento molto simile a quello di un differenziale a slittamento limitato: in condizioni di accelerazione in curva, quando la ruota interna (più scarica) tende a pattinare, l’impianto frenante anteriore agisce su quest’ultima, incrementando così la coppia inviata alla ruota esterna (più caricata), evitando il sottosterzo e aumentando la trazione, riuscendoci solo parzialmente sui fondi umidi e viscidi. In caso di condizioni di aderenza differenti sulle due ruote motrici, l’E-Q2 frena la ruota che tende a pattinare e permette di inviare la coppia motrice alla ruota che ha aderenza maggiore consentendo al veicolo di mantenere la motricità. Nelle partenze “sparo” su asfalto bagnato l’azione del Launch Control è vanificata dalla scarsa motricità dell’anteriore con differenziale meccanico libero: un torsen meccanico sarebbe stato la quadratura del cerchio.

Un cuore che batte tra storia e tecnologia

Il nuovo ‘4 cilindri’ 1750 Turbo Benzina ha una cilindrata pensata anche per richiamare il glorioso passato Alfa, leggasi millesettecinquanta bialbero, ma rivisto in chiave moderna con iniezione diretta a 200 bar e basamento in alluminio raggiunge prestazioni sorprendenti: i valori di coppia e di potenza specifica sono ai vertici della categoria, rispettivamente oltre 200Nm/l e 137CV/l, mentre la potenza massima è di 240 CV (176 kW) a 6.000 giri. Inoltre, l’eccellente elasticità è assicurata dalla coppia massima di 350 Nm (194Nm/l) che si mantiene costante tra i 2.100-4000 giri, ma con l’80% della coppia già disponibile a soli 1800 giri.

L’emozione di guida è amplificata dal sound di scarico ricco e pieno, più coinvolgente della precedente edizione: infatti sono state enfatizzate le basse frequenze e il tipico rombo, anche grazie ad un risuonatore di aspirazione che dal collettore va a riempire l’abitacolo di sinfonie d’altri tempi, un suono pieno e cupo, ma mai invadente. Prestazioni tanto elevate tengono conto anche dell’impatto ambientale: grazie al controllo delle iniezioni multiple e ai sistemi per ridurre gli attriti e le perdite di energia, il valore di emissioni è così contenuto da soddisfare i severi limiti della normativa europea Euro 6.

Basamento in alluminio e Scavenging

Il 1750 Turbo a iniezione diretta adotta un innovativo basamento in alluminio, lo stesso della sportivissima 4C da noi provata. In più sono presenti soluzioni tecniche all’avanguardia quali l’iniezione diretta di benzina, il doppio variatore di fase continuo, il turbocompressore ed un rivoluzionario sistema di controllo definito ‘scavenging’ che elimina il ‘turbolag’.

In linea con la ricerca della massima leggerezza possibile, il propulsore pesa 22 Kg in meno rispetto a quello della Giulietta Quadrifoglio Verde pre restyling: ora la massa del veicolo è di 1.400kg pesati alla nostra bilancia, non male per il segmento. Merito del basamento in alluminio con inserti cofusi che, oltre ad essere più leggero, allo stesso tempo contribuisce a migliorare la rigidezza del motopropulsore e a contenerne le vibrazioni. Minori vibrazioni sono state ottenute anche adottando un albero motore a 8 contrappesi, che consente l’incremento della ‘giratura’ massima.
Inoltre, per ottimizzare prestazioni, emissioni e consumi di olio i condotti di aspirazione della testa dei cilindri sono stati ridisegnati così come le canne cilindri ora sono in ghisa speciale di minor spessore e i pistoni presentano una nuova segmentatura a carico ridotto.

La tecnologia ‘Scavenging’ massimizza la coppia a regimi molto bassi, garantendo maggiore prontezza di risposta alle richieste del guidatore. Tecnicamente, la centralina di controllo definisce con estrema precisione l’angolo e i tempi di incrocio delle valvole, permettendo che si generi un afflusso d’aria diretto dal collettore di aspirazione a quello di scarico. Questo afflusso migliora sia il lavaggio della camera, aumentando l’efficienza della combustione, sia la velocità della turbina nei transitori, diminuendo i fenomeni di turbo-lag.

In associazione alla tecnologia ‘Scavenging’, il motore è dotato di un turbocompressore di nuova generazione, con collettore di scarico tipo Pulse Converter che ottimizza lo sfruttamento delle onde di pressione per incrementare la coppia a bassi regimi. Sia il collettore, sia la turbina sono realizzati in acciaio microfuso per poter funzionare a temperature molto elevate (oltre 1000°): una condizione indispensabile per ridurre i consumi durante la marcia autostradale a velocità medie o elevate. Un altro elemento utile all’efficienza del propulsore è la valvola Wastegate, che controlla la pressione del turbo secondo logiche diverse a seconda del ‘setting’ dinamico della vettura, limitando le perdite di pompaggio.

Cambio TCT con paddle al volante

Non è solo la potenza a fissare il livello delle performance di Alfa Romeo 4C, per gestire gli spunti del motore è necessario un sistema di trasmissione evoluto. Perciò la vettura è dotata del cambio 6 marce a doppia frizione a secco Alfa TCT: una soluzione che coniuga l’immediatezza del sequenziale e la comodità dell’automatico.

Vero punto di riferimento della categoria per il peso contenuto e l’estrema velocità di attuazione, il cambio può essere comandato in modalità sequenziale attraverso gli ‘shift paddles’ posti dietro il volante. In dettaglio, la trasmissione lavora come due cambi in parallelo, ciascuno con la propria frizione, dove l’innesto della marcia successiva avviene mentre la precedente è ancora inserita, eliminando i vuoti di erogazione. Se nella 4C, però, il cambio in modalità manuale asseconda completamente i desideri del pilota, anche a costo di “tirare” in piena zona rossa, qui preferisce passare, indipendentemente, al rapporto successivo, spiazzando non poco nella guida più estrema, dove la perdita di trazione a metà curva può creare fastidiosi trasferimenti di carico.
Nelle modalità più sportive la cambiata è più aggressiva e si avverte il lieve contraccolpo dovuto all’innesto della nuova marcia, come nelle auto da competizione.

Inoltre è stato anche introdotto il sistema Launch Control per la gestione delle partenze da fermo. Schiacciando contemporaneamente il freno e l’acceleratore fino a fondo corsa e premendo il paddle alla sinistra del volante la centralina attiva il Launch Control e il motore si posiziona a 3.500giri: appena viene rilasciato il freno, il sistema interviene su cambio, controllo di trazione e potenza in modo da massimizzare l’accelerazione.

Sicurezza e tecnologia 

La vettura si è dimostrata estremamente sicura durante i crash test Euro NCAP a cui è stata sottoposta nel maggio 2010. La Giulietta ha ottenuto il punteggio massimo di 5 stelle, ed ottimi rating specifici, risultando la berlina media più sicura di sempre. Il 27 gennaio 2011 la stessa Euro NCAP ha premiato la Giulietta come una delle 5 auto più sicure del 2010, in particolare come vettura più sicura nella categoria Small Family. È inoltre fra le auto più sicure per la protezione bambini (85 punti su 100) e nei confronti dei pedoni (65 punti su 100). La vettura è stata anche sottoposta a controlli e verifiche sui dispositivi di sicurezza attiva (dispositivi di sicurezza assistita) totalizzando 86 punti su 100, punteggio superato solo dalla V40 nel 2013.

Durante il restyling invece la vecchia strumentazione con tasti a bilanciere viene sostituita da una console interattiva con navigatore touch integrato da 6,5 pollici di nuova generazione e nuovi dispositivi di connettività aggiornati fra i quali l’Uconnect, molto meglio del “vecchio” schermo mobile che non aveva la funzione touch.

Una tecnica raffinata e dei dettagli pregiati completano il quadro di quella che si può definire una Gran Turismo a tutti gli effetti.

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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