L’icona fuoristradistica del Sol Levante, arrivata alla quarta generazione e rinnovata nel 2018, dopo vent’anni di lunga attesa da parte degli appassionati, esce dal listino dopo soli due anni (nel 2020) per non gravare troppo sulle emissioni della Casa giapponese, poco dopo la Suzuki Jimny rientra nel mercato italiano sotto la veste di veicolo della categoria N1, autocarro, con il nome di “Jimny Pro”. Con questo “cambio d’abito”, la Jimny torna per riconquistare il cuore degli italiani, come ha già fatto nei soli due anni di commercio dell’ultima generazione.
Nata per soddisfare le esigenze dei professionisti, la Jimny N1 in versione autocarro è dotata di un ampio vano bagagli con pianale piatto e rete divisoria di sicurezza per il carico. Non cambiano e prestazioni off-road della versione passeggeri (M1) da noi provata, grazie al telaio a traliccio, motore longitudinale, sospensioni a ponte rigido e 3 bracci e trazione 4×4 Allgrip PRO dotata di riduttore.
La Jimny PRO, però porta con sé alcune novità, figlie della scelta (obbligata) di trasformarla in autocarro, categoria che pone meno restrizioni dal punto di vista delle emissioni e che ha permesso qualche modifica al fuoristrada compatto del Sol Levante. Scopriamo cosa cambia sulla Jimny PRO, dagli esterni agli interni alle sensazioni di guida della prova su strada.
La quarta serie di Suzuki Jimny si evolve molto nell’aspetto estetico e rimane l’unico fuoristrada vero sotto i 4 metri, i moderni SUV dovranno farsene una ragione.
Nel complesso la carrozzeria è marcatamente squadrata, con montanti anteriori più verticali e il cofano a conchiglia piatto che aumentano la visibilità. Il design è senza dubbio uno dei nuovi punti di forza della Jimny Pro, che riprende le icone del passato per crearne una nuova. Diversi, infatti, gli elementi che riprendono lo stile delle antenate, a partire dalla griglia frontale con cinque feritoie, per continuare con i tipici fari circolari, con indicatori di direzione separati, proprio come la prima serie del 1970. Presenti altri richiami, come le fessure orizzontali alla base dei montanti e i gruppi ottici posteriori orizzontali raccolti sul paraurti.
Non cambiano le dimensioni, davvero contenute, della Suzuki Jimny PRO, con una lunghezza di 3,64 metri, una larghezza di 1,64 m e un’altezza di 1,72 m, mentre l’altezza da terra è di 21 cm. Confermati anche gli angoli di attacco (37°), di dosso (28°) e di uscita (49°).
La Jimny PRO si può riconoscere esteticamente dal Jimny passeggeri per via dei fari, che non sono più full LED, ma alogeni, e dei cerchi da 15”, che sono di colore nero in ferro, mentre precedentemente erano bruniti e in lega. Se possiamo dire che i fari LED ci mancano, specie nella guida offroad notturna, i cerchi si rovinano meno e non stanno neanche male su un fuoristrada vecchia scola come il Jimny Pro.
Per quanto riguarda l’abitacolo, dimenticatevi le plastiche morbide: dentro la Jimny tutto è pensato per resistere e per dare un senso di robustezza complessiva, specia in questa versione Pro. E quindi tutto è studiato anche per facilitare la vita del guidatore, con tonalità scure più difficili da sporcare, che non distraggono durante la guida, tasti grandi e semplici da individuare. Gli assemblaggi sono buoni, ma su questa versione “cassonata” gli scricchiolii sono evidenti soprattutto dal posteriore. Molto azzeccata la strumentazione, ben visibile con i due grandi quadranti analogici, ai quali si aggiunge il piccolo display del computer di bordo.
Sparisce (neanche in optional) il display Touch da 7”. Al suo posto un classico modulo radio Bluetooth più “spartano” e sinceramente un po’ primi anni 2000. Tra gli accessori che prima erano di serie, lascia il suo posto anche il climatizzatore automatico, in cambio del più semplice clima manuale, che sborda parecchi centimetri dalla plancia. Nel complesso, in sostanza, manca qualche dotazione di comfort, ma lo spirito del Jimny rimane perfettamente immutato e quando ci si guarda dietro, si vede la modifica più importante, ovvero la griglia posteriore che separa il vano di carico dall’abitacolo.
Piace poco il capitolo ergonomia: i sedili anteriori non si regolano in altezza, sono poco profilati, la regolazione imprecisa dello schienale è a scatti, e per i più alti di 1 metro e 90 è difficile trovare posto perché la rete metallica blocca la corsa longitudinale del sedile. Il volante invece non ha il controllo di profondità e se sbloccato cade verso il basso. Inoltre azionando il freno a mano meccanico con ridotte inserite, la mano cozza contro il cambio e manca l’appoggio per “riposare” il piede sinistro. In compenso qualche portaoggetti in più è stato creato. Però lo spirito del Jimny è anche questo: un abitacolo imperfetto che si fa amare ancora di più rispetto ad uno esente da errori.
Se prima si poteva considerare che, con le tre porte e il passo corto, lo spazio a bordo non fosse molto, ora la Jimny PRO ha eliminato il “problema”, togliendo la seconda fila di sedili e portando la capienza standard a 863 litri, 33 litri in più rispetto al modello passeggeri, una bella quantità se consideriamo che è diventato più che altro un veicolo da lavoro omologato nella categoria N1, caratterizzato da un fondo perfettamente piano per una migliore praticità e una griglia metallica di sicurezza.
Il motore della Jimny PRO è sempre il 1.5 benzina aspirato Euro 6D, da 102 CV e 130 Nm di coppia a 4.000 giri/min, abbinato al cambio manuale a 5 rapporti. Non cambiano, quindi, le sensazioni di guida rispetto al modello “tradizionale”, con gli ingegneri che hanno curato lo sviluppo dinamico della Jimny, lavorando su due aspetti: la guida onroad e offroad. Per il primo fattore le migliorie sono semplici e immediatamente riconoscibili dopo pochi chilometri.
Oltre al motore che si presenta più brioso ai bassi regimi e dotato di un migliore allungo, la piccola Suzuki è più precisa nei cambi di direzione grazie all’aggiunta dell’ammortizzatore di sterzo, anche se non vi consigliamo di aspettarvi miracoli. Lo sterzo è molto demoltiplicato (4 giri lock to lock), capace di rendere la guida nel traffico e i parcheggi molto agevoli, anche se ci sarebbe piaciuta maggiore precisione al centro e più diretto. Per quanto riguarda la trasmissione, nonostante una leva molto lunga non ci si può lamentare della buona fattura e degli innesti, tutto sommato abbastanza corti.
Per quanto riguarda consumi ed emissioni, la nuova Suzuki Jimny propone un consumo medio di circa 8 litri/100 km nel ciclo WLTP, che tradotti sono poi circa 14 km/litro reali. Vero i consumi non sono propriamente bassi, ma inferiori alla terza serie, complici la trazione integrale e un’aerodinamica non proprio curata e l’assenza dello Start and Stop. Fuori città molto più parco, molto meno in centro. Con il piccolo serbatoio di 40 litri si percorrono meno di 500 km. Il Jimny Pro è risultato molto meno silenzioso rispetto alla precedente versione autovettura, tanto che in autostrada oltre i 110 il rumore comincia ad esser invadente, per l’assenza della sesta marcia e dei rumori provenienti dalla trasmissione. A 130 orari siamo a 4.000 giri motore. La “punta” massima dichiarata è 145 orari, lo 0-100 è coperto in 12 secondi.
Piace molto in città dove grazie al raggio di sterzata ridotto di 4.9 metri e alla lunghezza di soli 3,7 metri si riesce a parcheggiare ovunque, anche sui marciapiedi, anche se ve lo sconsigliamo. Peccato per l’assenza di sensori o telecamera, per evitare di rovinare le auto altrui con la sua ruota di scorta esterna.
Dinamicamente il Jimny non è proprio un SUV sportivo e non vuole esserlo: il rollio elevato, il passo corto 2,25 m e lo sterzo “incerto” la rendono nervosa, ma sempre sicura con il nuovo sistema ESP di serie. L’elettronica, disattivabile, sopra i 30km/h si riattiva autonomamente impedendo ogni eccesso, anche perché i pneumatici M+S stretti da 195/80 R15 hanno una tenuta non particolarmente elevata.
Dotato della trazione integrale Suzuki AllGrip Pro, il mini fuoristrada giapponese propone un allestimento tecnico di primo livello. Le sospensioni sono ad assale rigido con tre punti di ancoraggio, oltre a essere dotate di una barra stabilizzatrice di maggiori dimensioni, Per il peso di soli 1.165 kg, vero punto di forza, gli ingegneri giapponesi hanno ritenuto di non dover ricorrere a “veri” differenziali autobloccanti: sono presenti due differenziali elettronici, che si occupano di gestire la trazione sugli assali al meglio. Durante la nostra speciale prova abbiamo risalito gradinate e superato ostacoli con una facilità disarmante.
La nuova Suzuki Jimny in offroad si sente a casa e quando il gioco si fa duro, basta prendere in mano la leva (che è tornata dopo la parentesi fatta di pulsanti) delle marce ridotte. Da 2H a 4H si passa dalla trazione posteriore alla trazione integrale permanente e, se non dovesse bastare, con 4L si inseriscono le ridotte con rapporto 1:2. Inoltre nonostante il passo non sia cambiato, sono stati migliorati gli angoli di attacco (37°), di dosso (28°) e di uscita (49°). Poi il peso ridotto è un facile alleato nelle discese ripide, coadiuvato dal controllo elettronico di discesa. Se ancora non vi basta, allora fareste meglio a preventivare quattro ruote tassellate per completare il quadro globale già ottimo.
L’allestimento Pro prevede alcuni dei contenuti di serie, ma meno rispetto alle precedenti versioni autovettura, compresi i fendinebbia, i sedili anteriori riscaldabili, il climatizzatore, il Cruise Control e i sistemi ADAS di assistenza alla guida. Jimny Pro è infatti equipaggiato di serie, dai sistemi “guidadritto” (avviso di superamento della corsia), “occhioallimite” (il riconoscimento dei segnali stradali), “attentofrena” (la frenata automatica d’emergenza con riconoscimento dei pedoni) e “restasveglio” (il monitoraggio dei colpi di sonno). Per la guida in fuoristrada e su tutti i tratti in forte pendenza entrano in azione i dispositivi “partifacile” (hill hold control) e “scendisicuro” (hill descent control). Di serie anche il sistema di sicurezza e localizzazione eCall.
Suzuki Jimny Pro è proposto in unico allestimento al prezzo di 25.200 euro IVA inclusa chiavi in mano (+1.800 euro rispetto al precedente listino 2021 e 2.700 euro più della versione quattro posti M1). Per fortuna la Jimny PRO può essere guidata sfruttando i benefici e le potenzialità del programma di Noleggio a Lungo Termine Suzuki Rent.
Scelta “obbligata”: unico motore, unico allestimento e zero optional: il Pro, è stato pensato per chi bada al sodo e se vogliamo trovargli un limite sono i soli due posti, comunque sufficienti per una coppia senza figli. La garanzia è di 3 anni o 100.000 km, estendibile di altri due anni con “Suzuki Smile”.
Nel ristrettissimo ed elitario segmento dei fuoristrada veri, troviamo solo il Land Rover Defender, la Mercedes Classe G, la Jeep Wrangler. Tre icone, tre leggende intramontabili. Il Jimny Pro, a differenza degli altri tre, vuole esser un 4×4 tuttofare e da carico, poco sofisticato e con costi di gestione ed acquisto molto contenuti e in questo caso una versione da lavoro con due soli posti.
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