Categorie: Prove su strada

Subaru Outback 2.0D | Prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

Rinnovata da cima a fondo nel 2015, la Subaru Outback ripropone la collaudata formula delle precedenti quattro generazioni: una spaziosa station wagon 4×4 adatta anche all’impiego fuori dall’asfalto. Poco conosciuta da noi in Italia, si propone come alternativa alle “solite” famigliari 4×4 rugged. Per i più scettici, che credono si tratti solo di un facelift, diciamo che il telaio è stato modificato per renderlo più rigido del 67%, inoltre frena da sola e stupisce in fuoristrada.

Design e spazio: comoda per tutta la famiglia, ma con interni migliorabili

Fuori cambiano i fari, ora a led e le forme dei fascioni. Gli interni, invece, son abbastanza curati rispetto al passato, non sono sfarzosi e alcuni materiali rimangono troppo rigidi per il prezzo della vettura, ma le linee sono pulite. Gli accostamenti sono curati e le sbavature sono quasi tutte ridotte: il clack di blocco automatico delle portiere ricorda le utilitarie anni 90. Bene i comandi clima, così come il funzionamento dello stesso, con bocchette dedicate per il divano, meno bene il navigatore Starlink touch 7” con comandi vocali, è lento nel rispondere agli input touch che vengono dati, si difende con l’app Mirror Link per riprodurre il contenuto dello smartphone.

Lo spazio a bordo è abbondante in ogni direzione, sia per i passeggeri davanti, che possono regolare elettricamente i sedili riscaldati, sia per quelli posteriori le cui ginocchia non toccano i sedili anteriori. Meno comodo il quinto passeggero, in quanto il divano centrale è rialzato e duro nella seduta e trova il tunnel ingombrante. Bene la visibilità, con montanti anteriori sottili, ottima la possibilità di reclinare il divano, specie se si hanno bambini e buona l’accessibilità a bordo, in quanto l’altezza maggiorata da terra aiuta ad accedere comodamente all’abitacolo. L’illuminazione diffusa blu su tunnel e portiere conferisce all’Outback un senso di sofisticata modernità. Piccolo ma piacevole il tetto in vetro apribile.

Spazio a volontà nel bagagliaio 559 litri ampliabili a 1815, dotato di portellone elettrico regolabile (anche con finecorsa in altezza per box più bassi) e sganci rapidi per reclinare i sedili direttamente dal vano di carico.

Alla guida del boxer diesel: regolare e fruibile, per andature turistiche

La trazione integrale Symmetrical All-Wheel Drive abbinata al motore Boxer sono da sempre sinonimo di prestazioni e tenuta. Anche sulla Outback quest’accoppiata offre un’efficiente trazione AWD per un migliore controllo su ogni tipo di strada, anche con pioggia o neve, montando le gomme adeguate.

Nonostante le sospensioni siano tarate morbide la Outback offre un eccellente grip laterale e assicura grande precisione durante la guida, grazie ad uno sterzo solido (ma poco pronto) e alla disposizione longitudinale e simmetrica dei suoi gruppi principali (motore e trasmissione), mentre il baricentro basso del “quattro piatto” offre grande reattività. Quindi per il capitolo assetto, a parte un sensibile rollio dovuto alla taratura turistica di molle e ammortizzatori non ci si può lamentare, dove l’Outback manca di feeling è solamente nel reparto powertrain.

Il 2.0 diesel con la sua coppia di 350Nm da 1.600 a 2.800 giri è una vecchia conoscenza. Aggiornato Euro 6 rimane un propulsore rotondo e regolare. Qui però i 1.700kg di peso rilevati, il cambio Lineartronic e la trazione integrale mettono d’impaccio i 150cv del boxer, specialmente in montagna o a pieno carico. A listino era meglio prevedere uno step di potenza più spinto per il 2.0 giapponese.

Il cambio a variazione continua a sette rapporti è confortevole e relativamente veloce sia in automatico che in manuale, ma mortifica un po’ la guida sportiva e a freddo “tira” troppo le marce. I comandi al volante del cambio prevedono anche una nuova serie di rapporti fissi che si adeguano alla velocità dell’auto e al regime del motore, consentendo al guidatore di percepire i punti di cambiata in accelerazione ed evitare l’effetto scooter tipico dei CVT. Però alla prova dei fatti però, meglio una guida in souplesse che una “d’attacco”.

Muoversi in città con quattro metri e 80 di auto non è proprio semplice, e i sensori anteriori e posteriori non son disponibili, un difetto non da poco per il lignaggio dell’auto, meglio puntare tutto sulla telecamera posteriore (come sul nostro modello) dalla visibilità eccezionale anche di notte. Ottima la sterzata, il diametro è di 11 metri, da utilitaria, dovuto principalmente alla disposizione longitudinale del motore. Le sospensioni morbide e le gomme dalla spalla alta 225/60R18 contribuiscono ad assorbire i colpi secchi di traversine e buche.

In autostrada con il motore poco oltre duemila giri in settima si viaggia in souplesse, peccato che i fruscii siano evidenti a velocità di codice. Leggermente sopra la media i consumi: si percorrono 12 km al litro in autostrada e nel misto, mentre in città si scende a 10. L’autonomia comunque è sufficiente a percorrere più di 650km con 60 litri di serbatoio.

Versatilità in offroad e sicurezza di guida

In fuoristrada grazie a 20cm di altezza utile se la cava meglio di molti suv: il pulsante X-Mode gestisce motore, trasmissione e freni per muoversi in sicurezza anche su strade dissestate, fondi sdrucciolevoli e ripide colline. Con l’X-MODE inserito, l’Hill Descent Control si attiva automaticamente per mantenere costante la velocità della vettura in pendenza, utile nelle rampe dei garage con la neve. Comunque meglio non esagerare, gli angoli di attacco son quelli di una station ordinaria e le protezioni sottoscocca son delicate. E’ l’auto ideale per chi ha la casa in montagna o percorre strade sterrate o fangose, ma l’offroad duro non è, ovviamente, il suo campo. La capacità di traino è di 1.800kg, quindi per un gommone o un carrello per i cavalli non ci son problemi.

Notevole la tecnologa EyeSight, di serie già sulla versione “base”: impiega due telecamere stereo per catturare immagini a colori tridimensionali con una eccellente capacità di riconoscimento, simile a quella dell’occhio umano. Grazie alle immagini provenienti da entrambe le telecamere EyeSight riconosce forma, velocità e distanza di veicoli, moto, biciclette e pedoni. Quando rileva un potenziale pericolo il sistema avverte il guidatore e, se necessario, provvede anche a frenare in modo da evitare incidenti (il cruscotto di colora di rosso). L’unico difetto è che con il vetro sporco si disattivano temporaneamente i sensori.

L’Adaptive Cruise Control, monitora distanza e velocità della vettura che precede, variando la velocità in modo da mantenere costante la distanza di sicurezza. l sistema di Lane Departure Warning avverte con un cicalino e una spia lampeggiante l’imminente uscita di strada. Noi abbiamo trovato molto utile il Lead Vehicle Start Alert: quando si è fermi in coda e il sistema rileva che il traffico si è rimesso in movimento e avverte il guidatore con un cicalino e una spia lampeggiante: così anche i più distratti non tardano al semaforo.
La nuova Outback ha ottenuto la valutazione massima di cinque stelle durante l’ultima analisi dell’Euro NCAP.

Prezzo e concorrenti: tutto di serie

La Subaru Outback 2.0 diesel Free parte da 36.290€, la versione più ricca Unlimited (cerchi da 18”, navigatore Starlink, sedili in pelle elettrici, easy access), oggetto della nostra prova arriva a costare 43.350€. E’ vero che le avversarie, anche quelle premium, sono “vicine”, ma qui tutto è di serie, a parte il metallizzato 585€, non occorre aggiungere alcun optional. Con la concorrenza per pareggiare il conto si sale parecchio di prezzo. Per contro se volessimo risparmiare all’acquisto, con una versione entry level, non potremmo aggiungere alcun optional, come il navigatore o la pelle.

Le principali concorrenti sono: la VW Passat Alltrack, la Skoda Octavia Scout 4×4, l’Opel Insigna SW 4×4 e, se vogliamo guardare il premium, anche la futura Audi A4 Allroad.

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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