Per ora è un inizio, ma quella che sta studiando Stellantis è una tecnologia che potrebbe diventare assolutamente d’attualità in un futuro più prossimo che lontano. Si parte con i veicoli commerciali leggeri (LCV) di Peugeot, Citroen e Opel, dove debuttano le “fuel cell” che riescono ad armonizzare l’efficienza dell’elettrico a una maggiore autonomia grazie all’idrogeno.
Questa tecnologia, in realtà, venne studiata in passato quando Opel era legata a GM, poi non se ne fece più nulla, preferendo spingere sull’ibridizzazione e sull’elettrificazione pura. I tre brand già propongono veicoli commerciali elettrici (Peugeot e-Expert, Citroen e-Jumpy e Opel Movano-e), ma è la prima volta dentro Stellantis per le celle a combustibile.
A differenza di altre case come Toyota che propone l’idrogeno sulla sua Mirai, per ora un caso praticamente isolato (se non fosse per Hyundai con Nexo), Stellantis ha preferito iniziare ad esplorare i confini di questa tecnologia con i veicoli commerciali.
Rispetto ai brand giapponesi, Stellantis ha infatti optato per celle a combustibile più piccole. Un video che vi proponiamo spiega il funzionamento del sistema. In breve, le celle a combustibile producono energia grazie alla reazione tra ossigeno e idrogeno, creando come prodotto di scarto…acqua cristallina, e la inviano al motore elettrico, il quale viene alimentato anche dalle classiche batterie ricaricabili grazie allo sportellino dedicato. C’è poi spazio per tre bombole dove viene stoccato l’idrogeno (4,4 kg totali) a 700 bar.
Come avviene sulle auto ibride plug-in oggi in commercio, il veicolo può quindi marciare grazie all’energia delle batterie e, quando viene richiesta la massima potenza, unire quest’ultima a quella fornita dalle celle a combustibile. Un altro sportello permette di rifornire l’idrogeno, per 400 km di autonomia dopo un rifornimento della durata, circa, di 4 minuti. Tempi più competitivi rispetto all’elettrico, o all’ibrido.
Si parte con Francia e Germania, più difficile vedere questa nuova frontiera dell’elettrificazione in Italia prima di qualche anno. Molto dipenderà, come già accade per l’elettrico, dalle infrastrutture. A oggi, è attivo un solo hub di rifornimento a idrogeno, vicino Bolzano, quindi si tratta di un orizzonte lontano. Tanti paesi stanno investendo, avendo capito che l’elettrico puro non è la soluzione definitiva.
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