SsangYong non è un marchio dalla vita facile. Come sappiamo dalla sua storia è nato già durante l’invasione nord coreana e nel corso del tempo ha subito diverse acquisizioni estere.
Nel 2010 la SsangYong ha evitato per un soffio un pesante tracollo grazie alle rivolte dei lavoratori che sono state represse violentemente. Fortunatamente quest’ingiustizia umanitaria e sociale è finita sotto i riflettori mediatici mondiali e ha incoraggiato l’indiana Mahindra & Mahindra ad acquistare la maggioranza della quote dal gigante cinese SAIC.
La nuova proprietaria è riuscita temporaneamente a rilanciare SsangYong spianando la strada ai primi prototipi elettrici e portando, nel 2015, alla nascita della SsangYong Tivoli: il bestseller del marchio ancora in produzione. Poi c’è stato un improvviso disimpegno della Mahindra & Mahindra che ha fatto finire SsangYong, nell’aprile dell’anno scorso in amministrazione controllata.
Così Edison Motors, la produttrice di bus elettrici, si è proposta di salvare il marchio. Si è vista nuova luce e sembrava che finalmente la SsangYong sarebbe diventata al 100% sud coreana senza problemi.
Ma ultimamente sono apparse nuove ombre sul destino dei Due Dragoni.
Edison Motors non rispetta la scadenza del 25 marzo 2022
Edison Motors unitamente a Keystone, Semisysco e i fondi immessi dalla Korea Corporate Governance Improvement (KCGI), avrebbero dovuto mettere insieme e consegnare 200 milioni di euro per salvare SsangYong entro il 25 marzo 2022.
All’inizio dell’anno, ad accordo fresco, Edison Motors aveva pagato un anticipo del 10% della quota totale promessa, pattuita e approvata dal tribunale coreano che riconobbe la produttrice di bus elettrici come la migliore offerente. Ma le promesse non sono state mantenute.
Il patto è sfumato e adesso, da circa tre mesi, i manager della SsangYong sono alla ricerca forsennata di nuovi acquirenti per uscire dalla crisi e soprattutto per svincolarsi da un’amministrazione controllata che per un marchio che vorrebbe mantenere la sua identità significa, in termini pratici, il rischio di non avere una linea produttiva coerente che eviti ulteriori crisi future.
Il futuro dei Due Dragoni è in bilico ma a quanto pare non tutto è perduto.
La trilogia elettrica per salvare SsangYong
All’orizzonte del 2025 si si paventa un’elettrificazione che dovrebbe rilanciare il marchio. Parliamo di tre auto delle quali stiamo sapendo a mano a mano sempre di più.
La prima è la versione elettrica del Korando, la SsangYong Korando e-Motion.
Gli altri due progetti, diffusi con i nomi temporanei di X200 e J100 stanno prendendo forma.
Una di queste forme è il SsangYong Torres, il nuovo 4×4 100% elettrico che potrebbe, insieme ai due fratelli, salvare la casa.
Stiamo a vedere e – perché no – dall’Italia incrociamo le dita per il futuro di SsangYong.
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