BYD, uno dei main player cinesi e il principale produttore al mondo batterie tanto da impensierire Elon Musk e soci, è arrivato anche in Italia con una ventata di novità, nei mercati europei con una gamma di veicoli elettrici per il trasporto passeggeri e modelli unici e innovativi.
Se guardiamo il listino principlamente sono quattro i modelli BYD, interamente elettrici, che sono stati introdotti nel vecchio continente e quindi già presenti da noi. Tutti i modelli si adattano alla perfezione per soddisfare le aspettative e le esigenze dei clienti europei con un tocco premium e specifiche elevate, caratteristiche che rendono questi veicoli accessibili a un ampio e diversificato target. Troviamo infatti la BYD Seal la rivale diretta della Tesla Model 3, BYD Dolphin, monovolume familiare a 5 posti a zero emissioni, e BYD Atto 3 ,SUV elettrico di segmento C dallo stile europeo e infine l’oggetto del nostro test: la BYD Han, berlina del segmento E elegante e sportiva.
Pertanto l’ammiraglia, la BYD Han è una berlina elegante e sportiva, vanta finiture di stile all’interno e all’esterno e offre al contempo prestazioni di guida elevate e un’autonomia degna di nota. È dotata di due motori elettrici che generano un sistema a trazione integrale per una maggiore sicurezza e manovrabilità. Inoltre la BYD Han offre un’esperienza high-tech premium sfruttando alcune delle tecnologie più avanzate del settore EV, tra cui la rivoluzionaria Blade Battery. A corollario una gestione dell’elettronica sofisticata, con tecnologia 5G a bordo e soluzioni del partner europeo Bosch per gestire al meglio l’importante recupero energetico.
Vediamo quindi, lo stile, gli interni, come va su strada, quanto è confortevole, che autonomia e prezzi ha la berlina di 5 metri del costruttore cinese appena sbarcato anche da noi e che potrebbe far impensierire molti player autoctoni.
Partiamo dal principio per spiegare: a firmare il suo design, che ricalca in parte le forme delle sue principali concorrenti, un certo Wolfgang Egger, già autore di diversi modelli per le case europee tra cui, la celeberrima Alfa Romeo 8C Competizione, per poi succedere a Walter de Silva alla direzione del design del gruppo Volkswagen. Le dimensioni della BYD Han sono comunque importanti, così come il passo non è da meno con 2,92 metri, che dona un’abitabilità interna da primato.
Nonostante quindi le dimensioni di BYD Han siano figlie della volontà del brand cinese di proporre un’alternativa all’offerta premium delle case tedesce, a ben guardarla da fuori l’auto risulta parecchio più compatta dei suoi 5 metri (4.999 millimetri) di lunghezza per una larghezza e 1,91 metri e un’altezza 1,50 metri. Potremmo pensare di star guardando un segmento D se non avessimo alla mano le specifiche dell’auto, forse anche complice il colore Space Black che contribuisce a renderla più snella e compatta per quanto possibile. Insomma la berlinona quattro porte cinese offre linee estremamente pulite, anche semplici, e una superficie vetrata ampia nonostante la bassa linea del tetto spiovente specialmente nel padiglione posteriore.
Frontalmente la firma diurna a LED occupa buona parte del muso mentre aguzzando la vista si apprezza il logo che BYD porta sui modelli europei, diverso da quello usato in madre patria. Anche il gruppo ottico rivela una disposizione complessa e allo stesso tempo scenografico: elemento diurno a LED, sopra gli indicatori di direzione dinamici, sotto i tre elementi che costituiscono i veri fari anabbaglianti/abbaglianti, LED ovviamente, ma non a matrice come le competitors del segmento. In linea laterale si segnalano i cerchi da 19”, visivamente un po’ ridotti nel diametro, rispetto alla concorrenza, ma che aiutano parecchio in confort di marcia. Da non dimenticare le maniglie a scomparsa per incrementare l’efficienza aerodinamica.
Sicuramente cattura l’attenzione l’elemento ricercato sul terzo montante, mentre il lunotto posteriore così fortemente inclinato potrebbe causare qualche problema in vista posteriore, per fortuna ci assiste la preziosa telecamera 360° di serie. Più elaborata la firma luminosa che incornicia il posteriore: dove il terzo volume contribuisce alle dimensioni di BYD Han nascondendo un vano bagagli non enorme ma comunque da 410 litri, oggettivamente non troppi per una macchina con queste proporzioni, ma comunque sufficienti. Considerate che devono trovare posto anche i cavi della ricarica poiché non è presente l’utile vano anteriore Frunk. Aiuta nel carico l’utile passasci, dalle dimensioni non troppo esagerate e il portellone elettrico, da cui si può chiudere completamente la vettura se non c’è la necessità di riaccomodarsi al suo interno.
Gli interni di BYD Han hanno una qualità invidiabile, gli stessi che ci saremmo aspettati da una tedesca, tanto da non avere timori reverenziali nei confronti delle blasonate competitors premium, sia per quanto riguarda la qualità dei materiali e degli assemblaggi sia per quanto riguarda la tecnologia di bordo. Certo qualche dettaglio qualitativo alle volte può esser considerato sottotono, ma non è mai in vista o comunque non fa gridare allo scandalo.
Anche in questo caso “vince” l’accoppiata tra schermo centrale piuttosto ampio, con disposizione orizzontale e quadro strumenti più contenuto e rigorosamente virtuale, ben incastonato da una cornice che fa capolino tra la corona del volante e le razze principali. Peccato che il cluster non si possa modificare molto nel layout, ma solo in minima parte nella grafica dei due quadranti e che non si possa inserire la mappa full screen. Meglio invece per quanto riguarda l’HUD che è chiaro e con il numero giusto di informazioni, forse avremmo preferito un punto focale maggiormente distante e non a meno di 1mt dal driver, per aiutare la concentrazione e non stancare gli occhi, ma nel complesso un buon risultato.
Tre le modalità di comando: con i comandi fisici su tunnel e volante, o direttamente dal display al centro del cruscotto basato su Android, dalle schermate fluide e dal funzionamento intuitivo oppure in ultimo con i comandi vocali, ma non ancora in lingua italiana (aspettiamo un aggiornamento software per questo). Forse avremmo preferito ancora una regolazione del climatizzatore trizona per shortcut fisico, mentre invece occorre agire tramite i comandi touch, anche dietro usando i sono due schermi aggiuntivi sul tunnel e nel bracciolo posteriore, oppure (strano ma vero) via tasti al volante si regola flusso e temperatura, che spesso va risettata.
Volante su cui troviamo comandi fisici un po’ cheap, ma fortunatamente non aptici, dedicati ai sistemi di assistenza alla guida e comandi volume, radio e istruzioni vocali. Sul tunnel centrale l’impostazione ricalca quella delle altre BYD, e non potrebbe essere altrimenti, con tasti per accensione veicolo, volume della radio, driving modes, 3 modi, più “snow” e recupero di energia in frenata. Se parliamo di portaoggetti invece, non manca spazio nel bracciolo, due porta bicchieri e un pannello per le porte USB. Rispetto ad altri modelli, però, la BYD Han nasconde una soluzione interessante: sotto il margine alto del poggiagomiti, che svela un ulteriore cassettino portaoggetti, trova spazio una piastra a induzione da 50 Watt. Non manca per i più tecnologici, la telecamera che riprende l’interno (oscurabile) che può scattare foto e caricarle sui Social. Così come l’utile Spotify direttamente installato nella vettura. Mentre vi è un impianto audio Dynaudio da 12 altoparlanti.
A livello dimensionale davanti si sta alla grande, ma in un ambiente ben raccolto dalla plancia e dal tunnel alto, il sedili sono regolabili elettricamente a 8 vie riscaltati e ventilati, mentre dietro è più che buono lo spazio per gambe e spalle sulla seconda fila, complice la quasi totale assenza di un tunnel centrale. Meno bene l’aria in altezza per chi è alto più di un metro e 80. A disposizione dei passeggeri posteriori, bocchette del clima e comandi della temperatura dedicati, oltre al bracciolo che nasconde al suo interno un altro vano portaoggetti, uno schermo/tablet per l’intrattenimento e ulteriori due portabottiglie. Inoltre un filtro per polveri PM2.5 e un generatore di ioni attivi purificano l’interno dell’auto dallo smog cittadino.
Unico propulsore disponibile per questa BYD Han è l’accoppiata AWD elettrica dalla potenza combinata dei due motori che offre 380 kW. Un valore comunque straordinario che fa il paio con dati di tutto rispetto e non poteva che non essere così. I 517 CV e 700 Nm “sparano” la berlina cinese, nonostante le 2 tonnellate (2.250 kg) abbondanti, da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi, complice il doppio propulsore e, quindi, la trazione integrale che viene offerta di serie. La spinta, ovviamente, è sempre molto corposa, forse meno brutale delle competitors, specie alle alte andature dove la Han nelle riprese è si veloce, ma mai “esagerata”. A 180 km/h interviene il limitatore per “economizzare” l’energia.
Invece i pedali sono un po’ troppo poco modulabili anche in modalità “Eco”, poi abbiamo “Normal” e “Sport”. Inspiegabilmente questi drive modes non si accoppiano con Sterzo, Frenante e Ammortizzatori attivi, che vanno regolati di volta in volta separatamente dal display.
Ci sarebbe piaciuto anche una funzione “one pedal drive” che invece non è presente.
I motori della BYD Han sono stati pensati e collaudati per essere installati sulla piattaforma e-Platform 3.0 ma la vera particolarità è da ricercare sulla batteria. La batteria, o Blade Battery da 85,4 kWh, sfrutta la chimica del litio-ferro-fosfato ma soprattutto con la disposizione a lama (Blade) che permette una riduzione dello spazio occupato dall’accumulatore e del peso, nonostante la sola batteria pesi 568 kg. Vantaggi anche sul mantenimento delle temperature d’esercizio e sulla sicurezza passiva in caso di incidente.
Per quanto riguarda l’autonomia il dato dichiarato è 521 km misti, 662 urbani e siamo su meno di 500 chilometri reali. Con un’efficienza pari rispetto alle rivali, complici un Cx di soli 0.233 di una linea filante e una pompa di calore, l’unico neo è la capacità di ricarica in corrente continua che non è neanche lontanamente paragonabile a Tesla con la sua Model S che raggiunge i 300 kW accorciando notevolmente le soste di ricarica. Infatti la BYD Han accetta fino a 120 kW in CC, significa trascorrere quasi un’ora attaccati alla colonnina, HPC, per caricare la vettura dal 10 all’80%. Se parliamo di AC il limite di ricarica è di 11 kW dalla versione 2024, pertanto almeno 8 ore sono necessarie, mentre nella presa di casa Schuko ne servono quasi 48h per una ricarica completa.
Tra le curve la Han se la cava bene, complici le sospensioni evolute con ammortizzatori a regolazione elettronica, Mc Pherson anteriori e multi-link posteriori. Lo sterzo è comunicativo il giusto e il rollio ridotto se settimamo l’assetto più sportivo da display. Però non stiamo parlando di una vettura marcatamente sportiva. Il confort è la situazione che predilige, dove l’assordimento è sempre di livello, ad eccezioni di alcune asperità secche nel posteriore, ma solo in caso dossi più alti della media. Ottima la frenata grazie pinze sportive anteriori Brembo fisse con disco freno forato.
La città non è il suo habitat ideale, viste le dimensioni, ma grazie a telecamere 360° e un raggio di sterzata non ampissimo 12,3 metri se la cava piuttosto bene, manca un’assistenza al parcheggio autonomo o semi-autonomo. Meglio quindi muoversi fuori dalle mura, magari in autostrada coadiuvati da parecchi ADAS come il controllo intelligente della velocità di crociera (ICC )e il Lane Centering (LCC) con l’assistenza al cambio di corsia (LCA), che forniscono la guida autonoma LEV2. Non mancano l’avviso di collisione (FCW), l’AEB, l’avviso di superamento corsia (LDW), il Blind Spot, l’ Heads-up Display, il Servofreno integrato, l’avviso di apertura porta, l’avviso di collisione posteriore e di attraversamento posteriore, il sistema antifurto e l’utile assistente per i fari abbaglianti (HMA), peccato non avere i fari a matrice di led.
I prezzi della BYD Han in Cina, sono stati ovviamente ritoccati per il mercato del Vecchio Continente. Da noi, il prezzo della BYD Han Executive è pari a 70.940 euro. Un’offerta che include un singolo allestimento, tutto compreso, anche cambiando colore esterno (tranne per il blu o rosso) o colore degli interni. Essendo full optional, la BYD Han include fari full LED, display centrale da 15,6” e connettività 5G. Ovviamente è sottintesa la presenza del doppio motore che conferisce alla Han 517 CV e 500 chilometri di autonomia. Difficile dire se BYD riuscirà nell’intento anche nel vecchio continente, certo è che la scelta di debuttare su mercati già più propensi all’elettrico, il caso Vinfast insegna, può essere la cartina al tornasole dei primi passi di un successo da costruire negli anni.
Insomma la BYD Han è uno dei quattro modelli che oggi compongono la gamma del costruttore cinese. Insieme a Seal, Atto 3 e Tang, la Han è la berlina da 517 CV, pensata per andare forte ma anche lontano. Peccato per la sua “non” capacità di caricare velocemente le batterie, almeno nei confronti della rivale più conclamata, dal DNA americano. Per il resto la BYD Han ha tutti i presupposti per fare bene: è aerodinamica, offre un design che non passa inosservato ed è tecnologica, con il sistema operativo Android Auto che è garanzia di buona funzionalità. Sul divanetto si sta più comodi in due che in tre e la visibilità posteriore risente del lunotto inclinato, ma con un singolo allestimento e una dotazione full optional c’è il presupposto per entrare in modo competitivo in un mercato fiorente, quello delle berline premium elettriche. Non male la possibilità di connettere anche una presa domestica alla vettura per generare energia da essa.
Le concorrenti della BYD Han che la attendono al varco sono la BMW i5, la Mercedes EQE, l’Audi A6 e-tron, senza dimenticare la più volte citata Tesla Model S.
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