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Opel Mokka 1.6 CDTI 4×4 | Prova su strada

Tempo di lettura: 4 minuti

Con i prezzi della motorizzazione diesel che partono da 24.350 euro, la Mokka è il terzo modello Opel più venduto in Italia. Se la Corsa e l’Astra dettano il passo, “il SUV compatto dall’anima urbana” – come recita il claim pubblicitario – non resta certo a guardare, cavalcando l’onda lunga del successo di vendite che premia la categoria.

Disponibile in versione a 2 e 4 ruote motrici (qui la trazione integrale entra in gioco solo quando l’asse anteriore perde aderenza), la Mokka beneficia di una posizione di guida rialzata tipica dei crossover, che garantisce a chi è al volante un’ottima visibilità nella guida in mezzo al traffico. Queste doti si sommano a una lunghezza di 4 metri e 28 centimetri e alla buona spaziosità dell’abitacolo, ideali per districarsi tra le insidie del centro cittadino. La telecamera posteriore, poi, è un valido alleato nelle manovre di parcheggio, che in città non temono i marciapiedi anche grazie alla maggiore altezza da terra.

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Le linee restano, i motori cambiano

Se per il facelift di metà carriera bisognerà attendere l’anno nuovo (potrebbe debuttare già a marzo durante il Salone di Ginevra 2016), dal punto di vista tecnico la Mokka propone moderne motorizzazioni benzina e diesel Euro 6. È il nuovo turbodiesel MDE da 1.6 litri, che sostituisce il vecchio 1.7 CDTI, a equipaggiare la vettura della nostra prova. L’unità nasce a Torino dal lavoro degli ingegneri e dei tecnici della GM Powertrain Europe, azienda che ha sede in uno degli edifici del Politecnico, in costante dialogo con i colleghi dell’International Technical Development Center di Rüsselsheim e in sinergia con l’altra sponda dell’Atlantico.

Rispetto alla precedente versione, aumentano le prestazioni e diminuiscono consumi ed emissioni: la potenza del millesei è incrementata di 6 CV (100 kW/136 CV) e la coppia massima tocca ora i 320 Nm; consumi ed emissioni di CO2 sono invece ridotti del 9% (4,1 l/100 km e 109 g/km i dati dichiarati per la 2WD Euro 6). Il tutto grazie all’adozione di un nuovo monoblocco ottenuto con un ricercato processo di colata dell’alluminio, che ha permesso di integrare le canne cilindro in ghisa durante la fusione del basamento leggero. Questa soluzione ha permesso di risparmiare ben 20 kg sul piatto della bilancia, ma senza pregiudicare il rapporto peso/potenza (1,4 kg/kW, dato di prim’ordine per un motore diesel di media cilindrata).

A completare il quadro, i progettisti torinesi si sono concentrati sulla riduzione degli attriti e il miglioramento della combustione. Nel primo caso sono ricorsi a una pompa dell’olio a cilindrata variabile, in grado di adattare i livelli di pressione al regime di funzionamento del motore: cioè a dire vi è un boost di potenza oltre i 2.750 giri o sopra un determinato valore di coppia per garantire la corretta lubrificazione delle parti meccaniche, a fronte di un ridotto assorbimento di energia ai regimi inferiori (1.500-2.500 giri/min). Per ottimizzare la combustione, invece, hanno scelto un sistema di alimentazione common rail con valvola a solenoide, pressione di 2.000 bar e polverizzatori a 8 fori con 10 iniezioni per ciclo di funzionamento. Questo per migliorare potenza, emissioni e rumore ai carichi parziali.

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Alla guida del 1.6 CDTI ECOTEC da 136 CV

La vettura della nostra prova era dotata del 4 cilindri ECOTEC Diesel da 136 CV. In marcia, il motore in alluminio colpisce subito per l’ottima silenziosità di funzionamento, tenendo fede alle aspettative al punto di aggiudicarsi l’appellativo di “whisper diesel”, il diesel che sussurra. Anche l’erogazione rivela la sua natura gentile: la spinta è piena e soddisfacente fin dai bassi regimi, in un crescendo morbido che termina quando l’ago del contagiri tocca quota 3.500-4.000. In abbinamento al cambio manuale a sei marce dagli innesti morbidi e abbastanza precisi, il 1.600 si rivela un buon alleato nella guida in città come nelle gite fuoriporta. La corsa della frizione è fluida e lo sforzo per azionarla contenuto, e i 320 Nm di coppia massima permettono di ricorrere al terzo pedale solo quando necessario.

Tra le curve, la Mokka rivela la sua indole dinamica grazie all’assetto piatto e alla buona taratura delle sospensioni. Rollio e beccheggio appaiono da subito contenuti, e a colpire positivamente sono il telaio e l’equilibrio generale della vettura, che la rendono facilmente controllabile anche in situazioni di emergenza. Fuori dalle mura urbane, il SUV tedesco si dimostra un buon compagno di viaggio sia nei brevi sia nei lunghi tragitti: fruscii aerodinamici e rumori di rotolamento degli pneumatici risultano ben filtrati e mai fastidiosi, in linea con l’esperienza mini-invasiva che il nuovo motore diesel offre agli occupanti. Piacevole, infine, il feeling dello sterzo, con il volante a tre razze che impartisce gli input in modo sincero.

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Prezzi della motorizzazione diesel da 24.350 euro

Per mettersi al volante della Opel Mokka 1.6 CDTI 4×4 protagonista del nostro test servono 30.315 euro. Ai 28.520 € necessari per accedere alla versione Cosmo con motore diesel, cambio manuale e trazione integrale, in colorazione Summit White con interni in tessuto Lighthouse, bisogna aggiungere il costo dei fari bi-xenon auto adattativi e del pacchetto che comprende il navigatore satellitare con display da 7 pollici e la telecamera posteriore di retromarcia. La dotazione di serie è ricca e comprende equipaggiamenti quali i cerchi in lega da 18”, i fari fendinebbia con cromature, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori, il volante in pelle multifunzione a tre razze, gli airbag frontali e laterali lato guida e passeggero, il climatizzatore bi-zona a controllo elettronico e il cruise control con limitatore della velocità.

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