Tecnica

Nuovo Opel Mokka è nato in galleria del vento: migliore efficienza, minori consumi

Tempo di lettura: 2 minuti

Il nuovo inizio di Opel è rappresentato indiscutibilmente da Mokka. Nato sulla piattaforma CMP made in PSA, della quale sentiremo presto parlare ora che è nata Stellantis, Opel Mokka nasconde un’ossatura, passateci il termine, non nuova, bensì nuovo è il vestito che tutti vedono. 

Le sue forme, con l’Opel Vizor e le dimensioni compatte, sono state approfonditamente studiate in galleria del vento. Il suo coefficiente aerodinamico, o Cx, è di 0,32. A titolo di paragone la vecchia Calibra, più bassa e filante, segnava 0,26: facile pensare che l’altezza da terra sia nemica dell’aria, ma per la sua categoria è un risultato di tutto rispetto. 

A causa delle sfide poste dalla riduzione delle emissioni di CO2, l’aerodinamica efficiente è  sempre più importante nell’industria automobilistica e tra i clienti. Bassa resistenza  aerodinamica significa che l’auto ha bisogno di meno energia per muoversi, che a sua volta  si traduce in un minore consumo di carburante e minori emissioni.  Opel ha fatto ampio ricorso, durante lo sviluppo del modello, della galleria del vento dell’Università di  Stoccarda (presso l’Istituto di Ricerca di Ingegneria Automobilistica e Motori per Veicoli). 

Aerodinamica Opel Mokka: il lato A decide (quasi) tutto

Come anche i profani potranno immaginare, l’aria impatta per prima sul muso quindi questa parte è strategica per ottenere un buon Cx. Nel caso di Mokka 2021, l’area frontale di soli 2,27 m2 è stata determinante nel raggiungere questo obiettivo e la fluidodinamica  computazionale (CFD) ha aiutato a cesellare il già citato coefficiente di resistenza  perfezionando ogni dettaglio che aiuta a migliorare l’aerodinamica. 

La forma degli specchietti esterni, il rivestimento che  copre la parte inferiore del vano motore e la parte inferiore del telaio sono stati via via perfezionati per migliorare il flusso d’aria ai lati e sotto l’auto. Lo spoiler allungato sul bordo  posteriore del tetto è invece nato per fine di ridurre la turbolenza che causa la resistenza. Inoltre, lo spoiler  riduce il sollevamento aerodinamico sull’assale posteriore, migliorando ulteriormente la  stabilità in rettilineo, specialmente a velocità più elevate. 

L’aerodinamica attiva grazie allo shutter di Opel Mokka

Opel Mokka Aerodynamics (2020)

Le altre principali fonti di resistenza sono le ruote, gli pneumatici e i passaruota. Il nuovo Opel Mokka è quindi dotato di prese d’aria innovative che aumentano l’efficienza  aerodinamica in questa area. Una presa d’aria è un condotto integrato su ogni lato della  fascia anteriore che crea un alto, sottile getto d’aria attraverso la parte frontale della ruota anteriore e pneumatico.

Il nuovo Opel Mokka beneficia anche di uno shutter attivo che riduce ulteriormente la  resistenza e migliora l’efficienza del consumo di carburante chiudendo automaticamente  l’apertura frontale quando l’aria di raffreddamento è meno necessaria. Fino a poco tempo  fa, questa innovazione è stata più comune sulle auto più costose dei segmenti più alti. 

Una volta chiuso, il sistema dello shutter migliora le prestazioni aerodinamiche riorientando  il flusso d’aria intorno alla parte anteriore del veicolo e lungo le fiancate, piuttosto che  attraverso il vano motore, meno efficiente dal punto di vista aerodinamico. 

Lo shutter è aperto o chiuso a seconda della velocità e della temperatura del liquido di  raffreddamento del motore. Per esempio, lo shutter si apre quando l’automobile sta  viaggiando su per una collina o nella guida nel caldo della città. Lo shutter si chiude quando  è richiesto meno raffreddamento del motore, ad esempio alle velocità delle strade urbane.

In poche parole, le emissioni di CO2 nel ciclo WLTP rispetto alla vecchia Mokka X sono scese di 9,0 g/km mentre la resistenza all’aria a velocità da codice è stata ridotta del 16%. 

Redazione Autoappassionati.it

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