Nata sulle ceneri della Volkswagen CC (Cabrio Coupè), la Arteon ha visto la luce inizialmente come concept car al Salone di Ginevra del 2015 e, a partire dallo stesso anno, i vertici di Wolfsburg decisero di puntare forte sulla Gran Turismo che mancava nella gamma del Marchio di Wolfsburg. Il Risultato? Un’auto elegante, capace di coniugare sportività ad un’ampia abitabilità, senza dimenticare le quattro efficienti motorizzazioni diesel e benzina. Il family feeling è quello della famiglia Passat ma la Volkswagen Arteon si posiziona un gradino più in alto, rivolgendosi ai business man e presentando sostanziali novità a partire dal design tipico di una fastback, volutamente accattivante ma nel pieno stile Volkswagen, ovvero equilibrato.
Ecco com’è andata, nel nostro primo contatto, la nuova Volkswagen Arteon scelta da noi nella motorizzazione diesel più potente, la 2.0 TDi Biturbo da 240 CV con trazione integrale 4Motion.
Nata sulla piattaforma MQB, la Volkswagen Arteon si fa notare per il suo design filante e per le dimensioni importanti: è infatti lunga 4.862 mm e larga 1.871 mm, per un passo davvero considerevole di ben 2.841 mm.
A livello estetico la novità principale, che già ci aveva colpito osservandola in versione concept a Ginevra tre anni orsono, è la calandra che va a fondersi elegantemente con i gruppi ottici anteriori a LED grazie alle sottili fibre ottiche a LED integrate, le quali svolgono la funzione di luci di posizione e di indicatori di direzione (per la top di gamma Sport oggetto della nostra prova). Questo dona uno sguardo accattivante al frontale, davvero un colpo di genio, opera del designer Klaus Bischoff, che vedremo presto esteso ai nuovi modelli del Marchio.
La calandra ben si sposa con il design del cofano motore, esteso fino ai passaruota come su una vera Gran Turismo. Il risultato è un frontale possente e basso, pronto a mordere l’asfalto. In vista laterale l’assetto ribassato e i cerchi da 20” Montevideo, dal look veramente riuscito, contribuiscono a conferire dinamicità alla Arteon, complice la singola linea che corre lungo tutto il corpo vettura, a partire dalla calandra fino ai gruppi ottici posteriori.
Il lato B, appoggiato sui passaruota posteriori pronunciati, si ispira alle linee delle Gran Turismo più sportive, mantenendo però le proporzioni da auto premium. Anche i fari posteriori sono a LED con indicatori di direzione progressivi, peccato invece per i doppi terminali di scarico finti ricavati sul paraurti, in realtà i tubi di scarico si trovano al di sotto dello stesso e solo da un lato, quello sinistro.
Grazie alla piattaforma MQB, con il motore montato in posizione trasversale, lo spazio per gli occupanti è decisamente abbondante e, seduti sui sedili sportivi della versione da noi provata, la Sport, ci si sente pronti a proprio agio sia per scatenare i suoi 240 CV tra le curve sia per godersi un lungo viaggio nel massimo del confort. È questo che colpisce sulla Arteon, la sua versatilità, anche da ferma.
Tra le interfacce interattive e digitali in abitacolo figura lo stato dell’arte della tecnologia di infotainment del gruppo Volkwsagen, ovvero l’Active Info Display (strumentazione completamente digitalizzata), ereditato dai cugini di Audi (Virtual Cockpit) e molto comodo per visualizzare tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per i nostri viaggi. In Italia la Arteon sarà equipaggiata di serie con il sistema di infotainment e navigazione Discover Media mentre, a richiesta, si può avere il sistema Discover Pro, dotato di superficie vetro in stile tablet e, come sul restyling di Golf, attivabile con i comandi gestuali (per cambiare stazione radio con il movimento della mano).
Le bocchette di aerazione riprendono il design della calandra, mentre con un pratico pulsante posto a lato del comando per l’attivazione delle luci possiamo far comparire l’Head Up Display, che si alza rimanendo però in posizione piegata a causa del tetto spiovente, risultando così non molto visibile per i conducenti di statura alta come il sottoscritto.
Lo spazio a bordo lo si può apprezzare considerando i meri dati di capacità del bagagliaio, assimilabile alla categoria dei SUV piuttosto che quella di un’esclusiva Gran Turismo: da 563 a 1.557 litri. Nella normale configurazione a cinque posti, il bagagliaio presenta una profondità di 1.181 mm; abbattendo lo schienale dei sedili posteriori, si ottiene l’impressionante lunghezza di 2.092 mm.
La nuova Arteon debutterà sul mercato italiano con una gamma composta da 4 motori turbo a iniezione diretta: un TSI (benzina) 280 CV e tre Turbodiesel TDI, rispettivamente da 150, 190 e 240 CV, quest’ultimo biturbo. Tutti i motori, in Italia, sono abbinati a un cambio automatico a doppia frizione DSG a sette rapporti. Il TSI 280 CV e il TDI 240 CV, inoltre, sono dotati di trazione integrale 4Motion di serie; il TDI 190 CV è disponibile contrazione integrale o anteriore, il 150 CV solo con trazione anteriore.
Ciò che sorprende di più una volta messa in moto la vettura è la sua versatilità d’utilizzo, fin dai primi metri. Pur non tradendo il suo spirito da Gran Turismo, la Arteon sa nascondere un’anima gentile, quella giusta per i lunghi viaggi. Nel caso della nostra prova in anteprima, ciò che mi ha impressionato di più volendo osare con il gas è l’enorme coppia del 2.0 BiTDI da 240 CV, 500 Nm tondi tondi già disponibili a 1.500 giri, roba da rimanere attaccati al sedile.
Il merito di queste prestazioni? In primis l’efficiente 2.0 BiTDI e, nel caso di questo motore, del gioiellino sotto al cofano: un modulo biturbo compatto con un turbocompressore a gas di scarico ad alta pressione e uno a bassa pressione, in grado di raggiungere una pressione di sovralimentazione fino a 3,8 bar. Il carburante viene iniettato nelle camere di combustione attraverso gli iniettori piezoelettrici con una pressione fino a 2.500 bar. Ottimo come sempre il cambio DSG ed è facile divertirsi andando a selezionare le varie modalità di guida grazie al tastino posto a lato della leva: ovviamente in sport la Arteon cambia volto e anche il sound diventa più coinvolgente.
Pieno merito poi al telaio MQB, con l’assetto che è stato ulteriormente adattato per meglio dialogare con le caratteristiche da Gran Turismo della nuova Arteon. Contribuisce poi al comportamento dinamico la regolazione dell’assetto DCC, presente sulle versioni top di gamma (TSI 280 CV e TDI 240 CV): attraverso un’innovativa possibilità di regolazione continua degli ammortizzatori, in abbinamento a un ampliamento delle possibilità di regolazione, viene raggiunto un livello di rendimento che ricorda le sospensioni pneumatiche. La Arteon, grazie allo sterzo progressivo elettromeccanico, si distingue poi per l’ottimo inserimento in curva, molto preciso e diretto.
Il tutto si traduce in un comportamento di marcia neutro (il sottosterzo sopraggiunge solo tirandola al limite) e il rollio risulta estremamente ridotto, insomma un assetto e soprattutto un motore che invita il guidatore a spingere senza perdere mai confidenza. Ottima infine l’insonorizzazione dell’abitacolo in ogni condizione di marcia.
Sul fronte sicurezza attiva e sistemi di guida assistita la Volkswagen Arteon fa un salto in avanti che la pone in vetta alla classifica nel suo segmento. Stiamo parlando ad esempio dell’aggiornato Adaptive Cruise Control (ACC), ora in grado di prendere in considerazione i limiti di velocità, le curve e le rotatorie, adattando di conseguenza la velocità di crociera. Rivoluzionario poi l’Active Lighting System con i doppi proiettori a LED che, leggendo la posizione GPS della vettura, vanno ad illuminare la curva ancora prima di affrontarla. Non manca il Lane Assist per il mantenimento della corsia così come l’Emergency Assist. Quest’ultimo, già visto su Passat, sulla Gran Turismo di Wolfsburg raggiunge livelli che potrebbero presto fare scuola: in caso di malore del conducente l’auto è in grado autonomamente di frenare fino a fermarsi in tutta sicurezza a lato della strada, a condizione che non ci siano veicoli troppo vicini.
Per la prima volta si è poi prestata la massima sicurezza a ciò che avviene dietro l’auto: con il sistema Pre-Crash i radar leggono costantemente la posizione e la velocità delle auto dietro alla Volkswagen Arteon. Questi dati vengono elaborati e, sia in caso di vettura in movimento sia ferma, in caso di rischio imminente, il Pre-Crash attiva l’hazard, pre-tensiona le cinture e chiude il tetto scorrevole, quando presente. Tutto questo per garantire il minimo danno per quanto possibile, facendo lavorare meglio gli airbag.
In Italia la Volkswagen Arteon è già ordinabile e arriverà nelle concessionarie sul finire dell’estate: due i livelli di allestimento proposti, la Elegance e la Sport. Di serie su entrambe le versioni luci a LED con Dynamic Light Assist, il Lane Assist, l’Adaptive Cruise Control, il Front Assist con funzione di frenata d’emergenza, l’Active Info Display e il navigatore Discovery Media, oltre al climatizzatore tri-zona e i cerchi in lega da 18” (Elegance) e da 19” (Sport). Tra le due versioni le differenze sono prettamente di design, con il pacchetto R-Line a conferire più sportività al look della Arteon Sport, grazie al paraurti anteriore rivisto e al piccolo spoiler posteriore nero a lambire il portellone del baule.
I prezzi partono dai 46.500 euro del diesel 2.0 TDI da 150 CV per salire ad un tetto massimo di 55.300 euro, sia per la sportivissima 2.0 TSI da 280 CV con trazione integrale 4Motion sia per l’altrettanto sorprendente versione della nostra prova, la 2.0 BiTDI 4Motion da 240 CV. Per il modello che pensiamo potrà avere più successo sul mercato italiano, la 2.0 TDI da 190 CV, occorrono 50.100 euro.
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