L’Europa si prepara a una vera e propria rivoluzione della sosta che promette di far discutere milioni di cittadini. Nel mirino di Bruxelles finisce stavolta il parcheggio, con una proposta che punta a blindare quote crescenti di stalli esclusivamente per i veicoli a batteria. Non si tratta più solo di colonnine di ricarica, ma di una gerarchia urbana che vede le auto elettriche in cima alla lista dei privilegiati, lasciando letteralmente a piedi chi guida ancora un motore termico.
Privilegi su quattro ruote: cosa bolle in pentola a Bruxelles
Il nuovo "
Pacchetto Automotive" presentato dalla Commissione Europea introduce misure che vanno ben oltre i semplici incentivi all'acquisto. L’idea sul tavolo è quella di imporre quote minime di parcheggi riservati ai mezzi a zero emissioni non solo nei centri commerciali o negli uffici, ma lungo le strade cittadine e all'interno dei nuovi complessi residenziali. L'obiettivo è chiaro: rendere la vita impossibile, o quasi, a chi non passa all'
elettrico, eliminando il problema della ricerca del posto per chi ha scelto la mobilità "green".
Addio parità nei parcheggi pubblici e privati
Se fino ad oggi la sosta riservata era limitata ai punti di ricarica, il futuro delineato dall'UE prevede aree dedicate dove il parcheggio sarà un diritto esclusivo per le EV. Le direttive allo studio suggeriscono che entro il 2030 una percentuale significativa dei posti auto nelle grandi città debba essere sottratta ai motori a combustione. A questo si aggiunge la spinta per le flotte aziendali: le imprese con più di 250 dipendenti potrebbero essere obbligate a elettrificare la quasi totalità dei propri mezzi, richiedendo spazi di sosta dedicati e infrastrutture prioritarie.
La beffa del 2035: meno divieti ma più restrizioni "pratiche"
Curiosamente, questa stretta sui parcheggi arriva in un momento di apparente "morbidezza" diplomatica. L'Unione Europea ha infatti corretto il tiro sul bando totale dei motori diesel e benzina previsto per il 2035, abbassando l'obiettivo di riduzione delle emissioni dal 100% al 90%. Un'apertura che salva parzialmente i motori tradizionali e i biocarburanti, ma che sembra voler compensare con ostacoli burocratici e logistici, come appunto la gestione della sosta, per spingere comunque i consumatori verso le auto a batteria.
Piccole ed elettriche: le nuove padrone della città
Un altro pilastro del piano riguarda le cosiddette "citycar low-cost" (categoria M1e). Per queste vetture ultracompatte e prodotte in Europa, l'UE prevede incentivi speciali e, molto probabilmente, una priorità assoluta nei parcheggi urbani più congestionati. In pratica, chi sceglierà una piccola elettrica "Made in EU" avrà una corsia preferenziale non solo nel prezzo, ma anche nel diritto a sostare dove gli altri non possono più. Una mossa che spacca l'opinione pubblica tra chi vede un necessario passo verso l'ecologia e chi denuncia una discriminazione basata sul portafoglio e sulla tipologia di auto posseduta.