Abbiamo visto come Suzuki stia investendo sull’elettrico e abbia pronti 5 nuovi prodotti, a partire dal 2025 all’anno fiscale 2030. Elettrico, ma non solo. L’approccio multi-energia della Casa giapponese passa anche e soprattutto dalla ricerca di fonti alternative di energie tra i quali i biocarburanti avanzati, capaci di ridurre le emissioni di carbonio legate all’uso di carburanti tradizionali, motivo principale della “battaglia” che ha convinto l’Unione Europea a limitare al 2035 la vendita di auto termiche.
Una ricerca sui biocarburanti che vede coinvolta non solo Suzuki bensì ENEOS Corporation (ENEOS), Subaru Corporation (Subaru), Daihatsu Motor Co. Ltd. (Daihatsu) Toyota Motor Corporation (Toyota), e Toyota Tsusho Corporation (Toyota Tsusho), le quali nel mese di luglio 2022 hanno istituito di comune accordo la Research Association of Biomass Innovation for Next Generation Automobile Fuels (Associazione di ricerca sull’innovazione delle biomasse per i carburanti di prossima generazione) per studiare come ottimizzare il processo di produzione del carburante, con l’obiettivo di fornire diverse opzioni energetiche in grado di soddisfare le esigenze di paesi e clienti diversi, al fine di raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio.
Si parla di carburanti sintetici ma anche di idrogeno, argomento sul quale torniamo a breve e che vede coinvolta Suzuki, così come molti altri player di mercato. Tornando ai biocarburanti, il bioetanolo dimostra già oggi come sia in grado di ridurre le emissioni di CO2, efficacia dimostrata è stata confermata dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). Per alcune case, come Suzuki, convinte che l’elettrico non sia la sola soluzione per il futuro della mobilità, è essenziale chiarire la questione biocarburanti a livello governativo: bisogna trovare una soluzione condivisa per la riduzione delle emissioni di CO2, così come per l’implementazione sociale in tutto il processo di produzione, senza dimenticare l’approvvigionamento delle materie prime per qualsiasi di questi carburanti.
L’Associazione ricerca sull’innovazione delle biomasse per i carburanti di prossima generazione, già promuove la ricerca tecnologica sull’uso della biomassa e la produzione efficiente di bioetanolo attraverso la circolazione ottimizzata di idrogeno, ossigeno e anidride carbonica durante la produzione. Su cosa e come investire? Suzuki come membro dell’associazione divide le aree di ricerca specifiche:
Inoltre, Suzuki ha investito nella Fujisan Asagiri Biomass LLC. che produce energia da biogas derivato da bovini in Giappone e ne sta iniziando lo studio e ritiene che il settore del biogas in India non solo contribuirà alla neutralità delle emissioni di carbonio, ma promuoverà anche la crescita economica della società indiana. Idea che Suzuki vuole espandere anche in altre aree geografiche come l’Africa e il mercato interno del Giappone.
Suzuki, in collaborazione con Kawasaki, Honda e Yamaha, sta esplorando l’uso dell’idrogeno come fonte di energia pulita per i veicoli, aprendo la strada a una mobilità sostenibile e ad emissioni zero. L’ideale di raggiungere una società decarbonizzata, secondo Suzuki, non può prescindere da una strategia a più percorsi. L’idrogeno sta guadagnando slancio e Suzuki fa già parte della società HySE (Hydrogen Small mobility & Engine technology) e si impegna a condurre ricerche fondamentali, sfruttando le competenze e tecnologie dei partecipanti nello sviluppo di motori a benzina, e mira a lavorare con la missione comune di stabilire uno standard di progettazione per i motori a idrogeno per la piccola mobilità e di far progredire gli sforzi di ricerca, fondamentale in questo settore.
HySE continuerà ad approfondire le collaborazioni per fornire più opzioni di mobilità per soddisfare le diverse esigenze, contribuendo così alla realizzazione di una società decarbonizzata.
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