Con l’inverno inoltrato, il clima freddo e tanta neve tipica dell’anno in corso, quale miglior itinerario di un weekend tra le Valli e i Monti in occasioni degli allentamenti alle norme anti Covid-19?
Ecco la proposta di un week-end in totale relax, tra musei e fortezze e perché no anche qualche giorno in mezzo alla neve. Per questo, il nostro nuovo appuntamento di Percorsi Italiani vi porterà alla scoperta dell’arte, dei paesaggi montani e della cucina della regione più “Sabauda” della nostra penisola, il Piemonte.
La fedele compagna di questo viaggio sarà la Jeep Renegade nell’allestimento “estremo” Trailhawk con motorizzazione ibrida plug-in 4xe.
Le nostre proposte di viaggio vogliono coniugare insieme il piacere di guida con la bellezza dei paesaggi e luoghi italiani, per questo le scelte ricadranno sempre su strade poco frequentate e divertenti da percorrere in auto, spesso evitando le autostrade e i grandi centri urbani. L’obiettivo è certamente quello di raggiungere le varie mete con l’intenzione di valorizzare il viaggio non considerandolo un mero trasferimento da un punto A ad un punto B, ma una vera esperienza da vivere con entusiasmo al pari del resto del tour.
Le nostre tappe o le strade scelte possono essere seguite fedelmente o possono essere utilizzate semplicemente come spunti utili per altri vostri giri. Lo scopo di questi Percorsi Italiani è, in sostanza, quello di offrirvi uno strumento sfruttabile a vostro piacere.
Se volete dare uno sguardo rapido al nostro percorso trovate qui sotto la cartina interattiva del viaggio. Sulla mappa sono tracciate le strade percorse con la geolocalizzazione delle foto scattate live durante il nostro tour.
Per il nostro viaggio abbiamo scelto di affidarci alle prestazioni della nuovissima Jeep Renegade Trailhawk 4xe, essa incarna il cambiamento del marchio offroad americano, che si fa più attento all’ambiente e all’economia di esercizio con questa versione ibrida benzina plug-in. La Renegade, specialmente nella versione Trailhawk, non perde le sue capacità offroad, grazie ad una trazione integrale “alternativa” fatta di due motori, il primo anteriore termico e il secondo posteriore mosso da elettroni, al posto del classico albero di trasmissione. Vediamo come se la cava anche in condizioni innevate tipiche della montagna dei mesi invernali.
Abbiamo volutamente escluso il capoluogo Piemontese dal nostro viaggio, poiché Torino meriterebbe un viaggio a sé. Preferiamo così raccontare un itinerario fuori porta tipico di un weekend invernale.
La nostra proposta di itinerario ha inizio con la città di Rivoli, alle porte di Torino. Il Castello di Rivoli è, dal 1984, sede del Museo d’Arte Contemporanea ospitato all’interno di un edificio di interesse storico, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, tenendo conto dell’unicità dell’edificio barocco che lo ospita.
La missione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea è quella di promuovere la comprensione della nostra epoca attraverso l’arte e la cultura, coinvolgendo il pubblico locale e internazionale per favorire la crescita sociale e civile del territorio nel quale opera. Oltre a collezionare ed esporre opere d’arte, il Museo è un centro per la creatività, la ricerca, l’educazione e lo sviluppo della cultura soprattutto nel campo dell’arte contemporanea in una riflessione sul presente che passa attraverso una relazione dinamica col passato.
Proseguendo il nostro viaggio verso Ovest ci dirigiamo, imboccando la Val di Susa e saliamo le prime montagne ai bordi della Pianura Padana verso il simbolo di questa zona e del Piemonte intero: la Sacra di San Michele.
Collocata su un imponente basamento di 26 metri a 960 metri di altitudine, affacciandosi dalla cima del monte Pirchiriano sul confine fra le Alpi Cozie e la Pianura Padana, la “Sacra” è una delle più eminenti architetture religiose di questo territorio alpino, prima tappa in territorio italiano della via Francigena. Dal XII al XV secolo visse il periodo del suo massimo splendore storico, divenendo uno dei principali centri della spiritualità benedettina in Italia. Lo scenario monastico ha largamente ispirato il romanzo storico di Umberto Eco, Il nome della rosa.
Salendo per le ripide e strette strade che portano all’abazia, la Renegade 4xe porta in dote due fattori: le dimensioni ridotte e l’ampia visibilità dovuta alle forme spioventi e squadrate. Tutto porta a una facilità di guida disarmante, anche negli stretti passaggi o dove si incrociano altri veicoli in senso contrario.
Si prosegue verso l’Alta Val di Susa, qui capita spesso di trovarci a tu per tu con rovine e antiche fortezze come quella del Castello di San Giorio. Proprio Susa, da millenni crocevia dei diversi itinerari transalpini fra Italia e Francia e contraddistinta da considerevoli monumenti romani e medioevali, è il punto del primo nostro bivio.
Decidiamo di procedere verso destra direzione Colle del Moncenisio (2.083 m), che però in periodo invernale risulta chiuso. Non importa, vogliamo goderci i magnifici paesaggi innevati, quasi al culmine del confine francese e del lago artificiale che lo sovrasta.
Il colle ha avuto una grande importanza storica. Quando Annibale attraversò le Alpi dalla Francia verso l’Italia si pensava che avesse attraversato il Colle del Piccolo Moncenisio e il Colle Clapier, situati ad ovest dell’attuale Colle del (Grande) Moncenisio, poi recentemente smentita. Nel Medioevo il Colle diventa uno dei valichi alpini più frequentati per attraversare le Alpi per quelli provenienti dall’Europa del Nord, diventando uno snodo fondamentale del fascio di itinerari denominato Via Francigena.
Dal 1902 viene disputata sul lato italiano del valico una fra le più antiche corse automobilistiche su strada in salita, la cronoscalata Susa-Moncenisio, definita da Enzo Ferrari “La Regina della Montagna”, ed è proprio qui che andiamo a saggiare le doti dinamiche della Jeep Renegade 4xe, capace di una potenza complessiva di 240 CV, 180 CV (e 250 Nm) generati dal 4 cilindri turbobenzina che spinge le ruote anteriori e 60 CV (270 Nm) dal motore elettrico situato al retrotreno. Ed effettivamente la spinta è poderosa per un SUV così compatto. Anche verso le vetta, con fondo innevato il divertimento è assicurato complice un’assetto abbastanza frenato. Piace meno lo sterzo, molto leggero che regala poco feedback.
Rientrando verso Susa, dopo questa digressione, si prosegue verso Ovest alla volta di Exilles. La valle ha qui un suo punto caratteristico chiudendosi, pertanto il Forte di Exilles è uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte, La sua posizione al centro di una strettoia dell’alta Valle di Susa infatti lo rendeva una minaccia sia per gli eserciti che scendevano dall’alta valle che per quelli che risalivano dal fondo valle.
Intorno al Forte nacquero nei secoli molte leggende, ma forse la più famosa di tutte, fra verità storica e leggenda, è quella relativa ad un misterioso personaggio ivi rinchiuso tra il 1681 e il 1687. Secondo la tradizione, questi potrebbe identificarsi con la Maschera di Ferro.
Ancora una volta si prosegue in Alta Valle di Susa passando per l’abitato di Oulx e Cesana Torinese alla volta del Colle di Sestriere, la neve ai bordi delle strade comincia a predominare. Percorriamo la statale che ogni anno è sede della mitica cronoscalata Cesana-Sestriere e raggiungiamo l’abitato del comune più alto d’Italia: Sestriere (2.035 m).
Le origini di Sestriere sono molto recenti: partire dal 1930 il Senatore Giovanni Agnelli, il fondatore della FIAT, fece costruire, due alberghi (noti come le torri), che seguono i temi del Razionalismo italiano dell’epoca e tre funivie. Dal 1967 si svolgono le gare di Coppa del Mondo di sci alpino, nel 1997 è stata sede dei Mondiali di sci,
e nel febbraio 2006 ha ospitato le gare di sci alpino dei XX Giochi olimpici invernali.
Qui, mentre ricarichiamo la batteria della nostra Jeep 4xe, possiamo passare il tempo tra passeggiate e ciaspolate in mezzo a boschi innevati, una sosta a prendere il sole e perché no, una sciata (se possibile). Troviamo infatti il comprensorio sciistico della Via Lattea, uno dei più grandi d’Europa, composto da sette località piemontesi, appartenenti all’Alta Val Susa (Oulx, Cesana, Claviere, San Sicario, Sauze d’Oulx e Sestriere) e alla val Chisone (Pragelato), e dalla località francese di Monginevro.
Il comprensorio dispone di 70 impianti di risalita e 243 piste (per una lunghezza complessiva di circa 400 km), alcune delle quali hanno ospitato le gare di sci dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006. Qui, potrete fermarvi a dormire in uno dei magnifici hotel del “Colle”, noi consigliamo l’albergo Principi di Piemonte, che gode di una magnifica vista ed è situato a valle delle piste da sci, ma potrete sbizzarrirvi a cercarne altri di vostro gusto.
Rientrando verso Torino si può scendere dall’altra valle, la val Chisone. Qui incontriamo l’abitato di Pragelato, dove ci fermiamo per acquistare un liquore particolare. Infatti, in queste zone inizia la produzione del liquore Genepy, dal primo Ottocento presso laboratori artigiani, custodi dell’arte liquoristica subalpina, e qui nascono le distillerie, che si approvvigionavano da valligiani raccoglitori.
La prima distilleria documentata in Piemonte nacque nel 1854 a Fenestrelle, fondata dal regio notaio Stefano Pin, che aveva già descritto i metodi di produzione e distillazione in un ricettario del 1823. La distilleria, operante sino al 1970, è stata in seguito rilevata dalla storica azienda Albergian di Pragelato, che ne prosegue
tuttora l’attività rispettando gli originali sistemi produttivi e secondo l’antico ricettario. Dall’incontro di Genepy e Pin deriva l’abitudine linguistica, ancora diffusa nelle nostre valli, di utilizzare il nome “genepin” per designare il liquore.
Scendendo a valle è impossibile non notare il Forte di Fenestrelle: complesso fortificato eretto dal XVIII al XIX secolo. Per le sue dimensioni e il suo sviluppo lungo tutto il fianco sinistro della valle, la fortezza è anche detta la grande muraglia piemontese. Dopo un lungo periodo di abbandono, durato praticamente dal 1946 al 1990, è iniziato un lungo progetto di recupero, tuttora in corso, che l’ha riaperta al turismo. Tra il 2011 ed oggi vi si sono recati più di 20.000 visitatori l’anno.
Ritornati in pianura passiamo per l’abitato di Pinerolo: impossibile non fermarsi alla “Galuperie” e fermarsi ad assaggiarne le delizie. La Galup è un’azienda alimentare italiana, specializzata nella produzioni di dolci, fondata a Pinerolo nel 1922 da Pietro Monsù Ferrua, pasticciere piemontese. Il prodotto più noto dell’azienda è il panettone basso con la glassa di nocciole del Piemonte, creato dall’azienda nel 1922.
Durante gli anni quaranta e gli anni cinquanta, consigliato dalla moglie, Pietro Ferrua lascia il forno del paese per aprire uno stabilimento moderno; la nuova sede viene inaugurata nel 1948. Fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta la Galup si espande sul territorio nazionale ed internazionale, raggiungendo principalmente Francia,
Regno Unito, Sudafrica e Stati Uniti. Ma è tra gli anni settanta e gli anni ottanta l’azienda vede l’apice delle vendite, con una produzione artigianale di 30.000 panettoni ed una media di 60-70 dipendenti, a cui si aggiungono fra i 160 e 180 dipendenti stagionali.
Ultima tappa del percorso è anch’essa a pochi chilometri da Torino: Stupinigi, dove sorge la Palazzina di Caccia di Stupinigi, una residenza, originariamente adibita alla pratica dell’attività venatoria. Il sito, facente parte del circuito delle residenze sabaude in Piemonte, nel 1997 è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Il territorio in età medioevale presentava già un piccolo castello, tuttora visibile, fu Vittorio Amedeo II di Savoia a decidere la trasformazione del complesso in forme degno del titolo reale cui era ascesa Casa Savoia. Nell’aprile 1729, quando già aveva deciso di abdicare, egli affidò il progetto a Filippo Juvarra. Una sorta di lascito per il suo primo architetto civile e per il figlio Carlo Emanuele III. Persino Napoleone Bonaparte soggiornò al palazzo dal 5 maggio al 16 maggio 1805.
Terminato il viaggio di circa 250 km tra le montagne, il nostro test a bordo della Jeep Renegade 4xe continua. I chilometri percorsi a bordo della Jeep ibrida plug-in sono stati tanti, accompagnati da differenti paesaggi in diverse condizioni di guida, su ogni tipologia di strada, anche quelle più innevate e con scarsa aderenza, dove abbiamo messo alla prova la trazione integrale 4xe e i pneumatici AllSeason di primo equipaggiamento. Nella speranza di poter affrontare un’altra volta un viaggio tra storia, gastronomia e magnifici paesaggi montani ci auguriamo che seguiate i nostri consigli, per vivere un’esperienza indimenticabile come abbiamo fatto noi. Al prossimo itinerario!
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