Mentre l’auto elettrica suscita forti preoccupazioni per i continui tagli occupazionali, la Lega dichiarerà guerra al bando termico imposto dall’Unione europea nel 2035. Il partito guidato da Matteo Salvini presenterà una richiesta ufficiale di revoca del provvedimento comunitario al governo italiano e a Bruxelles, chiedendo che vetture a benzina e diesel si possano vendere anche fra undici anni.
“Lo stop alla loro produzione sta già creando gravissimi danni all’economia europea senza alcuna certezza di ottenere miglioramenti significativi dal punto di vista ambientale. Non a caso, la revoca del bando è tema di dibattito anche in Germania”. Chiaro il riferimento alla crisi del Gruppo Volkswagen, che potrebbe addirittura chiudere due fabbriche, e possibile l’allusione alla situazione di Stellantis, la cui trimestrale ha deluso. Di qui il documento della Lega che impegni Parlamento e governo italiano da una parte, Commissione Ue dall’altra.
Fra due anni l’Ue avrà modo di valutare se il bando termico 2035 sia fattibile, confermando la misura o modificandola. Finora, Bruxelles ha sempre ribadito l’intenzione di eliminare benzina e diesel, aprendo un micro spiraglio per i carburanti sintetici: questa la linea, dopo la sua rielezione, del numero uno, la tedesca Ursula von der Leyen. In quanto all’olandese Frans Timmermans, ex vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il Green Deal europeo, ad agosto 2023 ha lasciato l’incarico a livello comunitario, pochi istanti prima che le consegne di macchine full electric iniziassero la vera parabola discendente. Una tempistica stupefacente.
La domanda di elettriche in Europa è debolissima, senza la spinta di incentivi statali, con un numero di colonnine pubbliche insufficiente. Da valutare la reazione dell’Ue di fronte a sforbiciate ancora più forti a livello occupazionale, con tensioni sociali. Protagonisti della scena, gli ultra combattivi sindacati tedeschi, specie Daniela Cavallo, presidente del Consiglio aziendale generale e locale del Gruppo Volkswagen, la quale ha già affermato che non arretrerà di un millimetro innanzi agli eventuali tagli del management teutonico.
Con un’economia in Germania sempre più traballante, è plausibile che Berlino sia la prima a fare marcia indietro e a premere su Bruxelles affinché stoppi tutto. In più, i consumatori sono profondamente insoddisfatti: prezzi delle elettriche stellari, ed extra dazi sulle cinesi a basso costo, il cui listino così sale. Lascia perplessi che la politica Ue imponga la tecnologia automotive: in passato, lo hanno sempre fatto i clienti. Come per gli smartphone e in altri mille campi.
Autore: Mr. Limone
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