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Leapmotor e Stellantis: l’Italia esclusa dalla produzione della B10

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Leapmotor e Stellantis valutano la produzione della nuova B10 in Europa, escludendo l’Italia tra le possibili sedi. Mentre l’industria automobilistica cinese riorganizza la sua presenza sul mercato europeo, Leapmotor, uno dei marchi emergenti nel settore dei veicoli elettrici, sta prendendo decisioni strategiche per la localizzazione produttiva del suo nuovo modello B10, un’auto elettrica recentemente presentata al Salone di Parigi.

Recentemente, l’azienda ha catturato l’attenzione del settore grazie all’accordo con Stellantis, il gruppo internazionale nato dalla fusione di FCA e PSA, che vede in Leapmotor una risorsa per accelerare l’offerta di veicoli elettrici accessibili e ben equipaggiati. Tuttavia, secondo fonti anonime riportate dalla Reuters, l’Italia sembra essere esclusa dalle opzioni produttive per la B10, con Leapmotor che guarda invece a due siti europei strategici: lo stabilimento Opel di Eisenach, in Germania, e la fabbrica di Trnava, in Slovacchia.

Attualmente, Leapmotor produce il suo modello T03 (qui per la nostra prova in anteprima) nell’impianto Stellantis di Tychy, in Polonia, dove i componenti vengono spediti dalla Cina per l’assemblaggio finale. Questa struttura potrebbe teoricamente accogliere anche la produzione della B10, ma secondo la Reuters, la casa automobilistica cinese sta considerando alternative, influenzata dai recenti sviluppi politici e dalle pressioni sul mercato europeo. In effetti, l’Unione Europea ha recentemente annunciato dazi fino al 45% sui veicoli elettrici importati dalla Cina, e paesi come Polonia e Italia hanno supportato questa misura, suscitando il malcontento di Pechino.

Una decisione strategica per Leapmotor e Stellantis

Per Leapmotor questa decisione potrebbe rappresentare un cambiamento importante nella strategia di penetrazione del mercato europeo. L’obiettivo del gruppo cinese è quello di diventare un player di riferimento nell’offerta di veicoli elettrici economici e performanti. La nuova B10 è infatti un modello che punta su design e caratteristiche pensate per attrarre i consumatori europei. La scelta del sito produttivo non riguarda solo l’efficienza logistica, ma avrà anche implicazioni sull’occupazione, sulle politiche industriali e sulla presenza di Leapmotor nel territorio europeo.

Le fonti citate dalla Reuters hanno dichiarato che la decisione è ancora privata e che i rappresentanti di Leapmotor e Stellantis hanno evitato di fornire commenti ufficiali. Secondo indiscrezioni, la scelta di escludere l’Italia e di considerare invece la Germania e la Slovacchia deriva dal fatto che questi due paesi non hanno sostenuto i nuovi dazi UE contro le auto elettriche cinesi, mentre l’Italia e la Polonia sì. Questa divergenza nelle posizioni politiche potrebbe influire notevolmente sulle future scelte di Leapmotor, che desidera evitare investimenti nei paesi che appoggiano politiche protezionistiche sfavorevoli per l’industria cinese.

Produzione con Stellantis e prospettive future

L’accordo con Stellantis è un’opportunità preziosa per Leapmotor, poiché offre accesso a una rete di produzione e distribuzione capillare in Europa, aumentando le possibilità di successo commerciale dei modelli come la B10. Stellantis, che possiede numerosi marchi come Peugeot, FIAT, Opel e Citroën, sta infatti cercando di ampliare la sua gamma di auto elettriche economiche per competere con i produttori locali e soddisfare la crescente domanda europea.

Nessun commento ufficiale da parte delle case automobilistiche

Nonostante l’interesse suscitato, le aziende coinvolte non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Anche il Consiglio di Stato cinese e il Ministero dell’Industria polacco, sollecitati dalla Reuters, hanno evitato commenti, mantenendo la questione riservata. La decisione finale riguardante la sede produttiva della B10 è attesa nei prossimi mesi e avrà sicuramente ripercussioni strategiche sull’occupazione e sull’economia dei paesi coinvolti, con un possibile impatto anche sulla posizione di Leapmotor nel mercato europeo.

Alessandro Pittau

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Alessandro Pittau

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