Lancia, storico marchio Torinese, negli anni ’80 rientrava tra i primi 15 produttori europei di automobili; negli stessi anni la mitica Delta faceva incetta di titoli mondiali rally. Un passato pesante, costituito da imprese leggendarie, folli sperimentazioni e mostri sacri. Ad oggi ciò che rimane è la Ypsilon: un’ottima utilitaria, ancora forte sul mercato (italiano) ma ormai con qualche anno sulle spalle; un solo modello che non rende giustizia alle potenzialità del marchio e, allo stesso tempo, non ne garantisce una solidità economica.
Era nell’aria, Lancia sarebbe stata destinata a morire, nella migliore delle ipotesi relegata per sempre ai confini italiani e con la sola Ypsilon. Una triste agonia per un marchio che pur non meritando, forse, investimenti, merita il rispetto di un’anziana e nobile signora.
A Torino, patria del marchio, si demoliscono le ultime strutture ex-Lancia: nasceranno palazzi, uffici e perfino una piazza. Nel frattempo, oltralpe, i vertici della neonta Stellantis hanno deciso di concedere 10 anni a Lancia per resuscitare dalle proprie, pesanti, ceneri. Parola d’ordine sinergie, ma Lancia siede accanto ai grandi almeno sulla carta. Il CEO Stellantis Carlos Tavares definendo l’organigramma dei marchi ha posto Lancia tra i marchi Premium, insieme ad Alfa Romeo e DS. La condivisione di piattaforme e tecnologie è certa, ma avverrà con i marchi più lussuosi, Maserati esclusa, della galassia Stellantis.
Le ipotesi sul tavolo sono numerose, ma quasi certamente arriverà un SUV di segmento B. La ragione è presto detta: i piccoli SUV sono la tipologia di auto con maggior appeal del mercato. Non è da escludere anche una sostituta della Ypsilon, probabilmente proposta sia con alimentazione elettrica sia a benzina, sfruttando la piattaforma CMP ricevuta in dote da PSA. Più avanti il marchio dovrà necessariamente allargarsi anche su segmenti superiori, sempre elettrificati e con ogni probabilità SUV e crossover.
Partendo da queste pur farraginose basi, abbiamo immaginato quello che potrebbe essere un futuro crossover sportivo su base EMP2, la stessa di Peugeot 308 e DS 4 per intenderci. L’abbiamo chiamata Prisma come la berlina nata su base Delta negli anni ’80. Ciò che rimane delle Lancia della produzione attuale è la calandra che riprende quella dell’ultimo aggiornamento della Ypsilon. Anche il posteriore cerca di mantenere una certa linea di continuità con l’ultima Delta e ancora una volta con la Yspilon. Il padiglione discendente incastona i fari a sviluppo obliquo che, a loro volta, fungono da supporto alla profonda nervatura sopra il passaruota. Il tetto e lo spoiler sono stati immaginati in colore nero lucido, per abbassare visivamente l’altezza della vettura, accentuandone le forme a cuneo. La fiancata è molto pulita, ma influenzata dal passo e dalle incernierature delle portiere che sono rimaste quelle della DS 4, vettura di base del rendering. Le uniche due nervature sono quelle che proseguono rispettivamente dal frontale e dal posteriore, il resto è affidato a un gioco di superifici e concave e convesse.
L’anteriore è certamente la parte più difficile da immaginare, il muso di un’auto è come il volto per una persona. Immaginare il “nuovo” volto di una Lancia è estremamente complesso non potendo fare affidamento a vetture recenti su cui basarsi, salvo la Ypsilon. La calandra, come già accennato fa parte dell’attuale produzione mentre la presa d’aria inferiore riprende lo scudo Lancia, rovesciandolo. Ad incorniciare il tutto sono state pensate due sottili feritoie all’estremità del paraurti. La forma dei proiettori è inedita e per la prima volta prosegue dalla calandra senza linea di continuità, una scelta stilista sempre più in voga tra i marchi premium, in particolare quelli tedeschi.
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