Ultimamente le buone notizie che arrivano dai saloni dell’auto sono sempre meno tra incertezze geopolitiche, modelli ad uscita ritardata e una fitta nebbia per quanto riguarda il vero futuro della mobilità. Chi ha spesso confermato di avere le idee chiare è Mazda, integerrima dal primo segnale di elettrificazione della gamma nel mantenere ferma la posizione del termico.
Certo, c’è stata la MX-30, l’esperimento elettrico (e poi con range extender) che ha dimostrato come un’auto elettrica ecologica anche nel ciclo di produzione non possa essere sfruttabile per tutti (di fatto l’autonomia della MX-30 era così limitata in quanto le batterie, per essere ad impatto zero sin dall’assemblaggio, dovevano essere particolarmente piccole, un rapporto sconveniente soprattutto se avvicinato al prezzo, più giustificato dall’ottima qualità dei materiali). Ma ora saltiamo i convenevoli e mettiamo da parte il prurito per concentrarci sulla protagonista di questo articolo: la mitica Mazda MX-5.
E’ stato il CEO di Mazda Europe (Martijn Ten Brink) in persona a dire, in occasione del Salone di Bruxelles: “Come si rimane fedeli al concetto di ciò che l’auto rappresenta portandola nella prossima generazione di tecnologie? Non è stato deciso. Ma penso che per Mazda sarebbe giusto dire che la MX-5 non morirà mai. Penso che continuerà ad esistere per sempre e dovrà andare al passo con i tempi. Questa è una super sfida e le persone in Mazda sono appassionate di questa vettura.”
Ha poi aggiunto che non saprà ancora, però, che futuro seguirà l’evoluzione del prodotto (e dell’automotive), che, per inciso, rimarrà nella line-up del costruttore.
Una line-up peraltro singolare che si appresta ad uniformare tutti i modelli per il mercato globale, contrariamente a quanto fanno tutti gli altri costruttori (secondo il solito e spesso pragmatico anticonformismo Mazda). Detto in altre parole, mentre Case come Fiat (per dirne una) dividono la gamma a seconda delle preferenze di mercato, quindi vendono la Panda in Italia, ma non in Brasile (e viceversa la Mobi in Brasile e non in Italia), Mazda punterà a vendere gli stessi modelli in tutto il mondo, accollandosi il rischio (abbastanza grande per un costruttore non così dominante) di una mancata diversificazione della gamma.
La stessa gamma Mazda ci riporta sui passi della MX-5, la cui prossima generazione verrà comunque rinnovata dalle fondamenta tecniche. Verso che direzione? Ancora non è certo.
Al Salone di Bruxelles, comunque, si è riparlato di una piattaforma elettrica “Scalable”, quindi adattabile a diversi tipi di vettura (come la MEB di Volkswagen), prevista per il 2025. Tra due anni comunque ci si aspetterà di vedere ancora nelle concessionarie i motori ibridi a benzina e a gasolio con tecnologia Skyactiv (X, G o D), il rotativo Wankel a fare da range extender e il nuovo 3.3 l a gasolio della CX-60, per non parlare di biocarburanti come l’HVO, ancora poco sponsorizzati perché vengano diffusi velocemente, ma comunque già tra i temi più caldi dell’autotrasporto.
Tutte ipotesi (o speranze) che fanno pensare ad un futuro non obbligatoriamente elettrico per il mito Miata, la quale, per essere davvero immortale, deve rispettare pochi requisiti fondamentali (sempre più rari ed apprezzati): essere leggera, avere trazione posteriore, motore termico aspirato a benzina (non troppo potente, il 180 CV si è rivelato perfetto), cambio manuale, freno di stazionamento a leva e pesare poco. Tratti distintivi non esattamente compatibili con le prese di corrente ad eccezione di due di essi.
Attendo con ansia anche veicoli che non siano necessariamente SUV o crossover. Dobbiamo pensare all’aerodinamica in modo diverso. Penso che otterremo più diversità in termini di design da tutti i diversi marchi. E penso che anche i nostri esperimenti di design ci porteranno in nuove direzioni, ma dovranno essere sicuramente super-aerodinamici”, ha proseguito il CEO, contestualizzando anche il fondamentale elemento del design, elemento che ha sempre distinto Mazda sia per gli esterni che per gli interni che, ad oggi, sono tra i più ergonomicamente studiati sul mercato, anche sulla piccola spider ora affacciata, insieme alle speranze degli appassionati, su un incerto futuro.
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