Chiunque abbia cercato un’automobile usata negli ultimi tre anni, che si trattasse di modelli sportivi o di importanza storica, ma anche e soprattutto di automobili “normali” da usare tutti i giorni, si sarà accorto dell’impennata dei prezzi iniziata nel 2021 e, fino ad oggi, ancora in atto. In realtà, questo 2024 si è aperto con una sorpresa: in Italia e in Europa, infatti, cominciano a manifestarsi le prime crepe nel mercato dell’usato, che fanno pensare che la bolla speculativa sulle auto usate degli ultimi tre anni possa scoppiare.
In realtà, bisogna ancora avere pazienza, o meglio, non prendere queste parole come garanzia. Come abbiamo visto nel periodo post-lockdown, con la crisi dei semiconduttori e della produzione rallentata (se non totalmente stoppata) di automobili che ha portato ad un aumento esponenziale e generalizzato delle automobili di seconda mano, il mondo delle auto usate non è una scienza esatta. Dopo una nostra attenta ricerca, però, abbiamo individuato degli esempi che ci fanno vedere come, forse, questa bolla sempre più grande e ingombrante potrebbe essere vicina a sgonfiarsi.
Il mercato dell’auto usata e la nascita della “bolla”, fino agli ultimi segnali di calo
Facciamo un passo indietro, per capire quando e da cosa è nata l’ormai celebre “bolla” delle automobili usate. Nel 2019, ultimo anno prima della pandemia di Covid-19, i prezzi delle auto usate erano rimasti pressoché stabili rispetto al passato. Andando ad analizzare i dati raccolti dall’annuale Osservatorio di AutoScout24, il sito principale per la vendita di automobili in Italia, nel 2019 ci furono oltre 3 milioni di passaggi di proprietà, con un prezzo medio di 13.715 euro.
Come ben sappiamo, nel 2020 è iniziata quella che abbiamo chiamato più volte “tempesta perfetta“. L’esplosione della pandemia, unita ai periodi di lockdown, hanno causato un crollo delle vendite delle auto nuove e usate, causando, alla ripresa delle attività personali e lavorative, un fenomeno di “svendita” di auto nuove, seminuove e usate, per permettere a Case e rivenditori di avere nuovamente introiti dopo mesi di stallo.
Questa tendenza, presente in Italia, ma soprattutto in altri Paesi come l’Inghilterra e la Germania, due roccaforti dell’auto usata in Europa, hanno posto le basi per un effetto ancora più dannoso della “tempesta perfetta”. Tra il 2020 e il 2022, infatti, sono successi diversi avvenimenti che hanno rallentato enormemente la produzione di auto nuove. Il già citato lockdown ha impedito alle Case di assemblare nuove auto per mesi, mentre hanno rallentato anche i produttori di componenti che, una volta ripartite le fabbriche, non avevano abbastanza pezzi per soddisfare la domanda degli stabilimenti.
In più, la crisi dei semiconduttori ha imposto un altro stop alla produzioni di auto e componenti, rallentando a volte di oltre un anno la consegna delle auto nuove ordinate (e pagate) dai clienti. Nel 2022, poi, la guerra in Ucraina ha dimostrato una volta in più quanto l’industria mondiale sia ormai globalizzata. A febbraio 2022 abbiamo scoperto tutti per la prima volta che l’Ucraina è un grande produttore di componentistica in diversi ambiti, compresi, ad esempio, i cablaggi dei veicoli moderni, a dir poco indispensabili per le sempre più connesse auto di oggi.
Tutto questo, unito ad altri innumerevoli tasselli come la “guerra” alle auto inquinanti e i blocchi del traffico che hanno reso improrogabile per decine di migliaia di persone la sostituzione della propria auto datata per poter spostarsi e lavorare liberamente, ha creato diversi, grandi trend.
Il primo e il più noto è l’impennata dei prezzi sia delle auto nuove, molto più costose da produrre per il costo dell’energia e delle materie prime, ma anche per la difficoltà di reperimento delle componenti. L’assenza di auto nuove prodotte ha così portato ad un’impennata della domanda di auto usate, che per le vendite accelerate di auto in pronta consegna e usate tra il 2020 e il 2021 e per la domanda sempre più alta sono finite molto, molto presto. Nel 2022, secondo l’Osservatorio di AutoScout24 il prezzo medio di un’auto usata è salito fino a oltre 20.700 euro, più di 6.000 euro in più rispetto al prezzo medio registrato nel 2019, per un mercato che ha contato oltre 2,7 milioni di passaggi di proprietà.
Arriviamo così ad oggi, con un 2023 segnato da prezzi sempre più alti, tanta domanda, poca offerta e un trend che, fino a metà anno, sembrava inarrestabile. Per la prima volta da mesi, però, il mese di dicembre 2023 ha registrato in Italia il segno meno per le vendite di automobili usate. In più, l’indice dei prezzi medi europei di Auto1, noto portale di compravendita internazionale, ha visto un calo netto dei prezzi e dei valori stessi delle automobili di seconda mano.
Le auto più inflazionate stanno (finalmente) scendendo di prezzo: gli esempi in Casa BMW, Ferrari e Porsche
Questa è la teoria dietro alle auto usate, alla bolla che si è creata dietro a questo enorme mercato e a come stanno andando le cose. Da buoni appassionati di auto, in redazione abbiamo sempre tenuto d’occhio il mercato, da quello delle automobili più tradizionali fino a quello delle auto sportive e di interesse collezionistico, con queste ultime che dal 2020 ad oggi hanno ricevuto solo ed esclusivamente aumenti, rendendo quasi inacquistabili modelli che, fino a qualche anno fa, erano alla portata di molti.
Per questo, abbiamo voluto fare una ricerca “sul campo”, verificando i trend al momento in cui scriviamo di alcune auto note per essere state, negli ultimi anni, scelte come “bene rifugio” da appassionati e, soprattutto, speculatori. Con la crescita della domanda di automobili e il momento di incertezza sociopolitico degli ultimi anni, infatti, le automobili si sono fatte strada come un nuovo campo di investimento, portando i prezzi di diversi modelli a vette inesplorate in Italia e in Europa.
Partiamo subito con un esempio lampante, le Porsche 911 delle generazioni 991 e 992, soprattutto quelle più rare come le GT3 e GT2 e le serie speciali come la GT3 Touring, la Dakar e le rarissime Sport Classic, R e S/T. Alcuni di questi modelli sono ancora inserzionati al doppio del prezzo di listino originale, come le 911 Sport Classic e R, ma verificando i prezzi delle 911 GT3 e GT3 RS della generazione 991 e la nuova 992 GT3, vediamo come i prezzi, dopo una crescita che sembrava inesorabile e superava di gran lunga il prezzo di listino originale, stiano scendendo.
In Italia, questo fenomeno è meno visibile, visto che queste auto sono davvero rarissime. Andando a vedere, ad esempio, il mercato inglese, uno dei più colpiti da questa speculazione, fino al giugno 2023 era impossibile acquistare una 911 GT3 992 a meno di 200.000 sterline. Oggi, facendo un veloce giro su AutoTrader, uno dei principali siti di compravendita di auto in UK, abbiamo trovato una 911 GT3 venduta da un concessionario ufficiale Porsche proposta a 172.875 sterline, mentre quando è stata inserzionata il 12 ottobre costava 185.000 sterline, ben 13.000 sterline in più.
Torniamo in Italia per un’auto più nelle “nostre” corde, la BMW M2 CS. La versione più estrema della sportiva bavarese, infatti, è stata prodotta tra la fine del 2019 e il 2021, e fin dalla sua uscita ha mantenuto molto bene il suo prezzo nel mercato dell’usato. Dal 2021 al 2023, infatti, il prezzo di una M2 CS usata oscillava tra i 90 e i 110 mila euro. Negli ultimi mesi, invece, gli esemplari proposti girano attorno agli 80.000 euro, mentre quelli ai prezzi “originali” rimangono per lungo tempo invenduti.
Proprio questa tendenza è notabile in tutte le tipologie di automobili, dalle più umili alle più costose. I prezzi “pazzi” degli ultimi mesi sono ancora molto comuni su AutoScout24, ma le automobili, spesso, rimangono inserzionate per diversi mesi senza trovare un nuovo acquirente. Concludiamo la parte dedicata alle automobili sportive e molto costose con il giornalista e conduttore di Top Gear Chris Harris, che sul suo profilo Instagram ha evidenziato un altro brand che sta vedendo dei prezzi più bassi degli ultimi anni: Ferrari.
Nelle sue storie, infatti, ha pubblicato un annuncio sulla piattaforma di aste Collecting Cars (con cui collabora da anni) di una Ferrari SF90 Stradale. Proposta nuova a oltre 450.000 euro e venduta di seconda mano a prezzi superiori ai 500.000 euro, pochi giorni fa è stata venduta a 294.000 sterline, ovvero 340.000 euro. Stiamo parlando di tantissimi soldi, ovviamente, ma guardando ad un esemplare venduto sullo stesso sito in Olanda a 550.000 euro, oltre 100.000 euro in più del suo prezzo originale.
La bolla sta scoppiando anche per le auto “normali”? Cosa sta succedendo
Abbiamo quindi visto come la bolla speculativa sulle automobili più sportive, costose e desiderabili sta dando segnali di essere vicina alla fine. Abbiamo allora deciso di spostarci su budget più bassi, più alla portata di tutti, guardando l’andamento dell’auto più venduta d’Italia: la FIAT Panda. Facendo un giro su AutoScout24, ad esempio, vediamo come i prezzi sono ancora estremamente alti rispetto a qualche anno fa, con una grande difficoltà a trovare esemplari inserzionati sotto i 10.000 euro.
Abbiamo fatto però qualche indagine e abbiamo visto come le inserzioni di privati proposte a qualche centinaio di euro sotto la media per delle Panda di 3 anni con pochi chilometri e una motorizzazione appetibile come il 1.2 Fire o il 1.0 Hybrid non vengono prese d’assalto, anzi. Questo trend può significare, quindi, che i prezzi inserzionati sono più alti del reale prezzo di vendita, con diverse centinaia di euro di “manovra” in fase di trattativa. Sembra si tratti di “prezzi civetta”, utili solamente a cercare di mantenere un cartello che non giova più a nessuno.
Concludiamo con una tipologia di auto che, personalmente, guardo sempre con grande attenzione, ovvero le piccole Hot Hatch degli anni ’00. Per anni, questo tipo di auto sono state una porta d’accesso per avere automobili sportive ma economiche e utilizzabili tutti i giorni, con prezzi compresi tra i 2.000 e i 10.000 euro. Nell’ultimo anno, tutti i modelli più interessanti hanno visto un’enorme rivalutazione, dalle mitiche FIAT Panda 100HP inserzionate ad almeno 7.000 euro a MINI Cooper S R53 in ottime condizioni che superano la soglia dei 10.000 euro. Negli ultimi sei mesi, però, gli esemplari inserzionati a quelle cifre sono… sempre gli stessi. Questo è un indicatore chiaro di prezzi inflazionati e “gonfiati”, che rispecchiano le richieste del mercato di qualche mese fa, ma che gli acquirenti non sono più disposti a pagare.
La bolla, quindi, non è ancora scoppiata, ma sembra che si stia pian piano sgonfiando. Le Volkswagen Golf 1.5 TSI di quattro anni continuano a costare quanto se non più di quando, nel 2019, erano vetture in pronta consegna, le Peugeot 205 GTI e Renault Clio Williams continuano a stare oltre i 20.000 euro e le Toyota Yaris Hybrid rimangono a prezzi impensabili fino a quattro anni fa. I primi segnali di un imminente cambio radicale cominciano a fare capolino.
Meglio tenere gli occhi aperti, aspettare e vedere cosa succede, perché potremmo essere vicini all’attesissimo cambio di passo del mercato dell’auto usata.