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Jaguar e Land Rover: guida autonoma più simile a quella di un pilota che non un robot

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Jaguar Land Rover investe in un progetto di ricerca che renderà la guida dei veicoli autonomi più simile a quella di un pilota umano che non a quella di un robot. Una flotta di veicoli Jaguar e Land Rover sarà guidata quotidianamente da impiegati del distretto di Greenwich, per rilevare le reazioni di un ampio campione di automobilisti in condizioni di guida reale, ivi incluse situazioni di traffico intenso, incroci affollati, lavori stradali e cattivo tempo.

I dati rilevati dai sensori riveleranno i naturali comportamenti di guida ed i processi decisionali dei piloti, anche in presenza di scenari complessi e stressanti. Verranno quindi esaminate le precedenze sulle intersezioni a raso ed agli incroci, l’immissione nei flussi del traffico agli svincoli, le reazioni al sopraggiungere di un mezzo di emergenza nel traffico bloccato.

Il programma triennale ‘MOVE-UK’ da 5,5 milioni di sterline, contribuirà inoltre a sviluppare le politiche assicurative applicabili alle future vetture autonome. Gli esperti delle assicurazioni forniranno la loro consulenza sulle responsabilità in determinate situazioni, lavorando su dati di guida reali rilevati dalla flotta dei veicoli sperimentali.
L’onorevole Sajid Javid MP, Secretary of State for Business, Innovation and Skills , ha annunciato oggi uno stanziamento del governo britannico di 2,75 milioni di sterline a favore della ricerca MOVE-UK. Tale sovvenzione per la ricerca, attinge al Fondo Governativo di 100 milioni di sterline destinato ai sistemi di connessione e guida autonoma dei veicoli.

Dichiara il Dr. Wolfgang Epple, Director of Research and Technology Jaguar Land Rover: “In realtà, per lanciare con successo sul mercato i veicoli autonomi, dobbiamo concentrarci, più di sempre, sull’uomo alla guida. Se desideriamo un domani offrirgli delle vetture autonome, diviene essenziale la comprensione delle sue reazioni alla vasta gamma di situazioni dinamiche e casuali che si presentano nella guida di ogni giorno.”
I guidatori dovranno fidarsi completamente del proprio veicolo prima di accettare di affidarsi a sistemi automatizzati. Se riusciamo a programmare in un veicolo autonomo, reazioni simili a quelle di un pilota umano, allora l’esperienza di guida autonoma sarà più naturale e sarà più probabile che l’uomo lasci il controllo ai sistemi automatizzati del veicolo.

“È molto più probabile che i clienti accettino un veicolo altamente automatizzato e totalmente autonomo se questo mostra le stesse reazioni di un guidatore umano. Tramite la comprensione e la misurazione dei comportamenti positivi di guida, possiamo far sì che le Jaguar o le Land Rover autonome del futuro non eseguano semplicemente funzioni robotiche” aggiunge il Dott. Epple.

“In definitiva desideriamo poter offrire ai nostri clienti la scelta fra una guida coinvolgente o una autonoma. Se avranno fiducia nell’automazione, passeranno senza problemi da una modalità all’altra. La modalità autonoma si occuperà delle attività più complesse o noiose, come i parcheggi o la guida nel traffico intenso. Se la guida autonoma sarà percepita come un’esperienza naturale e sicura, il pilota potrà rilassarsi veramente, lasciando di buon grado il controllo dei vari sistemi al proprio veicolo.”

Aspirante pilota

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica.
La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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