Attualità

I costruttori auto si lamentano ma non si sono opposti alle politiche Ue

Tempo di lettura: 2 minuti

Mentre l’auto elettrica affonda nel Vecchio Continente e si inasprisce la polemica fra costruttori e vertici Ue, emerge con tutta chiarezza un dato centrale: né il top management delle Case né i massimi decisori nelle stanze del potere di Bruxelles sono vittime. È una corresponsabilità, come quando ci sono due colpevoli in un incidente stradale a un incrocio.

Il silenzio dei non innocenti

Nel 2019, nel momento in cui i Verdi, spinti dalla Germania, hanno iniziato a parlare di Green Deal e di auto elettrica nell’Unione europea, con bando termico 2035, non si è alzata nemmeno una voce di dissenso fra i Gruppi auto. I quali o speravano di creare un nuovo business col full electric più redditizio rispetto a quello delle macchine a benzina/diesel, oppure ritenevano che a un certo punto la Commissione Ue si sarebbe fermata e avrebbe fatto retromarcia.

Invece, dopo che l’olandese Frans Timmermans è stato nominato dalla tedesca Von der Leyen vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il patto verde europeo, Bruxelles è andata sino in fondo. Dietro la spinta del francese Thierry Breton, all’epoca commissario europeo per il mercato interno e i servizi della commissione. I due uomini, prima Timmermans e poi Breton, si sono defilati, lasciando Ursula da sola.

I lamenti tardivi dell’Acea

L’Associazione costruttori auto europei, Acea, ha di recente alzato i toni. Un po’ tardi. “Mancano le condizioni cruciali per raggiungere la spinta necessaria nella produzione e nell’adozione di veicoli a zero emissioni, dice: infrastrutture di ricarica e rifornimento di idrogeno, nonché un ambiente di produzione competitivo, energia verde accessibile, incentivi all’acquisto e fiscali e una fornitura sicura di materie prime, idrogeno e batterie”. Inoltre, le attuali norme non tengono conto del profondo cambiamento del clima geopolitico ed economico degli ultimi anni, dice. Con la prospettiva di “multe multimiliardarie Ue alle Case o di inutili tagli alla produzione, perdite di posti di lavoro e una filiera europea indebolita”. Insomma, la tempesta perfetta.

Tutto vero. Ma la protesta arriva qualche anno dopo rispetto al necessario: un treno che viaggia in grave ritardo. Né l’attività di lobbying a Bruxelles né le campagne a livello mediatico sono state efficaci quando dovevano esserlo.

Autore: Mr. Limone

Redazione Autoappassionati.it

Share
Pubblicato di
Redazione Autoappassionati.it

Recent Posts

Prova in anteprima Leapmotor C10: avrà spazio a 37.000 euro?

Il marchio Leapmotor, ormai lo sappiamo, ha fatto parlare a lungo di sé negli ultimi…

11 hours ago

Truffe alle colonnine di ricarica: attenzione ai QR Code falsi

In Europa stanno aumentando le truffe alle colonnine di ricarica per auto elettriche, con i…

12 hours ago

Case auto in trappola: o prendono multe o vendono meno termiche

Momento delicatissimo per parecchie Case auto, che dal punto di vista economico sono in trappola.…

12 hours ago

Festival Car 2024: tutto pronto per la 3° edizione del Concorso d’Eleganza

Il 29 settembre a Revigliasco si terrà la terza edizione del Concorso d’Eleganza Festival Car,…

12 hours ago

SUV a GPL: quali sono i modelli e i prezzi

Nel 2024, il mercato dei SUV a GPL offre una vasta gamma di modelli per…

12 hours ago

Il Salone dell’Auto di Torino chiude con 500.000 visitatori

Ora è ufficiale: il Salone dell’Auto di Torino ritornerà il prossimo anno, dal 12 al…

18 hours ago