Mesi fa, noi la nuova Tucson la provammo nell’inedita veste di SUV full hybrid, ossia ibrida ma senza necessità di caricarla alla spina. Oggi vi parliamo invece della seconda evoluzione dell’ibrido coreano, il plug-in. Ormai proposto sia su C-SUV Tucson sia sul D-SUV, con i suoi 7 posti, Santa Fe, questa tecnologia, leggermente più cara a listino, ma maggiormente scontata grazie agli incentivi statali, consente la marcia in elettrico, consumi più contenuti sfruttando a dovere il compito delle batterie.
Per essere sul mercato da meno di un anno, è stato considerevole lo sforzo della Casa coreana nel voler diversificare l’offerta. Tucson, infatti, è offerta sia con motorizzazioni Diesel, Diesel ibride (mild), benzina ibride (mild), full hybrid e, ultima new entry, plug-in. Una forte elettrificazione che non ha fatto altro che aumentare la curiosità attorno a questa nuova proposta, sicuramente interessante vista la crescita delle quote sul mercato (già a +10% sul 2020).
Si parla quindi di 265 CV, il top di gamma nel vero senso della parola e allestimenti molto ben forniti, con la N Line che strizza l’occhiolino alla sportività delle Hyundai N. Vediamo come va la Tucson plug-in Hybrid in questo primo contatto.
Detto delle misure, che rimangono ovviamente invariate (4,5 metri di lunghezza, 1,87 metri di larghezza e 1,65 metri di altezza), Tucson plug-in Hybrid conferma in toto il design che la caratterizza. Tante linee, spigoli, angoli vivi. Davanti, però, assistiamo anche sulla plug-in a qualcosa di nuovo: parliamo della calandra che integra i fari LED Parametric Hidden Lights; essi, da spenti, vanno a mimetizzarsi col resto del frontale, mentre da accesi è come trovarsi in cristalleria quando…si accende la luce.
L’effetto ottico è davvero ipnotizzante. Dicevamo dello sportello di ricarica, situato sopra il passaruota posteriore destro. Non è certamente l’unica novità di Tucson plug-in Hybrid, infatti per questa motorizzazione, la più potente a listino, Hyundai ha pensato di installare lamelle regolabili nella calandra così da regolare il flusso d’aria in base alle necessità. La forte segmentazione delle linee e un posteriore ricco, dove si denota la presenza della luce LED a tutta larghezza, può non piacere ma è sicuramente un tratto a favore del SUV coreano, sicuramente non “timido” esteticamente parlando.
Come gli esterni hanno puntato tutto su un design d’impatto, la stessa cosa vale per gli interni. Plug-in o meno, a brevissimo capiremo le lievi differenze, ci troviamo di fronte a una consolle davvero tecnologica. La vecchia Tucson sembra destinata al museo volendole confrontare. La qualità dei materiali è davvero molto buona, così come la visualizzazione dei comandi che appare chiara e semplice. Davanti ai nostri occhi, il cluster digitale 10,25”, con schermate che cambiano aspetto a seconda della modalità di guida inserita, alla nostra destra il touchscreen da 10,25” con comandi a sfioramento sottostanti. Qui, unico appunto: le ditate. Tenete sempre con voi un panno in auto, poi non diteci che non vi avevamo avvisato.
Abbiamo guidato di giorno ma l’effetto dato dalle luci ambiente con 64 diverse gradazioni è assicurato. Prima assoluta anche per il volante a quattro razze, ma non una novità per la plug-in. In questo senso basta rivolgere lo sguardo al ricco (di tasti) tunnel centrale. In epoca di digitalizzazione, fa specie vedere una tale quantità di comandi ma il tutto è a portata di mano e molto chiaro. Parliamo poi di un abitacolo spazioso che, almeno al posto guido, ci permette di dominare la strada. Altro appunto per quanto riguarda il bagagliaio: la presenza della batteria, ma accade su buona parte delle plug-in, ruba qualcosa di capacità: dai 616 litri delle altre motorizzazioni, qui si passa a 558 litri (massima 1.721 litri), 58 litri in meno ma comunque un vano ampio tra i migliori della categoria.
Piccola chicca che solo Hyundai possiede: se dotati di uno smartphone di ultima generazione ricaricabile wireless, è stata prevista un’apposita bocchetta per tenere sotto controllo le temperature. Il tasto EV citato nel paragrafo permette invece di richiamare in qualsiasi istante, a batterie cariche, la guida in elettrico.
Per uno dei SUV più elettrificati oggi in commercio, se non il più elettrificato (solo Ford Kuga gli tiene testa), ricorrere al plug-in per sfruttare nuove fette di mercato ha significato associare il nuovo 1.6 TGDI da 180 CV a un motore elettrico da 66,9 kW, alimentato a sua volta dalla batteria agli ioni di litio da 13,6 kWh. Totale? 265 CV, che non sono pochi, e che permettono sia di scattare ai semafori (lo scatto è coperto in 8,2 secondi, va comunque considerato un peso in ordine di marcia di 1.893 chilogrammi) per una velocità massima di 191 km/h.
La batteria si ricarica in 2 ore sfruttando il caricatore di bordo da 7,2 kW, a patto di collegarsi a una colonnina pubblica in corrente alternata o alla classica Wallbox. I tempi si dilungano fino alle 7 ore dalla normale presa domestica, il tempo di una notte.
Saliamo a bordo di nuova Tucson plug-in Hybrid per avventurarci sulle scenografiche, ma un po’ strette, strade attorno al Lago di Annone, non distante dal più ampio Lago di Como. Tucson ha una seduta che ti fa sentire subito a tuo agio ed è facile trovare la posizione corretta, grazie al volante regolabile in altezza e profondità. Sono sedili comodi ma con fianchetti abbastanza ampi da contenere bene il corpo in curva. La potenza c’è e l’assetto non è così sportivo come mi sarei aspettato, anche se ci si può divertire. Tucson rimane comunque un SUV ma la situazione cambia richiedendo le sospensioni a controllo elettronico, per 850 euro, della versione N Line. Noi abbiamo guidato un altro allestiemento a la Tucson ci è parsa comunque precisa, con uno sterzo leggermente vuoto al centro ma comunque abbastanza diretto. Non si irrigidisce inserendo la modalità sport, confermandosi un comando più adatto all’uso cittadino.
Dicevamo delle strade strette, un problema se la visibilità non è perfetta. Tucson non presenta questo tipo di dettagli critici. Spingendo sul gas, l’accelerazione è tangibile e termico ed elettrico comunicano abbastanza bene. C’è un po’ di verve in più andando a selezionare la modalità Sport dall’apposito selettore, cui contribuisce la scenografica schermata che diventa di colore rosso catturando l’attenzione. Il cambio, come lo sterzo, preferisce una guida tranquilla. Si tratta di un’automatico 6 rapporti dotato di palette al volante che, sotto sforzo, mostra fatica di adattamento. Le cambiate non sono rapidissime. Se guardiamo ai consumi, sono stati pochi i chilometri percorsi per permetterci di esprimere un giudizio veritiero (in questo caso viziato dai ¾ del percorso coperti in elettrico e da qualche curva allegra siamo giunti a fine percorso con 4,1 l/100 km) ma è significativo vedere che l’auto, che ci è stata consegnata con il pieno, segnava 479 km dei quali 46 garantiti dalla batteria.
Purtroppo Hyundai Tucson plug-in Hybrid non possiede una modalità di risparmio dell’energia elettrica. Se alcune rivali sono in grado di conservare un “tot” di energia, a volte in percentuale, per essere ad esempio usata a fine percorso arrivando in città, non è il caso di Tucson. Va comunque riconosciuto a Hyundai un sistema che in modalità ibrida automatica (la Hybrid) è davvero in grado di armonizzare i consumi pur restituendo il piacere della spinta concessa dai 265 CV del propulsore, agendo quasi da Full Hybrid come la sorellina da 230 CV.
Ricordiamo anche che la trazione è integrale, il che concede l’utilizzo del Terrain Mode e dei settaggi Mud, Snow e Sand. In caso di strade bianche o innevate, zero problemi.
Infine un richiamo ai sistemi di sicurezza. Solo Tucson ha, ad esempio, il Blind Spot Monitor che, quando si attiva la freccia, mostra sul quadro digitale ciò che accade dietro e al fianco al veicolo grazie a un’apposita telecamera. C’è poi il mantenimento di corsia così come l’avviso anticollisione e ancora l’immancabile Cruise Control adattivo che si comanda esclusivamente dal volante in semplici passi.
Non poteva essere altrimenti. La Hyundai Tucson plug-in Hybrid si posiziona al vertice della gamma e i suoi prezzi sono i più alti nel listino ufficiale. Parliamo di 44.500 euro come prezzo base (con vantaggio cliente di 3.500 euro più 4.500 euro di incentivi: prezzo finale 36.500 euro) ma anche dei vantaggi fiscali come l’omologazione ibrida e tutto ciò che ne deriva.
Sono poi tre gli allestimenti di Hyundai Tucson plug-in Hybrid: XLine, eXellecence e N Line. Si arriva ai 46.600 euro di quest’ultima versione la cui potenza non cambia, mentre cambia eccome l’aspetto estetico: i cerchi con design dedicato sono da 19” (pneumatici 235/50 R19), c’è il kit dedicato N Line (passaruota in tinta con carrozzeria, ad esempio) e dentro le cuciture rosse, la pedaliera in metallo e i sedili più sportivi completano la dotazione.
Volendo analizzare a fondo la gamma, il prezzo base della nuova Tucson 2021 parte dai 29.400 euro del motore 1.6 T-GDI iMT XTech ibrido 48 Volt benzina che con i suoi 150 CV rappresenta già un buon punto di partenza. Sempre offerta di serie la garanzia Hyundai, con 5 anni e km illimitati. 8 anni/160.000 km la garanzia applicata alla batteria da 13,8 kWh.
Con il finanziamento i-Plus promosso dal costruttore, Hyundai Tucson plug-in Hybrid può essere vostra con anticipo di 7.190 euro, valore futuro garantito di 24.475 euro e 36 rate da 299 euro/mese (max 15.000 chilometri per anno).
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