Sembra incredibile, ma la FIAT Punto festeggia il suo trentesimo compleanno. Lanciata al Salone di Francoforte 1993, FIAT Punto compie 30 anni senza un’erede sul mercato ormai più di un lustro. Dal 2018, infatti, FIAT non produce più la sua storica utilitaria, erede della mitica Uno e che oggi ha lasciato un vuoto non da poco nel mercato dell’auto. Nonostante la sua economicità e la sua genesi senza grandi pretese, infatti, FIAT Punto è stata, nei suoi 25 anni di carriera, un’automobile popolare e iper-diffusa, amata e odiata nelle sue tre generazioni.
Tra le tre iterazioni di FIAT Punto, riguardando la storia dell’utilitaria più popolare degli ultimi 30 anni è proprio la prima generazione, la FIAT Punto 176. Progettata a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e pensata per rompere con la squadrata e storica Uno, la FIAT più venduta di sempre, fin dal suo debutto FIAT Punto si è fatta apprezzare per lo stile moderno, lo spazio a bordo e, sembra strano pensarlo oggi, una dotazione meccanica e tecnologica da prima della classe. Prodotta tra il 1993 e il 1999 in quasi 3,5 milioni di esemplari e sostituita dalla mai troppo amata Punto 188, con gli occhi di oggi è proprio la prima serie di FIAT Punto quella da ricordare. Scopriamo allora la storia di FIAT Punto, a 30 anni dallo storico lancio.
La prima FIAT Punto nasce a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, in un periodo storico molto diverso per FIAT rispetto a quelli a cui siamo abituati. Il Gruppo FIAT, comprendente il marchio torinese, Lancia e la “new-entry” Alfa Romeo, entrata nel Gruppo nel 1986, era infatti il primo brand in Europa per vendite nel 1988, battendo Volkswagen e issandosi a leader di mercato nel Vecchio Continente. Il merito di questo successo era da attribuire principalmente alla vendutissima Uno, lanciata a Cape Canaveral nel 1983 e primatista di vendite nel segmento delle utilitarie in Europa e in Sud America.
Con l’arrivo di nuove rivali più moderne e raffinate come Renault Clio, la nuova generazione di Ford Fiesta e la temibile giapponese Nissan Micra, con l’arrivo degli anni ’90 la squadrata e razionale Uno cominciava ad apparire antiquata. Per questo, FIAT si mise a lavoro per realizzare un’utilitaria diversa dal passato. Disponibile con carrozzeria a tre e cinque porte con tetto rialzato per massimizzare lo spazio interno, FIAT Punto doveva essere una pioniera in fatto di design e dotazioni, tanto che FIAT battè ogni record per la sua progettazione. Al lancio, nel 1993, l’allora Amministratore Delegato Paolo Cantarella dichiarò un investimento di 5.600 miliardi di lire, il più alto nella storia della FIAT. Del resto, Punto non fu solo importante per l’azienda, ma fu fondamentale anche per lo sviluppo di un’intera Regione.
Oltre ad essere prodotta nello storico stabilimento FIAT di Mirafiori, a Torino, e nella fabbrica di Termini Imerese, vicino Palermo, il Gruppo FIAT creò per la nuova utilitaria e la sua “cugina” lussuosa, la Lancia Y, un nuovo stabilimento tutto nuovo e di ultima generazione a Melfi, in provincia di Potenza. Alla SATA (Società Automobilistica Tecnologie Avanzate) di San Nicola di Melfi, FIAT trovò un sito produttivo in grado di rispondere alle enormi richieste di un modello che, come vedremo tra poco, ha avuto successo in tutta Europa, arrivando a produrre 1,5 milioni di esemplari in meno di un anno e mezzo. Lo stabilimento FIAT di Melfi è stato la casa della Punto fino al 2018, ma è con la Punto 176 che diventò uno dei più prolifici siti produttivi europei, consentendo a FIAT di riguadagnare nuovamente i gradini più alti del podio tra le Case europee.
Il progetto 176 nacque per fissare un punto con il passato, un messaggio talmente chiaro da diventare persino il nome della vettura. Dopo la Uno, squadrata e razionale, serviva un’auto diversa, più al passo coi tempi, capace di unire l’efficacia e la praticità di Uno con uno stile più amichevole e vivace. Per farlo, viene facile pensarlo, FIAT ha scelto un designer in rotta con il passato, giusto? In realtà, non è proprio così: la matita che ha tracciato le linee di FIAT Punto è Giorgetto Giugiaro, lo stesso che disegnò anche la FIAT Uno. Il designer torinese cambia totalmente registro con la nuova compatta italiana, passando dalle linee a dir poco squadrate della Uno, leggermente ingentilite con il restyling rinominato “Tipino” del 1989, ad un look molto più filante, tondeggiante e indiscutibilmente anni ’90.
Disponibile con carrozzeria a 3 o 5 porte, è più lunga di 7 centimetri rispetto alla precedente Uno restyling, passando da 3,69 a 3,76 metri, la nuova FIAT Punto 176 ha lanciato un nuovo corso stilistico totalmente differente. Dotata di un Cx da primato per il segmento dell’epoca di 0,31, FIAT Punto ha linee pulite, tondeggianti e con un frontale molto originale privo di una classica mascherina. Il cofano è pressoché carenato, e a dividere i due fari squadrati ci pensa un prolungamento del cofano motore, al centro del quale spicca il logo FIAT a barre, tipico dell’epoca. Nel paraurti troviamo sottili prese d’aria, soprattutto nella parte inferiore e poco sotto il cofano, separate, nelle versioni con paraurti in tinta, da spesse bande in plastica nera per proteggere la carrozzeria dagli urti da parcheggio. Cofano e parabrezza, poi, hanno un’inclinazione molto simile, richiamando nello stile e nella conseguente praticità il mondo delle monovolume (in ascesa in quel periodo), più che quello delle classiche utilitarie.
Il tetto piatto e la rigorosa fiancata, unita alle grandi superfici vetrate, riprendono quel sapore di piccola monovolume della nuova FIAT Punto, mentre anche qui troviamo una fascia in plastica che serve a proteggere la carrozzeria dai piccoli urti, una soluzione che oggi non verrebbe accettata per l’estetica meno pulita che offrono ma che regalano una grande praticità e funzionalità nell’utilizzo giornaliero. D’altri tempi anche le dimensioni dei cerchi, da 13 a 15 pollici. In coda, ancora, le linee morbide e funzionali si sposano con un colpo d’occhio immediatamente riconoscibile. Inconfondibili, ad esempio, i fari verticali a tutta altezza, pensati in un periodo in cui la terza luce di stop non era ancora di serie. I fari così alti, infatti, permettevano a Punto di essere sempre visibile col buio, e di indicare meglio frenata, inserimento della retromarcia e frecce.
Disponibile sia con paraurti molto avvolgenti in tinta carrozzeria che in plastica grezza, a livello estetico FIAT Punto segnò un cambio generazionale netto per FIAT e per il segmento delle utilitarie. Per questo, Punto è apprezzata in tutta Europa e ancora oggi innovativa per il modo in cui unisce razionalità, funzionalità e un’attenzione tipicamente italiana. I fari verticali e i paraurti avvolgenti sono poi diventati un marchio di fabbrica di FIAT Punto, rimanendo punti fermi del design delle tre generazioni dell’utilitaria torinese.
Se all’esterno la nuova compatta ha rotto con il passato, gli interni di FIAT Punto portano una piccola rivoluzione per il mondo delle compatte. L’intero abitacolo di Punto è un inno agli anni ’90, dalle linee ai materiali usati fino alla trama di tessuti e rivestimenti. Rispetto alla razionale e rigorosa Uno, dotata di superfici squadrate e quasi taglienti, Punto traccia una riga con il passato, o meglio, va punto e a capo. Battute a parte, gli interni di FIAT Punto hanno dimostrato come poter declinare un abitacolo pratico e razionale con una linea tondeggiante, moderna ma soprattutto funzionale. La plancia è infatti realizzata da un singolo pezzo di plastica rigida ma robusta, che riduce al minimo le vibrazioni e gli scricchiolii nel lungo periodo.
La plancia di FIAT Punto è poi caratterizzata dalla tasca davanti al passeggero anteriore, una caratteristica vista su Panda e Uno e portata, con forme molto più tondeggianti e morbide, sulla nuova nata di Casa FIAT. Tutti i comandi sono poi posizionati in una moderna consolle centrale, con bocchette dell’aria in alto, clima al centro e radio in basso (un po’ troppo in basso, per gli standard moderni). La lunga leva del cambio manuale (FIAT Punto era proposta anche con cambio automatico CVT nelle versioni Selecta) è comoda da raggiungere, e insieme ad una posizione di guida leggermente rialzata permette una visibilità ottimale a tutti i tipi di guidatore. Razionale il quadro strumenti, interamente analogico, dotato di un layout e di uno stile riconoscibile e diverso dalle altre FIAT coeve.
Vani portaoggetti e tasche sono presenti un po’ dappertutto, mentre le grandi superfici vetrate fanno entrare tanta luce all’interno di FIAT Punto, soprattutto se unite al (raro) tetto apribile. La dotazione di serie di FIAT Punto è decisamente spartana, con predisposizione radio, volante fisso, niente clima e vetri manuali di serie. Le versioni ELX top di gamma possono offrire dotazioni che, nel 1993, erano da categoria superiore: Punto poteva avere radio, climatizzatore, vetri elettrici, comandi al volante, ABS, Airbag per guidatore e passeggero e tettuccio apribile elettrico. Lo spazio è generoso sia davanti che dietro, con quattro persone che possono viaggiare comode. In cinque, ovviamente, si è un po’ più stretti, mentre il bagagliaio è piuttosto generoso con i suoi 275 litri, aumentabili abbattendo il divano posteriore.
Sebbene poi negli anni ’90 e ’00 fossero ritenute normalissime, oggi sono iconiche le stoffe e le combinazioni cromatiche pensate per i tessuti usati negli interni di FIAT Punto. Tra coprisedili che uniscono viola, blu e verde, combinazioni cromatiche oggi improponibili per un’auto di questo segmento, il classico tessuto blu delle versioni di serie e le serigrafie così anni Novanta, salire su una FIAT Punto è oggi un vero tuffo nel passato.
Arriviamo così alla meccanica di FIAT Punto 176, una delle caratteristiche più sottovalutate della compatta tricolore. Oggi, siamo abituati a pensare alla Punto come ad un’auto “da battaglia”, una macchina economica in grado di resistere anche alle più strane richieste. Il merito della sua robustezza è dovuto ad un pianale completamente nuovo realizzato da un foglio bianco da FIAT. Usato anche sulla cugina Ypsilon e sulla sportiva FIAT Barchetta, questa piattaforma è dotata di uno schema ormai classico, diventato il benchmark per questa categoria dopo il lancio della FIAT 127: motore anteriore traversale, trazione anteriore. Rispetto alla precedente Uno, però, FIAT Punto ha un telaio molto più rigido, che aiuta sia nella guidabilità che, soprattutto, per quanto riguarda la sicurezza.
Nel 1993, infatti, non erano molte le utilitarie che pensavano alla sicurezza, e neanche la precedente Uno brillava in questo ambito. Sebbene siamo molto lontani dagli standard di sicurezza delle moderne utilitarie (come dimostra il risultato di 2 stelle EuroNCAP ottenute nel 1998, in un test molto meno severo di quello odierno), FIAT Punto portava al debutto su un’utilitaria FIAT le barre anti-intrusione laterali, i sedili hanno una traversa di ritenuta per essere più robusti in caso di incidente e volante e piantone sono collassabili. A richiesta si potevano avere Airbag guidatore e passeggero e le cinture sono sempre dotate di pretensionatore. La nuova piattaforma ha una maggiore rigidezza strutturale, caratteristica che aiuta negli urti ma anche nella robustezza e nella guidabilità su strada.
La meccanica della FIAT Punto prima serie è infatti piuttosto raffinata se confrontata con tutte le Punto successive. Davanti troviamo, a livello di sospensioni, un classico schema McPherson, mentre dietro ha un sistema a ruote indipendenti, unica Punto finora prodotta a non avere un assale rigido al posteriore. Sebbene si tratti di un sistema relativamente semplice a bracci tirati, ad oggi non c’è nessuna FIAT in listino dotata di sospensioni posteriori indipendenti, un testamento alla cura che FIAT aveva messo nella progettazione di Punto.
Questa attenzione si vede anche a livello meccanico, in quanto la gamma motori di FIAT Punto prima serie era molto completa e variegata. Al lancio, diversi motori sono portati avanti dalla precedente Uno, a partire dal classico 1.1 FIRE della Punto 55, motore di lancio e bestseller tra le versioni “normali”. Dotato di 54 CV e 88 Nm di coppia, il 1.1 è stato usato su tutti i modelli di piccole dimensioni di FIAT, ma su Punto ha ottenuto un upgrade quasi unico nella storia della Casa torinese. Fin dal debutto, infatti, FIAT ha proposto la Punto 55 con cambio manuale a 5 marce o, per la versione top di gamma 6-Speed, anche con un inedito cambio manuale a 6 marce. Si trattava di una soluzione inedita per una compatta di segmento B, tanto che anche le versioni più potenti delle rivali avevano un semplice cambio a 5 marce. Pensato per offrire più spunto alle basse velocità e migliori consumi alle alte velocità, questa versione dimostra l’attenzione che FIAT ha messo in questo progetto, oggi considerato così “banale”.
A fare il suo debutto su FIAT Punto 176 è invece un motore che abbiamo imparato molto bene a conoscere, il mitico 1.2 FIRE. Disponibile inizialmente con testata a 8 valvole e in versione da 60 e 73 CV per le Punto 60 e 75, dal 1997 è poi arrivata la versione con testata a 16 valvole da 85 CV, che ha sostituito il robusto 1.6 monoalbero da 90 CV, che fino ad allora è stato il motore di punta della gamma “normale” dell’utilitaria nostrana. Il 1.2 60 è anche il motore designato per accogliere l’unica versione con cambio automatico, la Punto 60 Selecta. Al posto del classico cambio a 5 marce troviamo una trasmissione automatica a variazione continua di tipo CVT, realizzata in collaborazione con Ford e vista su altri modelli del Gruppo, Panda compresa.
FIAT Punto 176 ha dato poi seguito alla storia delle utilitarie FIAT con motori a gasolio. Dopo la 127 Diesel, prima segmento B con motore a ciclo Diesel, e la Uno D e TurboD, una delle prime utilitarie con motore turbodiesel, FIAT Punto 176 è proposta con due motori Diesel di nuova concezione, con cilindrata portata da 1.3 a 1.7 litri. Il 1.7 D è la versione aspirata, dotata di 58 o 63 CV a seconda dell’anno di produzione, affiancata e poi sostituita dalla più vivace 1.7 TD, disponibile con 61 o 71 CV. Al top della gamma motori di FIAT Punto 176 c’è infine la mitica Punto GT, la sportiva di casa. Sotto il cofano, infatti, troviamo l’evoluzione del mitico motore quattro cilindri turbo visto sulla leggendaria Uno Turbo. Sotto il cofano troviamo il 1.4 Turbo derivato dalla Uno Turbo “Tipino”, derivato dal 1.3 della Uno Turbo i.e. e a sua volta sviluppato a partire dal motore 1.3 della FIAT 128.
Il 1.4 Turbo è sovralimentato dallo stesso turbocompressore IHI VL7 raffreddato ad acqua con intercooler visto sulla Uno Turbo 1.4, dotato di iniezione multipoint elettronica e di una centralina Bosch dotata anche della funzione Overboost. Le prestazioni di questo 1.4 crebbero notevolmente, passando da 118 a 133 CV (diventati 130 nel 1997 con l’introduzione dell’omologazione Euro2), e 205 Nm mentre il cambio è un manuale a 5 marce scaricati a terra senza un sistema di differenziale autobloccante o giunto viscoso come sulla coeva FIAT Coupé. Dotata di freni a disco sulle quattro ruote, con quelli posteriori autoventilanti, le prestazioni sono da vera sportiva: l’accelerazione 0-100 km/h è coperta in 7,8 secondi, mentre la velocità massima è superiore ai 200 km/h.
FIAT Punto 176, come abbiamo visto, era più di una semplice utilitaria economica e robusta. Dotata di una meccanica più curata, interni spaziosi e interessanti e di un design innovativo che univa praticità e gradevolezza, la piccola FIAT spiccava per una gamma piena di versioni con diverse differenze tra loro, rendendo possibile a tutti trovare la FIAT Punto adatta a sé. A livello di carrozzerie, ad esempio, oltre alle versioni a tre e cinque porte, infatti, FIAT Punto era proposta anche nella pratica versione Van, nelle versioni più aggressive Sporting e GT. La prima, celebre con la colorazione bianca o Giallo Ginestra, aveva paraurti in tinta del tutto simili alla Punto GT e il suo stesso spoiler posteriore, ma era proposta con i motori più potenti della gamma “normale” di Punto, il 1.6 90 e il successivo 1.2 16v 85.
Leggera e piuttosto agile, la Sporting offriva una sportività leggera a chi non voleva esagerare con i costi di gestione e le prestazioni. La Punto GT, invece, rispetto alle rivali dell’epoca come le mitiche Renault Clio Williams, Peugeot 106 Rallye o Opel Corsa GSi non puntava sulla leggerezza e l’agilità. Con il suo piccolo ma potente 1.4 turbo, Punto GT era la più veloce in linea retta, mentre tra le curve il telaio “turistico”, lo sterzo leggero e la grande coppia del motore non la rendevano la più agile e adatta al misto stretto o ai trackday. Per dare il massimo nelle accelerazioni sul dritto, però, con il suo carismatico turbo lag è ancora oggi un’auto emozionante e desiderabile.
La comodissima Van, invece, era proposta con i motori più robusti 1.1 e 1.2, con i 1.7 D e 1.7 TD che rappresentavano la scelta migliore. Scelta da piccoli artigiani, liberi professionisti e lavoratori che passavano tanto tempo in città, in un tempo in cui i piccoli van non erano così diffusi FIAT Punto Van era una scelta molto gettonata per le piccole imprese. Per le Punto “normali”, invece, gli allestimenti erano tre: S, SX ed ELX. La versione base, la S, offriva un allestimento spartano e adatto a chi non aveva grandi pretese. La versione SX, invece, era quella intermedia, con radio, contagiri e clima disponibili e una cura maggiore nei dettagli. La top di gamma ELX, invece, poteva contare su clima, radio e vetri elettrici, e poteva essere dotata di comandi al volante, tetto apribile e una cura ancora maggiore nei dettagli, senza mai essere troppo curata o lussuosa.
A stupire tutti, infine, ci pensò la FIAT Punto Cabrio del 1994. Un po’ a sorpresa, infatti, FIAT presentò in quell’anno tre modelli dal forte contenuto emozionale: la barchetta, cabrio a due posti secchi realizzata sul pianale della Punto, la iconica Coupé, ultima sportiva della Casa di Torino con motori fino a 220 CV e 250 km/h, e la FIAT Punto Cabrio. La Casa torinese non aveva una scoperta in gamma dall’addio alla Ritmo Cabrio nel 1988, rispetto alla quale la nuova Punto Cabrio riprende alcune caratteristiche, rivoluzionandone altre.
Disegnata e assemblata nuovamente da Bertone, che adibì il suo rinnovato stabilimento di Grugliasco (Torino) per la produzione della scoperta torinese, FIAT Punto Cabrio abbandonò il sicuro ma ben poco gradevole roll-bar centrale visto su Ritmo Cabrio e sulla sua principale rivale, la Volkswagen Golf Cabrio. Grazie ad un montante anteriore decisamente irrigidito, la linea di FIAT Punto Cabrio era decisamente più aggraziata e gradevole. Se davanti e all’interno le differenze con una normale Punto erano ridotte all’osso, a cambiare è ovviamente il tetto, ora in tela, e la posizione dei fari.
Impossibilitati ad adottare i fari posteriori verticali, Punto Cabrio ha dei fari rettangolari a sviluppo orizzontale, che cambiano totalmente la vista posteriore. Apprezzata per l’approccio semplice e senza pretese ad una cabriolet a quattro posti economica e sfiziosa, FIAT Punto Cabrio è riuscita a ritagliarsi il suo spazio nel mercato dell’auto, sebbene non avesse la guidabilità di una barchetta o della giapponese Mazda MX-5. Dotata di due motori, il 1.2 da 60 CV e il 1.6 da 90 CV (sostituito nel 1997 dal 1.2 16v da 86 CV), FIAT Punto Cabrio seguì il travolgente successo della Punto “tradizionale” diventando molto gettonata nell’Europa meridionale, nelle città di mare e nelle isole, dove ancora oggi è molto richiesta e utilizzata. Venduta fino al 2001, due anni dopo l’addio alla Punto tradizionale, è stata l’ultima Punto 176 ad essere venduta sul mercato europeo, interrompendo dopo 8 anni la carriera della prima generazione di Punto.
Fin dal debutto al Salone dell’Automobile di Francoforte del 1993, FIAT Punto ebbe un successo superiore ad ogni pronostico. Lanciata sul mercato nel gennaio del 1994, il successo è stato immediato e apparentemente inarrestabile. All’epoca, infatti, non erano tante le rivali dirette di FIAT Punto, che arrivò in un momento strategico per il segmento. Con la Volkswagen Golf III ben più grande, costosa e curata e una Polo ancora piccina e vera e propria citycar, il colosso tedesco lasciò per qualche anno spazio a FIAT in questo segmento così strategico. Le francesi Peugeot 205 e Citroen AX erano più piccole e antiquate, mentre le Case giapponesi e coreane come Hyundai, Toyota e KIA erano semplicemente assenti dal mercato europeo, con l’unica Nissan Micra K11 come rappresentante della “scuola orientale”.
Le principali rivali allo scettro di migliori utilitarie di Segmento B erano principalmente quattro: Renault Clio, Ford Fiesta, Opel Corsa e la “nostra” FIAT Punto. Ciò che rendeva Punto la più gettonata segmento B sul mercato era la sua capacità di rispondere alle più disparate richieste. Hai bisogno di una compatta economica e robusta? Una Punto 55 S era la scelta perfetta. Desideri una 5 porte più comoda e con dotazioni più curate e un motore vivace? Una Punto 75 ELX poteva essere la scelta giusta. Vuoi una sportiva? C’è la Sporting per non esagerare, o la GT per avere prestazioni da “grande”. Ti piace la guida all’aria aperta? C’è la Cabrio. La guida, poi, è agile, comoda e può contare su un comfort sconosciuto alla precedente Uno.
Grazie alle sospensioni posteriori indipendenti, anche dietro le buche sono gestite meglio rispetto alle rivali con l’economico ponte rigido. Anche l’insonorizzazione è da vettura di categoria superiore: a 120 km/h, i test hanno registrato un livello di rumorosità pari a 74 dB, un risultato che la porta al livello della più grande Volkswagen Golf, considerata universalmente come la più comoda compatta dell’epoca. Per le sue caratteristiche così complete, FIAT Punto fu un successo in tutta Europa. Alla fine del 1994, dopo poco meno di un anno di commercializzazione, FIAT Punto 176 era stata prodotta in oltre 640.000 unità.
All’inizio del 1995, FIAT Punto si guadagnò il massimo riconoscimento per un’automobile venduta nel Vecchio Continente, aggiudicandosi il premio Auto dell’Anno 1995 con 370 punti, battendo la Volkswagen Polo e la seconda serie della Opel Omega. Questa vittoria permise a Punto di avere un ulteriore boost nelle vendite in tutta Europa. In ogni Paese strategico, FIAT Punto era la prima o, alla peggio, sul podio delle auto più vendute. In Italia, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi e Germania FIAT Punto conquistava i primi posti, portando le vendite a livelli inaspettati.
La produzione della FIAT Punto era infatti prevista per il solo stabilimento SATA di Melfi (PZ), ma presto diventò evidente come quella sola linea produttiva non fosse abbastanza. Per questo, FIAT Punto 176 fu rapidamente prodotta anche a Mirafiori e a Termini Imerese, arrivando addirittura a “espatriare” nello stabilimento polacco di Tychy, andando ad aiutare non poco la produzione della compatta italiana. A metà 1995, a poco più di un anno e mezzo dal lancio sul mercato, FIAT Punto raggiunse il primo milione di unità. Nel 1997, FIAT introdusse il primo e unico restyling, con piccole novità tecniche, l’introduzione del nuovo 1.2 16v al posto del vecchio 1.6 monoalbero e leggere rivisitazioni estetiche sia fuori che dentro. FIAT, poi, decise di ridurre la qualità dei materiali interni e dei tessuti e razionalizzare la proposta di optional, per massimizzare ancora i profitti di un modello così amato.
Da allora, la produzione rimase su livelli che oggi sembrano a dir poco irraggiungibili. Prodotta fino al 1999 (con la Punto Cabrio arrivata nel 2001), FIAT Punto 176 è arrivata alla fine della sua produzione a contare oltre 3.400.000 milioni di esemplari prodotti in poco più di 6 anni, dalla fine del 1993 al 1999. Il successo di FIAT Punto 176 fu enorme anche in Francia, Paese storicamente patriottico. Nonostante la concorrenza di Renault, Peugeot e Citroen, infatti, nel 1998 e nel 1999, gli ultimi due anni di produzione, FIAT Punto è risultata l’auto più venduto in quel biennio, un risultato eccezionale pensando che l’auto era in via di sostituzione. A rendere ancora più interessante il successo di FIAT Punto 176 è una caratteristica a dir poco unica di questo modello nella storia delle utilitarie FIAT.
Se tutte le compatte prima di lei come 600, 127 e Uno nonché le successive Punto 188 e Grande Punto sono state prodotte in altri Paesi come Brasile, Argentina, India o Jugoslavia e in diverse varianti di carrozzeria dedicate come furgonati, wagon e berline a tre volumi, FIAT Punto 176 è stata prodotta solo in Europa, e precisamente in quattro stabilimenti italiani e in Polonia, solo per il mercato europeo e solamente con le carrozzerie arrivate qui da noi. Si tratta quindi di un successo “tutto nostro”, non galvanizzato dal successo delle utilitarie nel resto del mondo come successe per 127 e per la vendutissima Uno, che al tempo della Punto era ancora regolarmente in vendita in Brasile come FIAT Mille e in Italia come Innocenti Mille e Elba (la versione wagon).
Nonostante non siano mai state create delle varianti di carrozzeria differenti da 3 Porte, 5 Porte e Cabrio, sono state tante le FIAT Punto proposte e sviluppate, ma mai nate. La più famosa è senza dubbio la FIAT Punto Abarth, pensata fin dalla genesi della nuova utilitaria per rilanciare il celebre marchio, sopito dall’addio alla Ritmo 130 TC Abarth salutata nel 1988 e in quel periodo in fase calante. Per rilanciare il marchio Abarth, FIAT aveva pensato ad una vettura superiore alla Punto GT, pensata fin dal debutto come modello “intermedio” tra la Sporting e questa fantomatica Punto Abarth.
Di lei, purtroppo, si sa poco. Le poche voci trapelate parlano di un telaio migliorato e irrigidito, con magari la geometria delle sospensioni della cugina barchetta. Sotto il cofano, al posto del 1.4 turbo avrebbe trovato posto un 2.0 o, più probabilmente, un 1.8 aspirato simile al V.I.S. visto sulla barchetta ma con circa 150 CV. Purtroppo, il progetto non vide mai la luce, neanche in fase prototipale. Altre FIAT Punto “speciali” vennero proposte nel corso degli anni, come la FIAT Spunto, una Punto rivista in stile fuoristradistico che non vide mai la produzione, o il prototipo di Giannini Punto 4×4 T.L. (Tempo Libero). Il preparatore romano, che già realizzava la Giannini Punto Drago, una versione incattivita della GT, aveva immaginato una Punto a dir poco al passo coi tempi.
Rialzata, con protezioni sottoscocca, passaruota e paraurti in stile fuoristradistico, paracolpi anteriori e posteriori nonché faretti supplementari. Con gli occhi di oggi, questa Punto “SUV” avrebbe avuto la sua fetta di mercato, con meccanica sviluppata dalla specialista Steyr-Puch. A rubare la scena nel 1994 sono state due interpretazioni di una ipotetica FIAT Punto Coupé, una di Zagato e l’altra di Bertone, entrambe realizzate sulla base della Punto Cabrio opportunamente modificata. La firma milanese creò la Zagato Punto “Monomille” modificando gruppi ottici anteriori e posteriori, ora con tre elementi tondi per lato, e realizzò un tetto molto particolare, realizzato con originali contrapposizioni tra superfici vetrate e lamierate. Molto particolare è anche l’andamento della portiera, con un profilo ascendente che permette di avere più visibilità all’anteriore. In pieno stile anni ’90 l’alettone posteriore molto vistoso, così come la doppia verniciatura argento-blu.
Decisamente più tradizionale, ma anche più realizzabile in versione di serie, è la Bertone Punto Racer. Dotata di frontale e posteriore della Punto Cabrio, con la quale condivideva anche il motore 1.6 90 da 88 CV, ha un tetto molto spiovente e sportivo, che l’avrebbe resa una 2+2 perfetta per rivaleggiare con le apprezzate Opel Tigra e Ford Puma dell’epoca. Purtroppo, nessuna delle due vide la luce, lasciando alla sola Punto Cabrio il ruolo di Punto più sbarazzina e divertente.
Non possiamo infine dimenticare una Punto davvero speciale, la Punto Grama 2 di Maggiora. La carrozzeria torinese, che produceva la derivata barchetta, è stata infatti l’azienda produttrice degli ultimi esemplari della Lancia Delta Integrale Evoluzione. Proprio per questo, Maggiora decise di sfruttare il suo know-how per produrre un’auto che unisse lo stile e le innovazioni della Punto con la meccanica della Delta Integrale. Nacque così la Punto Grama, una Punto allargata e incattivita, che con i suoi cerchi OZ tradiva la meccanica. Sotto quella scocca color ocra, infatti, si nascondeva il 2.0 turbo e la trazione integrale derivati da quella della Delta, ma ripresa dalla più “tranquilla” Dedra integrale, dotata di circa 160 CV e uno 0-100 km/h coperto, si dice, in meno di 7 secondi. Purtroppo, anche questa FIAT Punto è andata a finire tra i rimpianti della generazione 176, senza mai vedere la produzione a parte un singolo esemplare unico, ora ricercatissimo, che fino a qualche anno fa era in vendita a circa 40.000 euro.
Poco più di 6 anni: questa la carriera di FIAT Punto 176, che va parecchio contro le carriere delle versioni che l’hanno sostituita. La sua sostituta, la FIAT Punto 188, è stata infatti prodotta dal 1999 al 2005, per poi essere affiancata alla nuova Grande Punto con il nome di “Punto Classic”, e prodotta ancora fino al 2010. Dopo la 11enne Punto 188, la successiva Grande Punto ebbe una carriera ancora più lunga. Dopo il debutto nel 2005 con dimensioni più generose e un’impostazione “da grande”, nel 2009 arrivò il restyling come “Punto Evo”, che cambiò estetica e interni della Grande Punto. Quest’ultima, però, non andò in pensione, ma venne proposta ancora come “Grande Punto” con una dotazione semplificata e un prezzo ridotto. Per un breve periodo, tra il 2009 e il 2010, quindi FIAT produceva ben 3 Punto: la Punto Classic, la Grande Punto e la Punto Evo.
Nel 2012, la confusione si diradò: FIAT sostituì sia Grande Punto che Punto Evo con un unico restyling, nota nuovamente con il solo nome Punto. Quella che è oggi famosa come Punto “2012” arriverà fino al 2018, quando la Casa torinese terminò la carriera di 13 anni della compatta prodotta a Melfi. Dopo 25 anni di carriera, tre generazioni e oltre 9 milioni di esemplari, FIAT Punto non è più prodotta da oltre 5 anni, lasciando un vuoto nel mercato delle compatte di segmento B.
Del resto, dopo la Punto 176 la seconda generazione 188, dopo un iniziale successo, non fu apprezzata come la precedente a causa di alcuni problemi elettrici di troppo, uno stile fin troppo originale e una meccanica e qualità costruttiva non all’altezza delle rivali. La successiva FIAT Grande Punto, disegnata di nuovo da Giugiaro, è tornata tra le migliori compatte di segmento B sul mercato. Bella da guidare (soprattutto la Grande Punto, dotata di un’impostazione più sportiva: Punto Evo e Punto 2012 sono più morbide e meno divertenti), bella da vedere, completa e piuttosto accessoriata, fino all’ultimo anno di produzione, con una gamma ridotta all’osso e semplificata al massimo, FIAT Punto ha strappato le preferenze del pubblico. Il successo della prima Punto, soprattutto all’estero, è rimasto un unicum.
L’unica auto del Gruppo FIAT che ha ottenuto un successo paragonabile a livello nazionale ed europeo è la 500, prodotta dal 2007 e ancora oggi tra le auto più vendute in Europa. Il futuro del Segmento B di FIAT, per questo, non può che riprendere il fortunato filone di 500. Dopo la FIAT 500X, vettura leggermente più grande e costosa, e la monovolume 500L, FIAT è tornata quest’anno nel segmento B con la inedita 600, che riprende il nome dell’antenata di Uno, Punto e 127, la mitica 600. Sebbene il nome e il posizionamento siano gli stessi, FIAT 600 ha un’estetica decisamente ispirata a 500. La meccanica, invece, segna un cambiamento epocale: dopo il multispazio Doblò, 600 è la prima FIAT prodotta utilizzando una meccanica non progettata da FIAT, ma proveniente dall’ala francese del Gruppo Stellantis. Appena lanciata in versione elettrica e presto sul mercato con motorizzazioni Mild Hybrid, sarà 600 la nuova icona del marchio italiano? Non possiamo saperlo. Di certo, la mitica Punto 176, con il passare degli anni, sarà sempre meno bistrattata. Anzi, ne siamo certi, presto arriverà il momento in cui sarà ricordata come la Panda del 1980 o la 127 del 1971, come pietre miliari di una delle Case che fu tra le grandi dell’automobilismo mondiale.
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