Oggi vi raccontiamo la storia della Fiat 124 Spider, un’icona delle auto italiane e non. Era il 1966 quando questo e altri titoli fecero la loro comparsa nelle rassegne stampa “Il Salone di Torino all’insegna dell’ottimismo”.
Tra luci e colori, il Salone dell’Automobile accolse i visitatori euforici. Erano gli anni in cui la stretta monetaria andava allentandosi, con un aumento dell’8% della produzione di automobili in Italia. Ad inizio del decennio, erano stati spesi oltre 650 miliardi di lire per aggiornare e sviluppare gli impianti, e per fare fronte a una domanda che cresceva di anno in anno. L’automobile creava lavoro ed era l’indice più sicuro del benessere di un Paese e del suo grado di civiltà. Il desiderio di possederne una diventava sempre più comune, mentre la mentalità più conservatrice valutava l’automobile ancore come un bene di lusso. Oggi l’evoluzione è stata netta, con mezzo di trasporto che può essere considerato anche un accessorio, ma che è quasi sempre uno strumento di lavoro e un biglietto da visita.
515 espositori di 13 Paesi e, nel secondo padiglione, lo stand Fiat era imponente con un’offerta ricca, in grado di intercettare i gusti e le esigenze più disparate, che al Salone di Torino del 1966 si arricchì ulteriormente con tre novità assolute: la Fiat Dino e i modelli che completavano la gamma della 124, una vettura nuova, che mostrava uno stile originale, un innovativo concetto di spazio, una tecnica affinata e sicurezza maggiore. Fiat 124 era il risultato dell’impegno di Fiat di rendere accessibile a moltissimi l’uso di un’automobile veloce, capace di trasportare cinque persone e i loro bagagli con grande comfort.
Al Salone fu presentata la Fiat 124 Familiare, ma quel 3 novembre venne ricordato soprattutto per la Fiat 124 Sport Spider, la migliore evoluzione Fiat nel segmento delle vetture “scoperte”, che il Marchio presidiava dal dopoguerra con la 1100 spider del 1954; la 1200 e la 1500 bialbero del 1958; la 1500 S e la 1600 S del 1961.
La 124 Spider era un’evoluzione della 124 berlina, ma era al contempo una vera auto sportiva della quale ben presto tutti si innamorarono. Fiat scelse per quest’auto il design di Pininfarina, partner storico della casa torinese.
Il primo modello della Fiat 124 Spider riproponeva buona parte della meccanica dalla 124 berlina, ma nasceva fin da subito con alcune ben precise caratteristiche sportive. La vettura era lunga 3,97 m, e la linea esterna risultava moderna, sobria e ben proporzionata. Nella vista laterale, il parafango posteriore che si raccordava, abbassandosi leggermente, a quello anteriore, con il frontale compatto e piatto, alleggerito grazie all’incavo in cui alloggiavano i due fanali anteriori leggermente retratti.
Originale la presa d’aria, di forma esagonale, ed essenziale il paraurti avvolgente e privo di rostri. La coda era caratterizzata da due pinne lievemente inclinate verso l’alto, a formare una linea concava raccordata con il profilo del bagagliaio. Aveva dunque lo stile e le dimensioni delle espressioni più attraenti del suo tempo: bella tra le belle, la Fiat 124 Spider sullo stand Fiat in quel novembre 1966 era attorniata da Miss Italia e Miss Sorriso, e dall’attrice Marisa Solinas.
La capote presentava il lunotto in vinilite e comprendeva anche due cristalli laterali che rientravano contemporaneamente all’abbassarsi della capote. Le ampie superfici vetrate garantivano visibilità in ogni direzione, i risultati aerodinamici rendevano la vettura adatta alle velocità autostradali e allo stesso tempo alla marcia e alle manovre in città. Il taglio dei finestrini e del parabrezza, i particolari delle maniglie, dei fari, delle luci, i sedili, i colori, tutti risentivano della ricerca dell’utilità e dell’eleganza.
Per la carrozzeria della Fiat 124 Spider erano stati inoltre ben curati gli interni con sedili anatomici, finizioni in legno e una strumentazione ricchissima: cruscotto con tachimetro, manometro elettrico dell’olio, termostato dell’acqua e contagiri elettronico.
Ferma restando la trazione posteriore, a connotare fortemente la versione spider era il motore 124AC.000, un 4 cilindri in linea con alesaggio e corsa, rispettivamente, di 80 e 71,5 mm, per una cilindrata di 1438 cm3. Decisamente brillante, grazie anche alla testata con doppio asse a camme e valvole a V, sviluppava una potenza di 90 CV a 6500 giri/minuto e raggiungeva una velocità massima di 170 km/h. Il carburatore era a doppio corpo verticale, e un sistema di doppio filtraggio dell’olio garantiva una miglior lubrificazione e una maggior durata. Altre caratteristiche facevano del modello una vettura sportiva di fascia alta: cambio a 5 marce di serie, pneumatici radiali e volante a due razze di tipo sportivo. Quest’ultimo era collegato alla scatola guida con un piantone in due tronchi, uniti da giunti cardanici, che garantivano un eccellente assetto di marcia.
L’eleganza delle linee della Fiat 124 Spider, le buone prestazioni del motore, la stabilità e la sicurezza del modello – che derivava dai 4 freni a disco dal servofreno a depressione e dalla presenza della barra Panhard trasversale per una migliore disposizione dei carichi nelle curve – assicurarono fin dai primi mesi un buon successo commerciale di segmento e di immagine.
La 124 Sport Spider costava 1.550.000 lire, circa mezzo milione in più rispetto alla berlina. Con un sovrapprezzo di 65.000 lire erano disponibili i cerchi in lega “Cromodora” e il tettuccio rigido. Della prima serie, sino al 1969, furono prodotti circa 25.000 esemplari.
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