Basta la parola fermo amministrativo per far accapponare la pelle a molti, ma bastano alcuni minuti per capire come questo possa essere evitato. Il fermo amministrativo risulta essere un atto che blocca un bene mobile, per esempio una vettura a causa di un mancato pagamento relativamente a sanzioni del Codice della Strada.
Il fermo viene emesso da un agente della riscossione per un’amministrazione competente a causa di un pagamento non effettuato. In questo articolo vi illustriamo cos’è il fermo amministrativo, cosa fare, come evitarlo e se si può fare la rottamazione di una auto.
Secondo quanto scritto nell’articolo 86 del DPR n. 602 del 29 settembre 1973, il concessionario può disporre il fermo dei beni mobili del debitore, dandone notizia alla direzione regionale delle entrate e alla Regione di residenza, dopo 60 giorni dalla notifica di pagamento.
La procedura d’iscrizione del fermo amministrativo si avvia in caso di mancato pagamento entro il termine di 30 giorni, l’unica eccezione risulta essere proprio l’auto se questa viene utilizzata per lavoro.
Il fermo amministrativo del veicolo è contenuto nel Codice della Strada, all’articolo 214. In questo caso il fermo amministrativo dell’auto, il proprietario non potrà più circolare, ma dovrà alloggiare il veicolo in uno spazio chiuso e privato. Inoltre sulla vettura viene apposto un sigillo per accertare che permane fino al momento in cui l’autorità non la rimuove premio pagamento.
Inoltre, quando l’auto è sottoposta a fermo amministrativo viene trattenuto il documento di circolazione. Durante tutto il fermo, l’auto non potrà essere:
durante un fermo amministrativo l’auto dovrà quindi rimanere chiusa in box privato o spazio chiuso.
Se è presente un fermo amministrativo sulla vettura, l’unico modo per toglierlo è quello più semplice, ovvero pagare il debito. Si può anche optare per versare l’importo dovuto in un’unica soluzione, oppure scegliere se questo può essere rateizzarlo. Il fermo amministrativo verrà cancellato solo una volta che il debito verrà saldato interamente: l’agenzia delle entrate invia in automatico il provvedimento di cancellazione al PRA. Inoltre a partire dal 1° gennaio 2021 la cancellazione del fermo al PRA è gratis, risparmiando così l’ultima imposta di bollo da 32 euro. Ad oggi le tempistiche per la cancellazione del fermo, variano da 3 a 15 giorni.
In alternativa, scegliendo la rateizzazione, il fermo amministrativo viene sospeso quando si paga l’importo della prima rata. In questo caso l’ente che si occupa della riscossione rilascia un certificato, per registrare la sospensione presso il PRA. Dopo il pagamento della prima rata il veicolo potrà tornare a circolare.
In questo caso però il contribuente potrà guidare l’auto, ma il bene non è nuovamente suo, ma non potrà né rottamarla, né esportarla all’estero e né venderla. Lo sblocco del fermo amministrativo avverrà dopo aver pagato l’ultima rata.
Se la vostra auto con fermo amministrativo è stata iscritta al PRA, non resta altro se non pagare il debito. Esistono però alcuni casi in cui ricorrendo a dei “trucchi”, si può evitare il fermo amministrativo.
Uno di questi risulta essere fare ricorso, vincerlo e poter rientrare in possesso della propria auto senza dover pagare. Il disguido può essere dato da errori formali e non di contenuto. Il ricorso, quindi, deve essere comunicato 30 giorni prima dell’iscrizione attraverso PEC o raccomandata A/R, solo se: Il fermo amministrativo deriva dal mancato pagamento di multe stradali facendo ricorso al giudice di pace.
Se non vengono pagati i bolli auto, bisogna rivolgersi alla Commissione tributaria. Quando non avviene il pagamento di contributi previdenziali o assistenziali, il proprietario si deve riferire al tribunale ordinario sezione Lavoro.
Altra opzione è data dall’art. 86 del DPR n. 602/73, il fermo amministrativo non viene iscritto se si dimostra entro 30 giorni dal ricevimento del preavviso d’iscrizione che il veicolo è strumentale all’attività di impresa o della professione che si esercita, ad esempio un tassista non può subire il fermo amministrativo dell’auto in quanto serve per lavorare.
La clausola è che l’auto deve essere di proprietà e occorre presentare all’Agenzia delle Entrate o con raccomandata A/R il modello F2 “Istanza di annullamento preavviso fermo bene strumentale”, insieme alla documentazione di strumentalità del mezzo.
Sono esentate dal fermo amministrativo i veicoli per le persone diversamente abili.
L’ultimo caso di evitare il pagamento è la dilazione del versamento delle somme contenute nella cartella esattoriale. Se l’automobilista fa richiesta di rateazione prima dell’iscrizione del fermo amministrativo, questa non viene iscritta. Se invece la domanda viene fatta dopo il fermo amministrativo, si sospende il provvedimento fino al pagamento dell’ultima rata.
Possiamo dirlo con certezza: un’auto con fermo amministrativo non si può rottamare. L’unica soluzione per procedere con la rottamazione risulta essere quella di saldare i debiti nel più breve tempo possibile. Solo così il demolitore potrà effettuare la demolizione della vettura. Questo perché dovrà consegnare al PRA la targa del veicolo per effettuare la radiazione, ma se la prassi seguita non risulterà corretta, questo verrà negato.
Riassumendo quando si verifica un fermo amministrativo, il contribuente dovrà provvedere subito a saldare il debito, per ottenerne la cancellazione. Dopo circa 20 giorni, il contribuente potrà avviare le procedure di demolizione.
Un’altra situazione diversa si può verificare è quella in cui il veicolo non sia più in grado di circolare. In questo caso il mezzo non potrà più essere un bene su cui vantare il credito e la sua rottamazione sarà possibile nonostante il fermo. Per confermare dovrà essere fatta una richiesta scritta all’Autorità competente e seguire una specifica procedura.
Il veicolo, per il quale vi è un fermo amministrativo, dovrà essere sottoposto ad un controllo che verifichi e attesti lo stato d’uso, ovvero la sua inoperatività poiché mancante, bruciato, distrutto o danneggiato.
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