DeLorean DMC-12 è l’unico modello di auto sportiva costruita dalla DeLorean Motor Company dal 1981 al 1983.
La DMC-12, conosciuta anche semplicemente come la DeLorean, dato che fu la sola automobile prodotta dalla società, era caratterizzata da porte ad ali di gabbiano e dalla carrozzeria di acciaio inossidabile non verniciato.
Lo stabilimento di produzione era a Dunmurry, in Irlanda del Nord, a poche miglia da Belfast. Il personale addetto era anche largamente inesperto e le DMC-12 dell’1981 vennero vendute senza garanzia. Questi problemi di gioventù vennero risolti a partire dal 1982, anno in cui i nuovi modelli erano dotati di una garanzia di 5 anni o 80 000 km.
Quando nell’ottobre 1982 la DeLorean Motor Company fu sciolta in seguito all’arresto di John DeLorean per traffico di droga (accuse da cui fu assolto due anni dopo), le DMC-12 non ancora assemblate furono completate dalla Consolidates (ora parte di KAPAC).
Tra il gennaio del 1981 e il dicembre del 1982 sono state prodotte circa 9.200 DMC-12: un quinto delle auto sono uscite dalla fabbrica nell’ottobre del 1981, mentre la produzione tra febbraio e luglio del 1982 fu scarsa e riprese nell’agosto di quell’anno.
La carrozzeria della DeLorean era stata disegnata da Giorgetto Giugiaro in acciaio inossidabile e riprende sia nello stile, che nella filosofia dei volumi ma soprattutto per la scelta della carrozzeria in acciaio inox i concetti base della Alfa Romeo Iguana del 1969. Quasi tutte le DMC-12 lasciarono le officine non coperte da vernice o altri rivestimenti.
Le pesanti porte ad ala di gabbiano della DMC-12 meritano un capitolo a parte. L’ovvio problema del loro corretto sostegno rispetto al resto della carrozzeria fu risolto dalla DeLorean con l’uso di barre di torsione predisposte criogenicamente e caricate a gas; questo infatti evitava l’insorgere di problemi di peso in apertura. Le barre di torsione furono costruite dalla Grumman Aerospace ed è grazie ad esse che le porte fuoriescono dalla sagoma di soli 11 pollici (27,94 cm) rendendo relativamente facile aprire e chiudere l’auto anche in parcheggi affollati. Esattamente come per la Lamborghini Countach, le porte della DMC-12 usano finestrini piccoli, in quanto quelli di dimensioni normali non si potrebbero aprire completamente a causa del pannello corto.
La DMC-12 monta un motore un PRV V6, motore sviluppato in sinergia da Peugeot, Renault e Volvo. Esso deriva dal motore Volvo B28F, innestato con il sistema di iniezione Bosch K-Jetronic e modificato per essere montato al contrario.
Il PRV6 ha un angolo della V a 90°, 2,85 litri di cilindrata (alesaggio 91 mm, corsa 73 mm) e un rapporto di compressione di 8,8:1. Il monoblocco e la testata sono in lega leggera e il motore ha un singolo albero a camme. Da nuovo, questo motore è capace di erogare 130 cv a 5.500 giri al minuto e 208 Nm di coppia motrice a 2 750 giri.
Il consumo indicato previsto era di 19 mpg (miglia per gallone US), pari a 8 km/l; test non ufficiali hanno confermato tali dati.
Per la DMC-12 erano disponibili due cambi: un cambio automatico a tre marce e un cambio manuale a 5 marce.
Il motore è montato dietro l’asse posteriore, come nel Volkswagen Maggiolino e nella Porsche 911, mentre il gruppo differenziale-trasmissione, invece, è posto davanti fra i due assi.
Come già menzionato la sottoscocca e le sospensioni della DMC-12 erano in buona parte basate sulla Lotus Esprit. La DMC-12 era dotata di sospensioni indipendenti a quadrilatero sull’asse anteriore e di un sistema multilink su quello posteriore. Le sospensioni di tutte e quattro le ruote avevano molle a spirale e ammortizzatori telescopici.
La DMC-12 prevedeva un impianto frenante servoassistito con dischi da 254 mm sull’anteriore e 267 mm sul posteriore.
Il sistema di sterzatura prevedeva 2,65 giri del volante da un estremo all’altro della corsa e l’auto riusciva a girare su sé stessa in 10,6 m.
La DMC-12 era dotata in origine di cerchioni in lega leggera da 14″ di diametro sull’avantreno e da 15″ sul retrotreno, equipaggiati da pneumatici Goodyear NCT radiali.
Dato che il motore era montato molto indietro sul telaio, la distribuzione dei pesi era divisa disequamente, circa 35% sull’avantreno e 65% sul retrotreno.
Stando alle informazioni comparative fornite dalla DeLorean stessa, la DMC-12 impiegherebbe 8,8 s da 0-60 mph (circa 100km/h).
La DMC-12 aveva un prezzo di vendita al pubblico suggerito di 25 000$ (con un sovrapprezzo di 650$ per il cambio automatico), equivalenti a circa 65.000€ odierni, ma dopo il fallimento della DeLorean Motor Company, le macchine ancora in officina vennero vendute sottocosto.
Prima di essere commercializzata, la DMC-12 sarebbe dovuta costare 12 000$, da qui deriva il numero 12 contenuto all’interno del nome.
DeLorean aveva previsto di produrre un centinaio di DMC-12 placcate in oro a 24 carati, promuovendo questi veicoli tramite l’American Express. Tuttavia, ne vennero ordinati solo due modelli.
La trilogia e la consacrazione della DeLorean
Nella trilogia di Ritorno al futuro la macchina del tempo, il veicolo per viaggiare nel tempo usato da “Doc” Emmett Brown (Christopher Lloyd) e Marty McFly (Michael J. Fox) per viaggiare attraverso la storia, è propio una DeLorean oppportunamente modificata. Nella trilogia, la macchina del tempo è stata costruita da Doc con una normale DeLorean DMC-12 («Dovendo trasformare un’automobile in una macchina del tempo perché non usare una bella automobile?») che per spostarsi nel tempo necessita di una potenza elettrica di 1,21 gigawatt.
L’operatore dentro la DeLorean deve azionare i circuiti temporali, essi si attivano inserendo una chiave e si visualizzano con l’accensione di tre display a LED, che indicano la data e l’ora attuali, la data e l’ora impostate come destinazione e la data e l’ora da cui si è partiti l’ultima volta che la macchina è stata usata. Dopo questo procedimento, si deve accendere il motore e accelerare fino a 88 miglia orarie (141km/h), finché il flusso canalizzatore non si attiva.
Nel primo Ritorno al futuro, Doc alimenta la DeLorean con del plutonio, in modo da creare una reazione nucleare, unico modo per generare gli 1,21 gigawatt di potenza necessari al salto, ma per rispedire Marty nel 1985 il Doc del 1955 è costretto a ricavare l’energia usando la scarica di un fulmine, non disponendo di plutonio. In Ritorno al futuro – Parte II, sulla macchina, al posto del serbatoio di plutonio, viene installato il dispositivo Mr. Fusion, che consente di ricavare l’energia necessaria dai rifiuti. In Ritorno al futuro – Parte III, in assenza della benzina nel vecchio West, Doc adatta una locomotiva a vapore per raggiungere le famigerate 88 miglia orarie.
La trilogia di film è stata un successo planetario, così come la consacrazione del modello DeLorean, tant’è che oggi nel mondo modelli di DMC son molto ambiti. E su internet è possibile trovare kit appositi per modificare la vettura di serie e renderla uguale a quella del film.
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