“Questa manovra è quasi la fotocopia degli incentivi 2013: si tratta di un ‘porcellum dell’auto’ che riguarderà solo l’1% del mercato privati. In pratica è come usare una goccia d’acqua per spegnere un incendio”. E’ questo il commento del presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, in merito ai nuovi ‘incentivi ecologici’ varati dal governo e in partenza dal prossimo 6 maggio.
“Le risorse – ha proseguito il presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, industriali e autobus – sono ridottissime, e per le aziende le condizioni di accesso sono impossibili. Le Partite Iva, infatti, per accedervi hanno l’obbligo di rottamare un autoveicolo di almeno 10 anni. La riprova che questa impostazione non funziona è che lo scorso anno i fondi a disposizione dei privati sono terminati in mezza giornata, mentre quelli per le aziende sono rimasti in larga parte inutilizzati. Abbiamo in sostanza buttato soldi pubblici senza allargare il mercato, né ottenere alcun dato interessante ai fini statistici. Motivo unico, lo voglio ricordare, per cui erano stati pensati questi incentivi nel lontano 2012″.
“E’ da mesi e mesi che noi dichiariamo che questi incentivi non li vogliamo – ha concluso il presidente di Federauto – e a nessuno sembra interessare. Io personalmente non ho mai sentito nessuno affermare di voler rinunciare a soldi pubblici a sostegno del suo comparto, e il fatto che noi ci siamo spinti a tanto dovrebbe far riflettere il nuovo Governo, in primis il Premier Renzi e il Ministro Guidi. Ci hanno spiegato all’epoca che non sono misure per sostenere il mercato, ma un ‘esperimento’ per ricavare dati e tendenze. Noi riteniamo che non sia il momento storico per fare esperimenti con i soldi pubblici. In ottica di spending review ogni singolo euro pubblico, che poi sono le nostre tasse, è importante. E questa operazione, per prima cosa, non è etica. Il mondo dell’automotive in Italia occupa 1.200.000 persone, fattura l’11,4% del PIL, e sta perdendo il 35% del fatturato rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Noi abbiamo bisogno di un piano organico a tutto tondo. Lo Stato introiterebbe più denaro, svecchieremmo il circolante con benefici per la sicurezza e l’ambiente e sosterremmo il mondo del lavoro. Abbiamo da poco presentato il nostro piano a Premier Renzi, ma a oggi non abbiamo ricevuto segnali. A parte il rinnovo di questa iniziativa – appresa dagli organi di stampa – per certi versi incomprensibile”.
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