Categorie: Motorsport

Dakar 2017, prima tappa: si gioca a carte coperte

Tempo di lettura: 3 minuti

Può succedere che si risolva una Dakar già alla prima tappa, ma 99 volte su cento è nel modo sbagliato.

I “Dakariani” lo sanno bene, e solo l’insostenibile livello di adrenalina, accumulata durante l’interminabile attesa del via, può farlo dimenticare. Ad alcuni, certo, non agli Assi della “Banda del D-ream Team” Peugeot Total, che affronta l’avvio della 39ma edizione con la logica, opportuna circospezione del Detentore. 39 chilometri contro il cronometro, veloci, a tratti insidiosi, Sainz “rischia” di ricordarlo nell’attraversamento del fiume, spettacolari e per lo spettacolo e, come sempre accade in questi casi, con molto da perdere e ben poco da guadagnare. Meglio essere cauti, l’occasione è perfetta per collaudare gli effetti dell’atmosfera di Gara, e al traguardo le 3008 DKR occupano lo scacchiere frontale dello schieramento. La Dakar è partita, Sainz e Cruz, con la 3008 DKR #304, sono quarti, Loeb e Elena, 3008 #309, sesti, Despres e Castera ottavi con la #307 e i Campioni in Carica Peterhansel e Cottret chiudono il fronte d’attacco Peugeot con la #300 al dodicesimo posto.

Ma non è attacco vero e proprio. Piuttosto una marcia di avvicinamento attenta, e progressivamente incisiva, verso scenari più adatti alla potenza di tiro delle 3008 DKR a due ruote motrici. La prima Speciale è, infatti, più terreno per le “vecchie” 4×4 e per WRC, come ha detto il “Direttore” Marc Coma quasi scusandosi, che teatro caratteristico del Rally. Altre sceneggiature sono già pronte, in ogni caso, per mandare in fretta in archivio la “mossa” di questa Dakar che inquieta. Per dirla tutta non vale la pena di mandare tutto in fumo come poteva succedere oggi al vincitore di tappa, Nasser Al-Attiyah, o di “pagare” più di quanto si è guadagnato, magari a causa di un “autovelox” in trasferimento, come poteva succedere al secondo, Xavier Pons.

Insomma, il “bivacco” all’autodromo di Resistencia, prima città oltre confine in Argentina, è interpretato dal Team Peugeot Totale come un pit stop di routine prima di affrontare la Tappa successiva, più consistente. Le 3008 DKR vanno al lavaggio, vengono controllate con attenzione ma in un’atmosfera distesa, i Piloti e il “Boss”, Bruno Famin, si concedono a giornalisti e fotografi, e a ponderati briefing attorno alle Machine. Poi si gira pagina, e naturalmente non è una sorpresa. Al “menù”, termine che piace tanto ai francesi, della seconda tappa, oltre 800 chilometri, di cui un terzo, 275, cronometrati per raggiungere il bivacco di San Miguel de Tucuman. La variabile più inquietante, in questa prima parte di Dakar 2017, è il caldo, semplicemente “feroce” e implacabile. 

Mai come in questo caso viene buona la definizione che gli organizzatori hanno scelto per la prima frazione della Dakar, una Tappa di “riscaldamento”! In corsa, i Piloti del Team Peugeot Total non se ne accorgono, la DKR di quest’anno è dotata di “clime”, altra riverenza alla nazionalità delle Peugeot Campioni della Dakar, ma certamente le componenti meccaniche e gli accessori ne registreranno gli effetti. Poco male, le “Belve” di Velizy sono state costruite per questo, e hanno già dimostrato di valere ben oltre il “pacchetto” di avversità che il Rally più duro del Mondo è cinicamente solito proporre ai suoi sfidanti.

Che dicono i Piloti? Niente di importante, niente di preoccupante, ovviamente. La prima Tappa è messa da parte con pochi commenti, più che altro anch’essi di routine. Despres è contento e ti strizza un occhio per un bilancio esplicito, Carlos Sainz si limita ad alzare il pollice, e solo un particolarmente serafico Peterhansel rimanda ad un bilancio più descrittivo della prima giornata, che paragona alle lunghe volate sulle (insidiose) piste di laterite brasiliane.

Il quadro è completo, inutile dilungarsi su fatti e circostanze semplici e ininfluenti, meglio riposare. Il trasferimento della seconda tappa inizia a notte fonda!

Redazione Autoappassionati.it

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