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Coronavirus: chiusura benzinai da mercoledì 25 marzo. Ecco il motivo

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Una nota congiunta di Federazione autonoma italiana benzinai (Faib), Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini (Fegica) e Federazione italiana gestori degli impianti di carburante (Figisc/Anisa) annuncia un’altra tegola per gli automobilisti: la chiusura dei benzinai da mercoledì 25 marzo 2020. La difficile situazione creata dall’emergenza Coronavirus miete un’altra vittima, tutti coloro – oltre 100.000 operatori – che si occupano dei rifornimenti di carburante in Italia, dal trasporto alla distribuzione.

Le tre diverse federazioni, infatti, si dicono abbandonate dal Governo italiano, sia dal punto di vista economico, sia da quello sanitario e inizieranno una serrata generale che comincerà dalla rete autostradale nella notte di mercoledì e proseguirà su tutta a rete nazionale.

Ecco il comunicato rilasciato dai tre enti riguardo la chiusura dei benzinai:

“In un Paese che – malgrado i limiti strutturali e l’assoluta drammaticità della situazione – cerca e spesso trova il modo per far scattare meccanismi di solidarietà, c’è una categoria di persone, oltre 100.000 in tutta Italia, che, senza alcuna menzione, ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone.”

“100.000 persone che hanno continuato a fare il loro lavoro (ridotto mediamente dell’85%) a rischio della propria incolumità e mettendo in pericolo la propria salute, presidiando fisicamente il territorio, rimanendo dove sono sempre state e dove ogni cittadino di questo Paese è abituato a trovarle ogni giorno, vale a dire in mezzo alla strada.”

“E forse, proprio per questa ragione, queste 100.000 persone risultano essere letteralmente invisibili, presenza data per scontata, indegna persino di quella citazione che di questi tempi non si nega a nessuno. Noi non siamo certo eroi, né angeli custodi. Ma nessuno può pensare di continuare a trattarci da schiavi, né da martiri.”

“Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilità di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non può essere scaricato addosso l’intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilità economiche e rendite, si ostinano ad ignorare. Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio.”

Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria.

“Correremo il rischio dell’impopolarità e dei facili strali lanciati da comode poltrone, ma davvero non abbiamo né voglia, né la forza per spiegare o convincere delle solari ragioni che ci sostengono. Chi volesse approfondire può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio.

Come reagirà lo Stato italiano alla chiusura dei benzinai? Attendiamo ulteriori sviluppi.

Guido Casetta

Laureato in Scienze Politiche, sono cresciuto a pane e automobili. Scrivo per professione, guido per passione!

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Guido Casetta

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