Dopo benzina e Diesel , anche il metano è stato interessato dalla forte ondata di rincari che sta attanagliando tutti gli automobilisti italiani. Sono gli effetti della crisi energetica a far crescere enormemente il prezzo del metano nelle ultime settimane, ed a quanto pare, il trend è al rialzo. Si tratta di un vero e proprio paradosso, poiché chi in passato ha scelto un’auto a metano l’ ha fatto principalmente per risparmiare. Ora quelle stesse persone, in base al modello di vettura ed al luogo in cui si stanno chiedendo se conviene ancora nel 2022 acquistare o possedere un’auto a metano. Per alcuni infatti potrebbe addirittura essere più conveniente ormai viaggiare a benzina .
Caro metano: ecco quali sono i prezzi
I prezzi medi del metano praticati dalle principali compagnie oscillano tra i 2.438 ed i 2.872 euro al kg. I distributori più cari sono quelli a ridosso di Verona (5,251 euro/kg), i più economici a Roma (3,299 euro/kg). Questi i prezzi che evidenziano in maniera evidente il caro metano in atto ormai da diversi mesi, con ben tre città (Milano, Napoli e Firenze) che si contendono il prezzo già molto alto di 4,5 euro al chilogrammo dell’ormai prezioso gas.
Caro metano, conviene abbandondonarlo e scegliere benzina/Diesel e ibridi?
Con i prezzi del metano a questi livelli, la benzina al self service costa circa 1,77 euro/litro , il metano grosso modo si attesta sui 4,500 euro/kg . Stando ai consumi di una piccola utilitaria, ci vorranno 3,5 kg di metano per 100 km, mentre basteranno 4 litri di benzina cambiando alimentazione e praticando lo stesso percorso. Soldi alla mano, viaggiando a benzina, oggi, si spendono circa 7,08 euro a fare 100 km, un qualcosa che capovolge i discorsi sui consumi fatti fino a qualche mese fa. Perché convenga andare a metanosi dovrà trovare un distributore che pratichi un prezzo alla pompa inferiore ai 2,02 euro/kg . Il confronto tra benzina e metano non è più così scontato.
Caro metano: effetti evidenti sui distributori che si arrendono
Con i prezzi del metano che continuano a salire, svariati distributori sono stati costretti a sospendere l’attività per via dei pochi clienti, i quali facendosi due conti hanno deciso di erogare benzina nei propri serbatoi. Queste chiusure temporanee, in alcuni casi, sono coincise con le ferie, ma tra poco si paleseranno in maniera effettiva.
Tutti i gestori sperano che nel frattempo le tensioni speculative sul metano raffreddino il listino dei prezzi, ma a quanto pare i profitti si manterranno bassissimi ancora per un po’. Il futuro, almeno per ora, sembra essere tutt’altro che roseo, in quanto molti ordini di auto nuove a metano sono stati annullati, con le richieste di nuove immatricolazioni dai concessionari che sono sempre più rare (leggere i dati sulle immatricolazioni di agosto per credere). Se tale situazione dovesse continuare per un paio di mesi ancora, la crisi rischia davvero di diventare inarrestabile e senza ritorno.
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