Dopo quanto accaduto nella gara di domenica, il popolo del web sta condannando ferocemente Mattia Binotto. Tra social, siti web, forum e meme, il team principal di Ferrari è davvero il personaggio più attaccato della settimana, vuoi per le decisioni prese dal muretto della Rossa, vuoi per le dichiarazioni rilasciate dopo il Gran Premio d’Ungheria, vuoi per la delusione di un luglio che doveva essere scoppiettante per i ferraristi ed invece è stato tutt’altro.
#binottoout, tramite la digitazione e pubblicazione di questo hashtag, il popolo del web ha lanciato la sua sentenza su Twitter dopo le tre gare finite male. I tifosi ferraristi sono arrabbiati e delusi per i pochi punti raggranellati da Charles Leclerc negli ultimi cinque GP, per il ritiro di Baku che ha affievolito ulteriormente le speranze mondiali e quindi si sono buttati sui social media chiedendo la testa di Binotto.
Il team principal di Maranello è quindi il capro espiatorio di questo periodaccio, come se le prestazioni cambino da un giorno all’altro per il semplice cambio dello “skipper”. La F1-75 è una monoposto competitiva grazie ad uno studio avviato almeno un paio di anni fa, può lottare ad armi pari con la Red Bull, quindi dopo anni di sofferenze i tifosi proprio non vogliono gettare alle ortiche il campionato con una vettura simile.
La Ferrari, sotto la guida di Binotto, ha saputo uscire dal tunnel in cui era finita tra il 2019 ed il 2021, e questo è un dato di fatto. Ma l’affidabilità non è cresciuta di pari passo, come testimoniano i ritiri a Montmelò e Baku di Charles Leclerc, attualmente primo pilota della Ferrari ed unico in grado di contrastare le due Red Bull in attesa che Carlos Sainz trovi definitivamente il giusto affiatamento con la monoposto.
La Ferrari ha iniziato la stagione con un passo portentoso mentre la Red Bull di Max Verstappen nei primi tre gran premi si è dovuta ritirare due volte. Gli avversari hanno saputo reagire e ribaltare le sorti del mondiale, gli uomini in rosso sapranno fare lo stesso? Nelle ultime ore si rincorrono addirittura voci che darebbero come plausibile un possibile licenziamento di Binotto, lo avrebbe confermato anche l’ex pilota Ralf Schumacher ai microfoni di Sky Germania. Altro ex pilota ad aver espresso il proprio pensiero è stato Jean Alesi, il francese ha invece invitato i tifosi a star vicino alla squadra del Cavallino Rampante.
Sui social network il team principal Mattia Binotto e gli strateghi guidati da Inaki Rueda sono finiti nel mirino dei tifosi e degli appassionati di F1. Le reazioni di stupore e rabbia accomunano personaggi noti e meno noti, spunta lo status di Lapo Elkann, che si è limitato a twittare l’emoticon che rappresenta un’espressione furiosa. Il sarcasmo non è invece mancato a Jeremy Clarkson, conduttore del programma Top Gear, che ha scritto: “Poiché non sono più consentiti abusi quando si parla di F1, sono costretto a dire che gli strateghi della Ferrari sono brillanti”.
Romain Grosjean, ex pilota di F1 passato alla IndyCar, analogamente ad Elkann ha preferito ricorrere a delle emoticon. Attacchi duri da parte del fondatore della celebre pagina satirica WTF1, Matt Gallagher, che ha scritto: “Ferrari fuori dal podio. Ridicolo”.
I commenti dei tifosi postati nei profili social della Ferrari sono pieni di delusione, anche se in buona parte dei casi non manca l’ironia mista al sarcasmo. Sono i meme ad accompagnare tutto ciò, ironizzando sulle capacità del muretto rosso di comprendere l’andamento della gara. Ci sono immagini modificate da cartoons come Tom & Jerry (in cui il gatto non si accorge si sparare a sé stesso) e come i Simpson (in cui Homer ricorda a Bart che è la peggior gara finora, non l’ultima). Non mancano anche i programmi televisivi, con un cameo a Master Chef. L’ironia smorza la tensione, per carità, ma il confine con l’offesa lo si oltrepassa con una certa facilità. Dopo il GP d’Ungheria sono stati postati meme con fotomontaggi in cui Binotto ed i suoi collaboratori hanno facce da clown. Criticare sì, è giustissimo farlo, ma farlo in maniera costruttiva e non offensiva non è da tutti.
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