FCA Heritage ritorna al Salon Retromobile 2019

Attualità
06 febbraio 2019, 11.08
190204 heritage 05 alfa romeo 8c spider
Grande ritorno per FCA Heritage tra gli stand di Retromobile 2019 (qui il
sito ufficiale), un delle più importanti rassegne internazionali dedicate alle automobili e alle motociclette da collezione. Con i cancelli che si sono aperti oggi al Paris Expo Porte de Versailles (Parigi), l’evento si chiuderà il 10 febbraio e darà modo al grande pubblico di festeggiare il 70esimo anniversario del marchio Abarth, ricorrenza storica che FCA Heritage vuole celebrare con l’esposizione di alcuni preziosi esemplari d’epoca nati dalla collaborazione tra la Casa dello Scorpione e gli altri marchi italiani oggi parte del Gruppo FCA.
Sulla falsariga di quanto si è visto questo weekend ad Automotoretrò, i visitatori di Retromobile possono ammirare tre vetture ricche di storia: Alfa Romeo 750 Competizione (1955), Fiat Nuova 500 elaborazione Abarth "Record" (1958) e Lancia Rally 037 (1982). In mostra anche l’Abarth 1000 Monoposto Record Classe G – appositamente restaurata – con cui Carlo Abarth conquistò personalmente il centesimo record del marchio che porta il suo nome, e la più moderna Alfa Romeo 8C Spider, prodotta in edizione limitata a 500 esemplari e già forte della certificazione di Autenticità Alfa Romeo Classiche ricevuto grazie all’opera di FCA Heritage.
Accanto a queste rarità d’inestimabile valore, la
nuova Abarth 124 GT “70esimo Anniversario”, parte della gamma che celebra
l’importante ricorrenza, e l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, sintesi del nuovo
paradigma Alfa Romeo e massima espressione della “Meccanica delle Emozioni”.

Fiat Nuova 500 elaborata Abarth "Record" (1958)

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Nel 1957 Carlo Abarth decide di
impegnarsi per dare lustro alla Fiat Nuova 500, vettura utilitaria dotata di
prestazioni non certo da auto da corsa.
Il suo “motorino” con due soli cilindri era infatti troppo piccolo e non
abbastanza potente per ambire a grandi risultati sportivi. Abarth decide di
dimostrare la qualità della vettura trasformandola in un’auto da record. La 500
da lui elaborata, con un motore che sviluppa 26 CV e capace di spingerla alla
velocità massima di 118 km, corre nell’autodromo di Monza per 168 ore
consecutive collezionando 6 record internazionali.  Anche la conquista di questi importanti
risultati  contribuirà al successo della
Nuova 500  facendone una delle più famose
vetture mai prodotte.
La vettura in esposizione – che
è proprio quella utilizzata a Monza – è anche il primo esemplare in assoluto di
Fiat 500 elaborata da Abarth ed è stato riportato alla sua configurazione
originale dopo un accurato intervento di restauro conservativo. Si tratta di
una vettura dal valore storico inestimabile e rappresenta una vera pietra
miliare nella storia del marchio Abarth e dell’automobile.

Abarth 1000 Monoposto Record Classe G (1965)

automotoretrò 2019
A molti anni di distanza
dall’ultima competizione vissuta da pilota, a 57 anni Carlo Abarth decide di
tentare l'impresa del record di accelerazione sul quarto di miglio con una
vettura di Classe G, all'autodromo di Monza -  
nel 1964 la FIA aveva infatti istituito la novità dei record sulle
brevissime distanze. 
La tentazione di dare il proprio
contributo personale alla storia della Casa che porta il suo nome conquistando
personalmente il centesimo record è troppo forte: Abarth si sottopone quindi a
una dieta rigorosa (si dice basata soltanto sulle mele) arrivando a perdere i
30 kg necessari a entrare nell’abitacolo e gareggiare senza appesantire
eccessivamente la vettura.
Nell'ottobre 1965 la Abarth 1000
Monoposto Record Classe G, mossa dal bialbero di un litro, sigla il record di
accelerazione sul quarto di miglio e sui 500 metri, battendo le temute BMW e
Porsche. La monoposto usata dal costruttore-pilota in questa impresa era
derivata da quella di Formula 2 realizzata l’anno precedente, con migliorie a
livello di aerodinamica (musetto e parabrezza) e di motorizzazione: la Classe G
adottava infatti un propulsore da 982 cm3, elaborato con due
carburatori Weber 40 e due alberi a camme in testa.

Alfa Romeo 750 Competizione (1955)

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La
storia della collaborazione tra Carlo
Abarth e l’Alfa Romeo per la realizzazione della 750 Competizione – il cui nome
in codice deriva dalla sigla di progetto della Giulietta – rimane a lungo
segreta. Il progetto nasce con l’intenzione di realizzare una vettura di
categoria Sport basata sulla Giulietta e di riaprire il capitolo competizioni dopo
l’abbandono della Formula1 dopo la vittoria dell’Alfa Romeo nel campionato
1951.
Carlo
Abarth, da sempre ammiratore dei motori Alfa Romeo, aveva già fornito alla casa
di Arese dei kit di trasformazione per alcune vetture di produzione ed era
desideroso di impegnarsi nel progetto. Accetta quindi con entusiasmo la sfida e
realizza un telaio simile a quello della 207/A, mentre si affida per la
carrozzeria allo stile e alla sapiente esecuzione di Mario Boano.
La
vettura da lui predisposta presenta un motore a 4 cilindri bialbero in lega
leggera, con cilindrata incrementata a 1488 cm3 e con la “doppia
accensione”. Sebbene la vettura venga testata con successo e dimostri buone
qualità dinamiche, il progetto viene abbandonato perché l’Alfa decise di non
tornare a competere nelle corse. La 750 Competizione in mostra rappresenta
quindi un esemplare unico, che si differenzia marcatamente nell’estetica
rispetto alle altre vetture Alfa Romeo dell’epoca.

Lancia Rally 037 (1982)

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La collaborazione tra Abarth e
Lancia – storicamente limitata alla realizzazione di alcuni accessori
aftermarket per il potenziamento del motore e delle sospensioni dell’Aurelia
B20, realizzati da Abarth a metà degli anni Cinquanta – si consolida dopo
l’acquisizione della Casa dello Scorpione da parte di Fiat, quando l’Abarth
diventa il reparto corse dell’azienda al servizio di tutti i marchi del Gruppo.
È grazie a questa collaborazione, testimoniata dalla sigla di prodotto Abarth
SE037, che negli anni Ottanta inizia la storia gloriosa della Lancia Rally.
Connubio perfetto tra la
carrozzeria disegnata da Pininfarina e la meccanica sviluppata da Abarth, la
vettura fu concepita per sostituire, nelle competizioni rallystiche
internazionali, la celebre ma ormai datata Fiat 131 Abarth Rally. Basata sulla
cellula centrale della Lancia Beta Montecarlo e equipaggiata con un motore
bialbero Fiat di 2 litri a 16 valvole, la 037 in versione stradale (l'esemplare
è uno dei 200 prodotti per consentire l'omologazione in Gruppo B) sviluppa 205
cv capaci di spingerla a oltre 220 km/h e di farle raggiungere i 100 km/h da
ferma in meno di sette secondi.
La versione da competizione
esordisce al Rally Costa Smeralda nell'aprile del 1982 e concorre ufficialmente
per la stagione 1983, dove domina il campionato mondiale sin dalla prima gara,
il Rally di Montecarlo vinto da Walter Röhrl. In quell'anno, nonostante
l'agguerrita concorrenza delle nuove Audi Quattro a trazione integrale, la
Lancia Rally Gr. B conquistò anche il Campionato Europeo e quello Italiano con
alla guida l’allora venticinquenne Miki Biasion.
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