La notizia della giornata di ieri è stata senza dubbio l’ufficializzazione del nome del B-SUV Alfa Romeo, Milano. La citazione alla città meneghina, dove il 24 giugno 1910 iniziò la storia dell’Anonima Lombarda Fabbrica di Automobili, è innegabile. Il primo modello di grande produzione 100% elettrico della Casa del Biscione omaggia la sua città natale, e lo fa con un’auto pensata, come Tonale, per fare i grandi numeri.
L’Alfa Romeo Milano segna infatti il ritorno del Biscione nel Segmento B dopo il successo dell’Alfasud degli anni ’70 e ’80 e della MiTo, prodotta tra il 2008 e il 2018. Condividerà la meccanica con le piccole del Gruppo Stellantis come le FIAT 600 e Jeep Avenger, con l’obiettivo di alzare considerevolmente le vendite della Casa meneghina. Non è la prima volta, poi, che Alfa Romeo decide di omaggiare la sua “casa”. Dal 1910 al 1972, infatti, nel logo Alfa Romeo era presente, nella parte bassa, la dicitura Milano, abbandonata in seguito alla nascita della fabbrica Alfasud di Pomigliano d’Arco, vicino Napoli, dove si costruiva l’omonima compatta.
Nello stesso logo del brand, inoltre, troviamo ancora oggi i due simboli storici di Milano, la Croce Ambrosiana rossa su fondo bianco a sinistra e il “Biscione”, stemma della famiglia dei Visconti e parte integrante della simbologia di Milano. Andando a vedere la storia di Alfa Romeo, poi, scopriamo come non è la prima volta che troviamo una Milano. Il modello che, per primo, ha portato questo nome così evocativo è stata una delle Alfa Romeo più amate e discusse della storia del Biscione. In più, ci sono state altre due auto che hanno citato, in forme diverse, il capoluogo lombardo.
Qual è stata quindi la prima Alfa Romeo Milano? Gli alfisti più sfegatati già lo sapranno, ma la Casa del Biscione ha venduto tra il 1986 e il 1989 sul mercato americano col nome Milano una delle sue berline più iconiche, la mitica 75. Prodotta in Europa tra il 1986 e il 1993, la 75 è considerata da molti l’ultima, vera Alfa. Sviluppata e progettata prima dell’acquisizione della Casa da parte del Gruppo FIAT, avvenuta il 6 novembre del 1986, la 75 è stata per decenni l’ultima Alfa Romeo di grande serie a trazione posteriore, prima del lancio nel 2016 della Giulia.
Dotata di raffinate soluzioni tecniche derivate dalle precedenti Alfetta e Giulietta, come l’impostazione “transaxle“, con cambio posizionato dietro, all’altezza delle ruote posteriori motrici, le sospensioni posteriori con schema De Dion e i freni, sempre posteriori, entrobordo, per l’Italia l’Alfa 75 è stata proposta con motori a quattro cilindri, il mitico Bialbero Alfa Romeo, aspirato, Turbo e con il sistema Twin Spark, con il leggendario V6 Busso da 2.5 o 3.0 litri e anche in versione Diesel, con motori 2.0 e 2.4 TD di produzione VM Motori.
Visto il buon successo in Europa della 75, realizzata utilizzando come base la vecchia Giulietta e rimodernata con soluzioni tecniche stravaganti e in qualche modo geniali (un esempio è la finitura in plastica nera che gira tutta attorno all’auto, che nasconde la parentela con la Giulietta), con l’arrivo di FIAT la Casa del Biscione decise di lanciare la sua berlina anche in Nord America, per contrastare l’ascesa di un’altra berlina compatta europea a trazione posteriore, la BMW Serie 3.
Per il mercato nordamericano, però, Alfa Romeo decise di non utilizzare il nome “75”, ma di puntare sull’italianità e sulla sua storia. Nacque così la prima Alfa Romeo Milano, che altro non è che una 75 riveduta e corretta per sottostare alle stringenti regole del mercato statunitense. I paraurti, ad esempio, diventano più generosi e guadagnano delle vistosi appendici pensate per assorbire l’energia di urti a bassa velocità, tipici delle auto europee degli anni ’80.
Tutte le “Milano” sono poi dotate di catalizzatore, di fari rivisti, delle iconiche luci laterali arancioni dette “side marker”, finiture più curate e, ovviamente, il logo milano al posteriore, scritto rigorosamente tutto in minuscolo. Debutta anche un nuovo serbatoio, spostato dalla sua posizione originale, più grande, e anche la dotazione è più ricca, per adeguarsi ai più esigenti clienti nordamericani.
A livello meccanico, l’Alfa Romeo Milano è stata lanciata alla fine del 1986 per il “Model Year 1987” con il 2.5 V6, il sei cilindri Busso da 154 CV, leggermente meno prestante di quello europeo per via di una gestione elettronica volta a ridurre le emissioni. Disponibile con cambio manuale a 5 marce o con un “americanissimo” automatico a 3 marce, alla prima “milano V6” si aggiunse, nel 1988, l’Alfa Romeo “milano Verde”, la top di gamma dotata del 3.0 V6 da 188 CV, contraddistinta dal mitico Quadrifoglio Verde al posteriore. Dopo tre anni di produzione, nel 1989 Alfa Romeo ha cessato l’importazione della Milano negli USA, lasciando spazio per l’arrivo, per il Model Year 1991, della nuova Alfa 164 a trazione anteriore.
Dopo la prima Milano, quindi, ad aprile 2024 conosceremo la prima Alfa Romeo Milano dedicata al mercato europeo. Alfa aveva infatti proposto nella gamma “75” europea delle versioni denominate “America” con le modifiche estetiche e tecniche della Milano, dai paraurti “a fisarmonica” al serbatoio maggiorato, proponendo questo allestimento anche per il motore 1.8 Turbo, mai proposto negli States.
In realtà, la Milano non è l’unico modello che la Casa del Biscione ha dedicato alla sua città. Nonostante questo sia il più riconoscibile, infatti, ci sono stati altri due modelli che si sono ispirati alla città del Duomo: la Brera e la MiTo. Nel 2002, Giorgetto Giugiaro presentò al Salone di Ginevra una concept car dallo stile eccezionale, l’inedita coupé Alfa Romeo Brera, ispirata ad uno dei più bei quartieri milanesi, sede della celebre Pinacoteca. Il prototipo piacque così tanto che Alfa Romeo decise di produrre questo modello in serie.
Il modello di serie è stato disegnato e prodotto dalla carrozzeria torinese Pininfarina, e venne realizzata sulla base della 159. Dotata di motori benzina e Diesel con potenze comprese tra i 170 e i 260 CV, nonostante un look universalmente amato e considerato come uno dei più riusciti degli ultimi 20 anni, la Brera non rispettò fino in fondo le attese, a causa di motori non troppo a fuoco e un peso troppo generoso per una coupé sportiva. Prodotta tra il 2005 e il 2010 in 21.786 esemplari, la Brera è ad oggi l’ultima coupé di grande serie realizzata dalla Casa di Arese.
L’ultima automobile che ha omaggiato, seppur “a metà”, la città di Milano è la piccola Alfa Romeo MiTo, prodotta tra il 2008 e il 2018 in circa 293.000 unità. Il nome, deciso all’ultimo dopo la bocciatura del nome scelto dal pubblico tramite dei sondaggi, Furiosa, è esplicativo della sua duplice anima nell’asse Milano-Torino: “MiTo”, infatti, è la crasi del nome delle due città più importanti per Alfa Romeo.
Nata a Milano e disegnata dal Centro Stile, l’Alfa Romeo MiTo è stata costruita per tutti i 10 anni di produzione a Torino, nella storica fabbrica di Mirafiori. La base meccanica, invece, è la FGA Small, e a livello di motori e specifiche tecniche condivide tanto con la FIAT Grande Punto. Prodotta con motori benzina, Diesel e GPL con potenze comprese tra i 70 e i 170 CV, la MiTo è stata per un decennio la porta d’accesso alla Casa del Biscione, diventando molto popolare tra i giovani. Proprio questo è l’obiettivo della nuova Alfa Romeo Milano: diventare la prima Alfa di quante più persone possibili, avvicinando a questo mondo nuove generazioni di Alfisti, e sempre con la città meneghina come punto di partenza.
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